Il Comune di Telese ha risolto il problema
legato allo scambio di tassi con gli istituti
bancari. Contratti per 12 milioni di euro,
l’ente capofila nel recupero dei derivati
sottoscritti...
Il fenomeno dei derivati sottoscritti dagli enti
locali è diventato negli ultimi anni sinonimo di
speculazione, perdite e cattiva gestione della
finanza pubblica.
Lo scenario potrebbe apparire meno drammatico
rispetto a qualche mese fa per la drastica
diminuzione dei tassi di interesse, che taglia i
flussi cedolari (lo swap infatti prevede uno
scambio di tassi: variabile per il Comune, fisso
predeterminato per la banca) di prossima
scadenza da pagare alle banche, al punto da
avvicinarli allo zero o renderli addirittura
positivi.
Le cose non stanno esattamente così: il rialzo
dei tassi a lungo termine, infatti, ha fatto
nuovamente lievitare il mark to market: costo di
chiusura del contratto ad una certa data. In
sostanza, gli enti locali - e anche un piccolo
esercito di aziende - finiti nelle sabbie mobili
dei derivati (un campo minato vastissimo sul
quale è al lavoro la Corte dei Conti) vedono
seriamente peggiorata la loro posizione
finanziaria di lungo periodo. Numerosi enti
locali, hanno sottoscritto in passato contratti
swap.
Come uscire dal problema derivati? La presenza
di criticità all’interno dei contratti swap - le
opzioni digital o più in generale le clausole
che ne configurano la natura speculativa -
rendono gli stessi incoerenti rispetto al
principio di contenimento dei rischi finanziari
dell’ente; tali criticità possono costituire una
leva importante che i Comuni possono azionare
verso le banche per ottenere eventualmente
l’annullamento delle posizioni in essere.
Con il consulente del Comune di Telese Terme,
Francesco Fedele di Martingale Risk Italia,
studio internazionale di ingegneria finanziaria
che assiste numerosi enti ed imprese in Italia
sulla tematica “derivati”, proviamo a valutare
il caso. Le strategie più adeguate alla
situazione partono da due specifici obiettivi:
“Azzerarre il mark to market negativo – il costo
richiesto dalla banca per estinguere il
contratto swap – eliminando così l’esposizione
del Comune al rischio di cedole negative future,
che come accaduto per tanti enti, possono
raggiungere valori incontrollabili”.
“In secondo luogo - continua Fedele - il Comune
può quantificare ed eventualmente reclamare le
commissioni occulte applicate dalla banca
controparte alla data di stipula degli swap,
ovvero quelle somme trattenute a discapito del
Comune e non contrattualmente previste; solo
un’analisi dettagliata dei contratti e la loro
scomposizione permette di quantificarle e
rendere il loro valore matematicamente
tracciabile.
Qualora si finisse davanti ad un giudice oppure
la posizione dovesse essere analizzata da un
consulente tecnico d’ufficio, la tracciabilità
dei risultati sarebbe un punto a favore per il
Comune, il quale potrebbe reclamare la
restituzione di tali commissioni, oltre che i
danni”. Capofila degli enti che hanno risolto il
problema degli swap è Telese Terme, che tra il
2003 ed il 2004 ha sottoscritto due swap per un
nozionale complessivo di circa 12 milioni di
Euro.
Il Comune, coordinato dal responsabile del
settore finanziario Michele Casbarre, ha
intrapreso le azioni volte a minimizzare i
rischi finanziari presenti e prospettici. Con
l’appoggio del sindaco, Gennaro Capasso, ci si è
rivolti ad esperti del settore che, attraverso
il monitoraggio delle posizioni in derivati ed
una continua pressione sulla banca controparte,
sono riusciti a portare fuori dai guai
finanziari l’Ente
Quale soluzione ha scelto il Comune di Telese
per risolvere la questione swap?
“Ha massimizzato i profitti nel periodo in cui i
tassi erano favorevoli alla posizione del
Comune, eliminando i rischi nel momento in cui
questi diventavano particolarmente gravi.
Infatti, nel momento in cui la situazione era
diventata insostenibile (un passivo di circa €
240.000 in termini di costo di cancellazione
(Mark to market), Casbarre si è rivolto a noi
per concordare una serie di strategie
finalizzate al migliore dei risultati”.
Il Comune ha, di fatto, annullato completamente
il costo di cancellazione dei contratti e, a
conti fatti, ha realizzato un utile di oltre
200.000 Euro, risultando così finanziariamente
“virtuoso”. Perché oltre alle classiche
negoziazioni, Il Comune ha scelto anche il
monitoraggio dei derivati?
“Indipendentemente da eventuali azioni legali è
sempre consigliabile che i comuni, sfruttando
l’esempio di Telese Terme, intraprendano tutte
le azioni volte a minimizzare i rischi
finanziari presenti e prospettici. La stessa
Corte dei Conti ha espresso più volte
l’opportunità di monitorare le posizioni in
derivati al fine di contenerne la rischiosità e
di mantenere, all’interno del comune, una
consapevolezza dell’ammontare dei flussi di
cassa pagabili nel futuro”.Il monitoraggio
costante delle posizioni, la consapevolezza
dell’intenzione del Comune da parte della banca,
ha infatti permesso di estinguere alcuni
contratti swap a costo zero oppure a costi
assolutamente sopportabili, approfittando di
situazioni contingenti.
A Telese come è stata gestita la “bomba” dei
derivati?
“In modo esemplare. Una volta che
l’amministrazione ha preso atto della necessità
di avvalersi di una figura professionale che
potesse valutare l’effettiva rischiosità
finanziaria dei contratti swap, il responsabile
del settore finanziario si è prontamente
adoperato scegliendo un consulente finanziario
indipendente (non legato ad alcun istituto di
credito). Il rapporto creatosi tra il Comune e
lo studio che lo ha supportato nell’operazione
di estinzione dei due contratti derivati ha
consentito sia di mantenere sotto controllo il
mercato, permettendo a Casbarre di controllare
giornalmente quelli che erano i rischi relativi
all’operazione di finanza derivata, sia di
posizionarsi in maniera paritaria rispetto alla
banca, evitando che quest’ultima potesse
approfittare della complessità dei contratti
swap. Una sinergia tra Comune e consulente è
fondamentale.”.
Allo stato attuale, le amministrazioni che hanno
avuto riscontri negativi dall’esperienza
“derivati” sembrano però affrontare il problema
in maniera ancora troppo superficiale. Spesso
infatti gli enti ripongono fiducia nello
scenario per cui la recente diminuzione dei
tassi di interesse a breve ridurrebbe sia i
flussi cedolari pagali alla banca, sia il costo
per una eventuale estinzione anticipata, pari al
mark to market corrente dello swap, senza quindi
comprendere il rischio insito nella tipologia
speculativa delle operazioni in essere.
L’obiettivo della Corte dei Conti, dunque,
appare quello di affiancarsi all’azione del
legislatore, analizzando i fattori di criticità
dei contratti sottoscritti e la loro conformità
alla normativa vigente e, allo stesso tempo,
sollecitando azioni concrete volte
all’estinzione degli stessi contratti
minimizzando i costi di uscita.
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