La Provincia dispone a Telese Terme la
rimozione di alberi di alto fusto ritenuti
pericolosi per i cittadini. Dal municipio: un
programma pluriennale in sostituzione
dell’abbattimento selvaggio... Può accadere.
Piante in un oasi verde da tagliare. Può
succedere, soprattutto se queste sono giudicate
pericolose per la pubblica incolumità. Ma può
verificarsi che ci siano delle “opposizioni” -
soprattutto se ad essere interessati dal
provvedimento di taglio sono all’incirca il 70%
degli alberi presenti - con tanto di invito a
riconsiderare la scelta.
Magari adottando un piano d’intervento che
non risulti troppo deleterio per l’immagine
dell’area. E’ accaduto.
Il settore agricoltura, alimentazione,
territorio rurale e forestale della Provincia di
Benevento a fine novembre, ha inviato una nota
al Comune con cui ha disposto il taglio di
alberi nei pressi del lago di Telese. La
comunicazione è giunta dopo che il responsabile
dell’area tecnica del Comune di Telese il 15
febbraio 2008, aveva segnalato le condizioni di
precarietà statica di varie piante di alto fusto
e a seguito del sopralluogo disposto dall’ente
in data 10 novembre 2008 con cui si è proceduto
a segnalare quelle potenzialmente causa di
pericolo per la pubblica incolumità.
La maggior parte degli esemplari giudicati
pericolosi appartengono alla specie “robinia
pseudo acacia”; qualche ceppaglie di salici; 4 -
5 “cupressus alizotica”, 2 - 3 “pinus alepensis”
e pioppi. In pratica buona parte di quelle
presenti.
La Provincia si impegnava ad abbattere le
piante con spese a suo carico e a sostituire le
stesse con idonee specie nel rispetto dei
luoghi. Inoltre ha messo a disposizione specie
arbustive spontanee al fine di garantire
l’assestamento del terreno.
A conclusione dello scritto, l’ente Provincia
ha fatto sapere che di fronte ad un disaccordo
del Comune, avrebbe declinato qualsiasi
responsabilità derivante da danni causati dalla
caduta di alberi o rami.
Il Comune si è mostrato preoccupato per la
notevole quantità di piante da abbattere che
avrebbe stravolto la natura del luogo. Meglio un
piano pluriennale di controllo e sostituzione
delle specie.
Insomma: alla richiesta di approfondimento è
arrivato il diktat dell’ente provincia. Può
accadere.
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