14 marzo 2009
Telese, siamo tutti in mano ad un burattinaio?
Nuccio Franco

 

 

 

Si avvicina la tornata elettorale e, com’è logico che sia in queste occasioni, cresce il fermento in vista del “redde rationem” da alcuni auspicato, da altri temuto.

Umano, troppo umano avrebbe detto il celebre filosofo nato a Lipsia.

 

Trapelano notizie, più o meno fondate,filtrano nominativi e possibili alleanze.

Tre, quatto liste con i relativi candidati alla carica di primo cittadino. Si, no, forse……Ipotesi al momento.

 

E’ prevedibile che i giochi si chiuderanno nell’immediata vigilia, con probabili colpi di scena dell’ultima ora, riavvicinamenti o definitivi commiati.

Non entro nel merito, le mie informazioni sono di seconda mano.

 

C’è tuttavia un’unica certezza ossia che, ancora una volta, l’attenzione politica viene catalizzata principalmente da un nome: Pino D’Occhio.

Che ci piaccia o no,attirare l’attenzione su di sè è già un risultato.

 

Una regola elementare di comunicazione, ampiamente palesata negli ultimi anni, anche in campo politico,dimostra che più si parla di un personaggio (e per di più male, ndr), più cresce il consenso. Berlusconi ne rappresenta l’esempio evidente, qualora ci fossero ancora dubbi in proposito.

 

Questa regola D’Occhio l’ha capita e fa il suo gioco. Non è possibile restare sulla cresta dell’onda per venti anni così, per caso.

In politica, nessuno basta a se stesso in maniera incondizionata se non a fronte di una esplicita volontà della società civile.

 

Di fronte a questo accanimento, che a mio avviso ed in alcuni casi esula dalla legittima disputa politica,basilare in un sistema politico maturo e che talvolta percepisco essere dettata da ragioni che mi sfuggono, mi permetto di avanzare brevi riflessioni ed alcuni interrogativi.

 

Com’è stato possibile che il Monarca, come è stato definito, colui che  “emerge su tutti in quanto protagonista assoluto del ventennale sfasciume sul territorio della nostra cittadina” sia riuscito ad assolutizzare tutto,tutti?

 

In democrazia, nessuno può fare e disfare a proprio piacimento se non legittimato dal consenso popolare che gli ha permesso di governare sostenuto da una maggioranza.

Pertanto, sarebbe più corretto usare il plurale e parlare almeno di coprotagonisti che hanno sposato un progetto.

 

Delle due, l’una: la maggioranza era d’accordo oppure è riuscito ad incantare tutti con doti ipnotiche che, sinceramente, non gli accreditavo!

 

O forse siamo tornati ai tempi bui quando la democrazia era considerata un semplice, fastidioso dettaglio? Non mi sembra, abbiamo già dato, nonostante alcuni preoccupanti rigurgiti in tal senso.

Ormai siamo vaccinati, come avrebbe sostenuto Montanelli.

 

D’altronde i cittadini hanno un solo modo per avere voce in capitolo: il voto.

Chiediamoci allora perché, per venti anni quel voto sia stato espresso in una direzione ben precisa, sempre la stessa, nonostante lo sforzo dell’opposizione di accreditarsi come plausibile alternativa.

Facciamolo, soprattutto a sinistra.

 

Ridurre la “disputa” ad personam credo sia avvilente quanto controproducente; una sana autocritica non guasterebbe di certo.

Una persona, chiunque essa sia, non può cambiare le regole del gioco se non deputato a farlo in base all’esito dell’urna, spesso plebiscitario nel caso specifico.

 

Dove siamo stati per tutto questo tempo, come mai queste improvvise amnesie??

 

Mettiamoci in testa, una volta e per tutte, che lo Stato, in tutte le sue forme, siamo noi e chi ci rappresenta, amministra perché lo abbiamo voluto noi.

Se lo hanno fatto in una maniera che reputiamo errata, dovremmo serbarne memoria, presenti e coerenti a noi stessi!!

Un’alternativa seria, concreta è possibile, non ci limitiamo a distruggere ma a proporre.

 

In politica c’è sempre un’altra possibilità ed in questo caso la si coglie con il voto che, non lo nego, talvolta può risultare “condizionato” da svariate motivazioni,non necessariamente ideologiche ma, altrettanto,non per forza interessate.

 

La mia è una semplice quanto (spero) coerente constatazione di fatti storici oggettivi che, come sempre accade, si ripetono ciclicamente e che troppo superficialmente vengono imputati ad una sola persona.

 

Nessuno ha visto, nessuno ha fatto né sentito. Possibile che questa figura abbia davvero amministrato come un monarca, manovrando i sudditi a suo piacimento alla stregua di un burattinaio??

 

Non ne sono convinto ma se così fosse siamo stati noi a permetterlo con l’incapacità di formulare progettualità alternative quanto credibili e comportamenti tolleranti ed a volte compiacenti. Ricordiamocelo!

 

Nuccio Franco

 

 

     

 Valle Telesina


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