24 ottobre 2009
Telese, è morto Vittorio Pagliarulo
Giacomo Milazzo

 

 

E’ venuto a mancare stasera il Prof. Vittorio Pagliarulo, una pietra miliare di Telese. I funerali e la cerimonia di cremazione domenica mattina a Civitanova Marche.

Mio zio Vittorio Pagliarulo, non ho solo ha collaborato attivamente con queste pagine in passato ma che soprattutto è stato un pioniere della fondazione del vostro ridente centro sannita ed uno dei tanti che amavano moltissimo Telese ed il Sannio tutto.

Vittorio Pagliarulo si è spento venerdì 23 sera, dopo pochi mesi di inutile lotta contro un cancro.

Lascia i due figli Teresa e Lorenzo e la moglie, notissima infermiera professionale in pensione da molti anni, in servizio nella ASL di Telese Terme, la signora Beatrice Sbiroli.

Il nipote, per cui lo zio Vittorio è stato come un padre.

Giacomo Milazzo


 

Tutto lo staff di ViviTelese si associa al dolore dei familiari.

Vittorio è stato uno dei promotori del nostro sito sin dai primi giorni on-line.

 

Partecipo al dolore dello staff per la morte di Vittorio Pagliarulo.

Aldo Maturo

 

 

Ciao Vittorio.

Gianluca Aceto

 


 

Vittorio Pagliarulo ha combattuto sulle pagine di ViviTelese la mala-amministrazione incurante della qualità della vita e delle reali esigenze dei cittadini e dei turisti.

 

L'ultimo suo intervento risale al marzo scorso, quindi prima delle ultime elezioni. Dalle sue parole è evidente l'avversione per lo stile politico di D'Occhio.

 


11 marzo 2009

Telese violentata dalla speculazione edilizia

Vittorio Pagliarulo

Qualcuno ha buttato il sassolino nel mefitico e criminoso stagno della speculazione edilizia!!!

Il fatto curioso è che la boutade è coincisa con lo spot pubblicitario della Vodafone: la valigetta con la protesi portascarpe, la pizza cinque stagioni, così per il ferro da stiro e i boccali di birra.

Per rendere più eclatante i due avvenimenti non ci hanno fatto mancare di vedere lo spuntare, dagli angoli dei fabbricati, alcuni manufatti dalle dimensione di... "cessi aggiunti".

Al malpensante viene di considerare che la concomitanza dei due fatti siano frutto dello stesso "creativo" oppure, in alternativa, che l'ideatore dello spot ha preso spunto dal piano-casa, o viceversa!

Ma queste sono battute scherzose che servono, però, per entrare in argomenti riguardanti la nostra beneamata cittadina, violentata o, se volete, stuprata da una speculazione edilizia sotto gli occhi di tutti.

Sull'argomento non è il caso di dilungarsi oltremodo. Chi vuole documentarsi in materia non deve fare altro che entrare in archivio del sito per leggere tutte le brutture che Telese ha subito in ambito edilizio.

Una riflessione seria, invece, è da fare sul piano elettorale per le imminenti elezioni amministrative del 6 e 7 giugno prossimi. Sul sito si legge di tutto e di più: tre, quattro liste; tre, quattro candidati sindaci, alcuni transfughi, altri coerenti con le proprie idee. Uno, però, il Monarca, emerge su tutti in quanto protagonista assoluto del ventennale sfasciume sul minuscolo territorio della nostra cittadina.

Riaverlo sindaco di Telese potrebbe significare il completamento di quella speculazione edilizia che tanta devastazione ambientale ha creato in venti anni di dissennata amministrazione.

Quindi...D'occhi aperti!

 

 

 

 

A tutto lo staff del sito un ringraziamento per la pubblicazione del breve necrologio e soprattutto il suo ultimo intervento di monito ed attiva e civile partecipazione alla vita della "sua" Telese.

 

Un ricordo profondo ed i commenti di alcuni suoi nipoti sulle pagine del mio modesto blog

 

http://jedan58.splinder.com/post/21571315/Ciao+Professore+%28in+memoria+di

 

Giacomo Milazzo,

Venerdì sera se n'è andato. Dopo pochi inutili mesi di lotta contro la bestia come lui stesso l'aveva soprannominata. Ancora poco più di un mese fa il nostro ultimo incontro e nei mesi precedenti, sia in diretto contatto che nelle nostre periodiche telefonate, emergevano chiarissime la sua incredibile tenacia, la forza d'animo e la serenità con la quale aveva affrontato questa cosa; dava quella strana speranza, fors'anche un po' egoistica che vorrebbe le persone a noi più care sempre presenti, che lasciava aperte opzioni di speranza di sopravvivenza nonostante ogni evidenza. E altrettando seranamente aveva disposto tra la rabbia e le lacrime dei congiunti fin dai primi momenti. Aveva chiesto un paio d'anni, non oltre, di tregua per veder completato il progetto di vita dei figli: non gli è stato concesso come una della ipotetiche probabilità di vittoria tra miliardi d'altre avverse.

C'eravamo tutti, o quasi. Giunti da tutta Italia a dare l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio e le ultime carezze a zio Vittorio. Lo ZIO. Come un padre per me. Vicino sempre e soprattutto in quel momento della mia vita in cui ce ne fu più bisogno che mai.

Come ho scritto poco fa la sua figura è stata per ognuno di noi un riferimento: di saggezza, di moralità, di serenità, di buon senso e di sagacia oltre che, non ultima di umorismo ed ironia. Ieri chiedevo a mia zia, amatissima zia Bice (Beatrice), di ricordare per me un suo momento d'umana perdita di pazienza, dacché nei miei ricordi non ho che una sola sua immagine che me lo ricorda davvero arrabbiato, tanto da perdere le staffe! E così per sentirlo più vivo che mai le chiedevo questo...

