12 giugno 2009
Telese, Swap game over: utile di 200mila euro
 

 

11-06-2009

 

Il Comune di Telese ha risolto il problema legato allo scambio di tassi con gli istituti bancari. Contratti per 12 milioni di euro, l’ente capofila nel recupero dei derivati sottoscritti...

Il fenomeno dei derivati sottoscritti dagli enti locali è diventato negli ultimi anni sinonimo di speculazione, perdite e cattiva gestione della finanza pubblica.


Lo scenario potrebbe apparire meno drammatico rispetto a qualche mese fa per la drastica diminuzione dei tassi di interesse, che taglia i flussi cedolari (lo swap infatti prevede uno scambio di tassi: variabile per il Comune, fisso predeterminato per la banca) di prossima scadenza da pagare alle banche, al punto da avvicinarli allo zero o renderli addirittura positivi.

Le cose non stanno esattamente così: il rialzo dei tassi a lungo termine, infatti, ha fatto nuovamente lievitare il mark to market: costo di chiusura del contratto ad una certa data. In sostanza, gli enti locali - e anche un piccolo esercito di aziende - finiti nelle sabbie mobili dei derivati (un campo minato vastissimo sul quale è al lavoro la Corte dei Conti) vedono seriamente peggiorata la loro posizione finanziaria di lungo periodo. Numerosi enti locali, hanno sottoscritto in passato contratti swap.

Come uscire dal problema derivati? La presenza di criticità all’interno dei contratti swap - le opzioni digital o più in generale le clausole che ne configurano la natura speculativa - rendono gli stessi incoerenti rispetto al principio di contenimento dei rischi finanziari dell’ente; tali criticità possono costituire una leva importante che i Comuni possono azionare verso le banche per ottenere eventualmente l’annullamento delle posizioni in essere.

Con il consulente del Comune di Telese Terme, Francesco Fedele di Martingale Risk Italia, studio internazionale di ingegneria finanziaria che assiste numerosi enti ed imprese in Italia sulla tematica “derivati”, proviamo a valutare il caso. Le strategie più adeguate alla situazione partono da due specifici obiettivi: “Azzerarre il mark to market negativo – il costo richiesto dalla banca per estinguere il contratto swap – eliminando così l’esposizione del Comune al rischio di cedole negative future, che come accaduto per tanti enti, possono raggiungere valori incontrollabili”.

“In secondo luogo - continua Fedele - il Comune può quantificare ed eventualmente reclamare le commissioni occulte applicate dalla banca controparte alla data di stipula degli swap, ovvero quelle somme trattenute a discapito del Comune e non contrattualmente previste; solo un’analisi dettagliata dei contratti e la loro scomposizione permette di quantificarle e rendere il loro valore matematicamente tracciabile.

Qualora si finisse davanti ad un giudice oppure la posizione dovesse essere analizzata da un consulente tecnico d’ufficio, la tracciabilità dei risultati sarebbe un punto a favore per il Comune, il quale potrebbe reclamare la restituzione di tali commissioni, oltre che i danni”. Capofila degli enti che hanno risolto il problema degli swap è Telese Terme, che tra il 2003 ed il 2004 ha sottoscritto due swap per un nozionale complessivo di circa 12 milioni di Euro.

Il Comune, coordinato dal responsabile del settore finanziario Michele Casbarre, ha intrapreso le azioni volte a minimizzare i rischi finanziari presenti e prospettici. Con l’appoggio del sindaco, Gennaro Capasso, ci si è rivolti ad esperti del settore che, attraverso il monitoraggio delle posizioni in derivati ed una continua pressione sulla banca controparte, sono riusciti a portare fuori dai guai finanziari l’Ente


Quale soluzione ha scelto il Comune di Telese per risolvere la questione swap?
“Ha massimizzato i profitti nel periodo in cui i tassi erano favorevoli alla posizione del Comune, eliminando i rischi nel momento in cui questi diventavano particolarmente gravi. Infatti, nel momento in cui la situazione era diventata insostenibile (un passivo di circa € 240.000 in termini di costo di cancellazione (Mark to market), Casbarre si è rivolto a noi per concordare una serie di strategie finalizzate al migliore dei risultati”.


Il Comune ha, di fatto, annullato completamente il costo di cancellazione dei contratti e, a conti fatti, ha realizzato un utile di oltre 200.000 Euro, risultando così finanziariamente “virtuoso”. Perché oltre alle classiche negoziazioni, Il Comune ha scelto anche il monitoraggio dei derivati?
“Indipendentemente da eventuali azioni legali è sempre consigliabile che i comuni, sfruttando l’esempio di Telese Terme, intraprendano tutte le azioni volte a minimizzare i rischi finanziari presenti e prospettici. La stessa Corte dei Conti ha espresso più volte l’opportunità di monitorare le posizioni in derivati al fine di contenerne la rischiosità e di mantenere, all’interno del comune, una consapevolezza dell’ammontare dei flussi di cassa pagabili nel futuro”.Il monitoraggio costante delle posizioni, la consapevolezza dell’intenzione del Comune da parte della banca, ha infatti permesso di estinguere alcuni contratti swap a costo zero oppure a costi assolutamente sopportabili, approfittando di situazioni contingenti.


A Telese come è stata gestita la “bomba” dei derivati?
“In modo esemplare. Una volta che l’amministrazione ha preso atto della necessità di avvalersi di una figura professionale che potesse valutare l’effettiva rischiosità finanziaria dei contratti swap, il responsabile del settore finanziario si è prontamente adoperato scegliendo un consulente finanziario indipendente (non legato ad alcun istituto di credito). Il rapporto creatosi tra il Comune e lo studio che lo ha supportato nell’operazione di estinzione dei due contratti derivati ha consentito sia di mantenere sotto controllo il mercato, permettendo a Casbarre di controllare giornalmente quelli che erano i rischi relativi all’operazione di finanza derivata, sia di posizionarsi in maniera paritaria rispetto alla banca, evitando che quest’ultima potesse approfittare della complessità dei contratti swap. Una sinergia tra Comune e consulente è fondamentale.”.


Allo stato attuale, le amministrazioni che hanno avuto riscontri negativi dall’esperienza “derivati” sembrano però affrontare il problema in maniera ancora troppo superficiale. Spesso infatti gli enti ripongono fiducia nello scenario per cui la recente diminuzione dei tassi di interesse a breve ridurrebbe sia i flussi cedolari pagali alla banca, sia il costo per una eventuale estinzione anticipata, pari al mark to market corrente dello swap, senza quindi comprendere il rischio insito nella tipologia speculativa delle operazioni in essere. L’obiettivo della Corte dei Conti, dunque, appare quello di affiancarsi all’azione del legislatore, analizzando i fattori di criticità dei contratti sottoscritti e la loro conformità alla normativa vigente e, allo stesso tempo, sollecitando azioni concrete volte all’estinzione degli stessi contratti minimizzando i costi di uscita.


 
 

Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it