26 maggio 2009
Telese, Non rinnegare … ma non restaurare
Alessandro Falconieri

 

 

Amici di ViviTelese, Concittadini, ma soprattutto Giovani, solo ieri sono venuto in possesso, grazie a Nicola e Maria Teresa Di Santo, di un documento recuperato da moderni mezzi di archiviazione che, oltre a rappresentare un momento significativo della storia della nostra Cittadina, mi sembra possa essere custodito come alto insegnamento di senso civico.

Ve lo offro con il sincero intento di favorire pacate riflessioni che facciano giustizia di anacronistici distinguo su appartenenze. Io credo che il documento, che riporta interventi di Sanniti (uno nostro compianto Concittadino) di cui non si possa che essere fieri, possa aiutare in particolare i giovani ad esigere la libertà di coltivare con passione un’idea, qualunque essa sia, purché frutto di libero convincimento e non risultato di manipolazioni miranti all’accattivante affermazione di interessi terzi.

Discorso di Almirante tenuto a Telese per la celebrazione del

50° anniversario dell'autonomia del nostro comune il 3 ottobre 1984

 

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La mia generazione troppo spesso ha dovuto soccombere ai colpi di una classe dirigente che, solo negli unici momenti di bisogno del consenso, si è presentata come esclusiva garante del “sol dell’avvenire”.

Con grande fatica si è rialzata sempre con l’unico caparbio intento di testimoniare l’incrollabile fede in valori che non restino relegati nell’angusta categoria della predica, ma trovino apoteosi nella quotidianità della pratica.

In piedi ancora quindi, e con il prezzo che si deve ad un futuro che si accorcia, vi porgiamo il testimone che possa confortare il sacrificio da sopportare per espugnare il tempio della politica e liberarlo una buona volta dai troppi mercanti che ancora lo affollano.

Io non ho potuto vantare il privilegio di una madre che aiutasse la maturazione della mia cristianità; ho però avuto la fortuna di abbeverarmi, con rare infauste eccezioni, all’esempio di chi ha concretamente rimosso il tanto bene prodotto, restando per tutta la vita a riflettere con rammarico a quello che gli è sembrato l’improbabile male fatto.

Con credenziali di questi sentimenti son certo che il Prof. Luigi Di Vico (più confidenzialmente Gino) non avrà da “vergognarsi” della mia frequentazione (non foss’altro perché, essendo io nato nel 1946, non ho avuto tempo per indossare il fez!), ma in omaggio all’onestà intellettuale che Lo caratterizza saprà apprezzare quel poco di positivo che a volte anche qualcuno come me riesce a produrre.

Grazie ancora a Nicola e Maria Teresa che hanno aderito, con fatica per riservatezza, alla mia idea di attualizzare l’impegno del Padre, Avv. Giovanni Di Santo, che tanta passione dedicò alla giusta valorizzazione della Sua gente.

A tutti un fraterno abbraccio. Alessandro

  

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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