Confermata la conflittualità interna
all’amministrazione di Telese Terme guidata da
Gennaro Capasso.
L’assessore Salvatore Verrillo, in
quota AN, rimette le deleghe nelle mani del
sindaco...
Il disagio non poteva non avere un seguito.
La conflittualità interna all’amministrazione
Capasso che sta vivendo il gruppo PdL di cui il
primo cittadino telesino è espressione, è di
quelle che fanno temere per le sorti future del
sodalizio.
Lo avevamo preannunciato. Ieri si è
realizzata la remissione della delega alle
Politiche Sociali di Salvatore Verrillo,
assessore in quota ad Alleanza Nazionale. Della
stessa giornata è anche la nota che annuncia un
nuovo gruppo consiliare del PdL, la cui
formalizzazione avverrà oggi, costituito da
Marilia Alfano capogruppo, Salvatore Verrillo e
Goffredo Covelli.
Le ragioni della scelta sono da ricercarsi
nello sfilacciamento dei rapporti in seno alla
maggioranza e in una condotta troppo
accentratrice del vertice della coalizione Il
PdL telesino viveva già forti subbugli dettati
dalla compresenza di Capasso e D’Occhio,
entrambi in corsa per la fascia tricolore
nell’elezione della primavera prossima.
La conflittualità interna al PdL si è poi
acuita, a seguito della votazione per l’Iacp
nella quale ha pesato la posizione in consiglio
provinciale di Capasso che, con il proprio voto,
si è differenziato dalle segreterie dei partiti
afferenti al PdL che avevano indicato il
presidente provinciale di An Salvatore Verrillo
nel CdA dell’Istituto.
Nella cittadina termale si distingue dal
percorso intrapreso, l’alleatino Nicola Giovanni
Tommaselli, il cui nome non figura tra i
componenti del nuovo gruppo. Evidentemente la
possibilità di nuovi scenari che si aprono in
seno all’esecutivo Capasso, mandano in soffitta
anche il percorso di coerenza e militanza che
sin qui è stato il fiore all’occhiello
dell’esponente finiano.
Altra incognita è Giuseppe D’Occhio, ex
sindaco, ex Udeur che preoccupato di conservare
la leadership di uno schieramento da candidare
alla guida di Telese Terme ha altri equilibri da
tessere, probabilmente in contrasto con le
direttive di partito che forse l’ex fascia
tricolore non sente particolarmente sue.
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