Un catalizzatore di umanità, un collante punto di riferimento per tutta la nostra famiglia ed a cui tutti si sono prima o poi rivolti chi per un motivo e chi per un altro. Un romantico idealista che però quando si è visto crollare i miti (o le speranze) in cui aveva riposto la sua fiducia ha potuto e voluto rivedere ogni singolo passo del suo processo fino a sradicarne completamente le origini ed avere il coraggio di cambiare opinione ed ammettere i torti dell'uno e giustificare, comprendere e condividere le ragioni dell'altro.

Un aneddoto che mi riguarda da vicino, tra i mille che lo ricordano ad ognuno. Quando avevo poco più che 19 anni ci incontrammo al mare, quell'azzurro mare pugliese che mi vide crescere. Da pochi mesi sfoggiavo orgoglioso un paio di baffi proprio come lui (me li feci comunque crescere di mia iniziativa e non per sua imitazione!). Appena mi vide cominciarono i suoi sfottò, in quel suo dialetto napoletano che lui originario di Cerignola, ostentava ed usava a tratti orgoglioso della sua napoletanità adottiva (un po' come Arbore insomma). Dopo una mezzora ch'era scomparso alla mia vista si ripresentò, senza baffi!

"Zio, ma che hai fatto? Ti sei tagliato i baffi?" "Se li porti tu mi sembra ovvio che debba tagliarli io!!!"

Mi è stato zio, padre dispensatore di consigli e persino in una delle estati più belle della mia vita, "collega" per caso. 40 indimenticabili giorni per questo e per altri motivi.

Ero sceso da lui proprio nella speranza che attraverso le sue conoscenze al provveditorato agli studi di Benevento potessi afferrare al volo un posto da membro di commissione di maturità in una qualche scuola a seguito di una qualche rinuncia da parte dell'incaricato ufficiale. E fortuna volle accadde, ma proprio nella scuola dove insegnava! Lui membro interno del suo quinto anno dell'Istituto Tecnico Agrario dove insegnava ed io membro esterno di Industrie Agrarie: non pensate all'inciucio tra noi a favorire questo o quello, ve ne prego! Ovviamente il diverso cognome ci impedì qualche impiccio d'ordine legale! Quanta fatica per me l'impormi di non farmi scappare un qualche "zio..." per chiamarlo di fronte ad altri! E quante gaffe involontarie nei balbettamenti che iniziavano con "z..." per passare a "prof..." e finire in un conviviale "Vittò!!!"...

Anche mia moglie gli ha voluto bene fin dall'inizio. In lui vedeva e trovava oltre che l'uomo dolcissimo ed affettuoso anche il collega insegnante più anziano ed esperto, con gli stessi problemi e necessità, con una profonda conoscenza della normativa anche quando poi egli andò in pensione.

La sua passione per la campagna e l'agraria, trasmessami da lui e dalle bellissime estati passate alla scuola agraria dove insegnava, al punto da voler scegliere in prima battuta proprio quella facoltà (geologia fu scelta sia per maggior interesse da parte mia che per via del fatto che allora i miei non avrebbero potuto sostenere le spese di trasferta per farmi studiare agraria a Napoli).

E per questa e le mille altre ragioni di ognuno di noi, l'unico suo fratello rimasto, i cognati e le cognate, i loro figli tutti i suoi amatissimi nipoti, gli amici ed i pochi conoscenti erano tutti lì fin da venerdì sera, ed il sabato accorsi da tutta Italia, con poche rarissime eccezioni che più e più volte hanno telefonato ora all'uno ora all'altro. Persino l'anziano Don Saverio, parroco del paese natale della moglie e di sue cognate, cognati e nipoti, nonostante i suoi 85 anni ha voluto dedicargli una preghiera in diretta complice la tecnologia del viva-voce dei telefonini.

Ed è morto a Civitanova Marche (AN) dove si erano trasferiti da tempo per lavoro i suoi due figli: figli e nipotino che aveva voluto raggiungere con la moglie per star loro vicino in ogni frangente. Trasferito lasciando, credo non senza dolore, il suo paese adottivo nel ridente Sannio, ai piedi del Camposauro, in una delle più belle e fertili campagne d'Italia, dove ha trascorso credo oltre 40 anni della sua vita!

Se fosse morto lì, l'intero paese sarebbe accorso in silente e doverosa processione estendendo il lutto di questa perdita ad ogni suo concittadino, indipendentemente dalla generazione.

Lo sto vedendo ora, con in braccio la sua sfavillante fisarmonica "Castelfidardo" rossa e avorio, intarsiata di piccole madreperle lucenti, allietare tutti quanti con una tarantella improvvisata e le piccole stonature perse nei suoni a tratti un po' aspri della fisarmonica. Lo sto vedendo ora, in piedi sugli scogli a sorvegliare i bambini. Lo sto vedendo adesso, nel vicolo ombroso infervorarsi per l'ennesima partita di ramino con gli amici. Lo sto vedendo adesso, incamminarsi, giacca e cravatta, elegantissimo e distinto, almeno due giornali sotto il braccio, verso il quadrivio...

Ciao Professore.

Nota: mio zio amava ed usava il mezzo informatico. Ne apprezzava l’enorme potenziale sia passivo che attivo: il potere democratico che può con esso essere esercitato anche se spesso inatteso od ascoltato. Non solo per questo quindi ho deciso di usare il mio blog per rendergli memoria.

 

 

     

 Valle Telesina


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