Gentile Lia Buono,
mi fa molto piacere per gli auguri, che non
bastano mai a noi giovani, traballanti
incartatori di un domani sempre più fioco. Con
troppo passato, poco presente, e pochissimo
futuro, ci è sempre più difficile alzare lo
sguardo e continuare a gridare. In Italia.
Si prendano le mie parole come quelle di uno
studente che ha vissuto gli avvenimenti della
"questione liceo" giorno per giorno e non di
giornalista del Corriere del Sannio.
Io c'ero quando venne Nardone al Palazzo dei
Congressi, in quel famoso Novembre 2007, c'ero
col fischietto in bocca a sfilare davanti
all'ex-Mulino Capasso e c'ero in quella piccola
delegazione di studenti che è andata dal
Presidente Cimitile (come portavoce per i media,
con i rappresentanti di Istituto Giuseppe
Vetrone, Guido Romano e Dante Nero). E, ancora,
c'ero quando si aprirono quelle stanze del
famoso ex-Molino, ristrutturate e "pronte per
l'uso".
Ora non voglio accennare a nessun Mangiafuoco, o
ad alcun Gatto, Volpe, Grillo, per quanto sia
affezionato a Carlo Collodi e agli animali di
ogni tipo, né assolutamente voglio esprimere
giudizi personali sulla vicenda e sulle persone,
nominabili o innominate che siano, ribadendo mio
massimo rispetto per tutti. Ma di sicuro posso
dire che in certi momenti si può notare chi è
cittadino e chi invece preferisce una temperata
sudditanza, al soldo di una qualsiasi
convenienza.
Uscendo però da ogni "finezza giuridica" e
minuzia "politichese", posso ripetere che io in
quei locali, dove doveva essere spostato il
Liceo, ci sono stato, ci ho camminato e ho anche
scattato delle foto. Nel cortile c'era un bel
buco, sotto cui scorreva impetuosa l'acqua
del Grassano (infatti non ci fu permesso
l'ingresso a piedi nel cortile). Le mura,
tinteggiate benissimo, avevano in bella mostra
delle simpatiche chiazze di umidità che
farebbero invidia ai peggiori casolari lagunari.
La "via di sfogo" degli
studenti e delle macchine, sarebbe stata una
via Provinciale su cui le auto raggiungono
elevate velocità e sulla quale non c'è
possibilità alcuna di soste di gruppi di
persone. Non in ultimo posto, è da considerare
la tanto graziosa centrale elettrica che
sarebbe stata, se non minacciosa, quanto meno
tragica "dirimpettaia" di una scuola popolata da
circa sette centinaia di studenti. Senza contare
la pessima centralità del sito e l'enorme
altezza del palazzo (serio problema per la
popolazione scolastica disabile).
Diceva Aristotele che solo due cose contano al
mondo; la verità e l'amicizia, ma la prima vince
sulla seconda. Preferiremo sempre la verità e
spero che mai i giovani si piegheranno ai
"treni" fugaci del "male minore".
E sia ringraziato un
qualsiasi dio, di questo un altro mondo, se
l'ipotesi Molino è tramontata.
Non pretendo di
distinguere il bene dal male, per quanto
considero inutili e vuote le definizioni, ma
posso dire ad alta voce che l'unico che ho visto
sempre lavorare per risolvere il problema e
costruire e non distruggere, in silenzio, con
massima limpidezza e onestà non è stato certo un
"gatto", e nemmeno una "volpe", ma l'assessore
Gianluca Aceto.
Non giudico (né tantomeno
voglio assolutamnete pubblicizzare) né la
persona, né il politico, di cui si possono avere
mille giudizi diversi, ma descrivo ciò di cui
sono stato testimone oculare.
Perso. Perso un treno, certo. Ma i treni vanno e
vengono e, per abitudine personale, preferisco i
treni puliti.
A costo di accontentarmi dell'autostop.
Gianclaudio Malgieri
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