23 aprile 2009
Telese, via Fausto Coppi, terra di nessuno
Salvatore Sorrentino

 

 

Sono alcuni anni che vivo a Telese con la mia famiglia, emigrati dal napoletano carichi di aspettative rivolte, in special modo, al raggiungimento di condizioni di vita “più sostenibili.”

 

Poco o nulla avrebbe importato impattare contro i mali canonici della società contemporanea, ciò che realmente avrebbe fatto la differenza per la nostra spiccata coscienza ambientalista, sarebbe stato poter godere di una buona qualità dell’ambiente urbano (strade asfaltate e pulite, raccolta differenziata dei rifiuti, aria finalmente  respirabile) e dei servizi essenziali (scuola, sanità).

 Per godere di una maggiore tranquillità pur non ricadendo nell’isolamento, decidemmo di prendere casa a via Fausto Coppi, zona periferica che ambiziosamente viene definita “Telese 2” perché ha vissuto negli ultimi anni uno sviluppo edilizio rapido, costante e senza precedenti nella storia del paese.

 

Oggi, per svariati motivi,  mi ritrovo a fare la strada verso la mia nuova casa più volte al giorno ed ogni volta  mi accorgo che lo scenario circostante cambia più o meno rapidamente: i cantieri edili spuntano ormai come funghi mentre quegli orrendi palazzoni abbandonati e disabitati, verdastri di muffa e di vernice restano sempre la, come un pugno nell’occhio ad imbrattare la stupenda visuale delle colline circostanti.

 

 

Accompagno mio figlio a scuola. Percorro il cavalcavia inaugurato poco più di un anno fa per evitare attraversamenti ferroviari e favorire il collegamento col centro, il cavalcavia che mi conduce verso casa e verso il lago, uno degli angoli più caratteristici del paese, e ad un certo punto mi sento sprofondare; l’auto deve superare un dislivello perché la strada ha subito un avvallamento le cui dimensioni si fanno ogni giorno più preoccupanti nonostante un paio di interventi “tampone” effettuati nei mesi scorsi.

 

Cosi riflettendo, ricordo che più volte è stata promessa la realizzazione di una sopraelevata pedonale che libererebbe la popolazione residente da un serio disagio: raggiungere la stazione ferroviaria ed il centro di Telese a piedi, con minore difficoltà.

 

Proseguo la strada e imbocco il vialetto di casa; finalmente sono pronto a lasciarmi alle spalle le brutture che ho visto, quando realizzo che ha piovuto, sta piovendo ancora; sono mesi che va avanti cosi, d’altronde. Allora vuol dire che per entrare in casa devo superare la laguna che si è formata sulla strada; una strada che da anni promettono a me e ancor più ai miei stoici vicini di rimettere a posto ed asfaltare, deludendoci sempre con estrema

puntualità.

 

 

Cerco di cacciare dalla mente questi pensieri mentre, tutto inzaccherato, mi accingo a varcare la soglia di casa.

 

E’ pur vero che, con l’avvio a pieno regime della raccolta differenziata dei rifiuti, hanno finalmente rimosso quegli orribili e maleodoranti contenitori proprio di fronte le nostre abitazioni. Ma, giro lo sguardo e… nulla è cambiato. Il posto riservato alla spazzatura è sempre quello, ora i sacchetti giacciono per terra e, senza protezione alcuna, diventano tavola imbandita per animali di ogni genere che razziando,  spargono lerciume tutt’intorno. Specialmente la sera, infatti, è spesso possibile apprezzare branchi di randagi (cani, gatti e… altro) che accorrono nella nostra zona, per partecipare a “rave party” offerti dai residenti di via F. Coppi, a base di cibo buono e immediatamente disponibile. Proprio cosi. Perché molto merito va anche ai residenti (non tutti, per carità) della zona che, “ignari” dell’esistenza di un calendario del deposito del pattume, abbandonano i loro rifiuti (copertoni dei pneumatici compresi) appena si determina la necessità, cioè ogni giorno e ad ogni ora.

 

 

Guardo quell’indegno spettacolo e mi tornano in mente le scene viste alla telegiornale (ma anche di persona) nel periodo dell’emergenza rifiuti a Napoli; ora l’emergenza è finita e Napoli è stata ripulita riacquistando un aspetto normale. Al contrario, ai tempi dell’emergenza rifiuti, quando in via Fausto Coppi c’erano i “cassonetti,”  la strada era pulita; ora che l’emergenza è passata, i cassonetti non ci sono più, si gode una veduta all’incirca disgustosa. Quando il vento è forte, nei nostri giardini, sui nostri balconi,  non di rado è possibile rinvenire piatti, bicchieri e vario ciarpame di plastica e carta.

 

 

Quasi del tutto convinto di non aver fatto un buon affare emigrando qui a causa della scarsa differenza tra dov’ero e dove sono, ritiro la posta dalla cassetta, entro in casa e mi accomodo sul divano. Cerco tra le carte qualcosa che mi possa  tirare un po’ su di morale ma… solo bollette e reclame.

 

No, aspetta un momento, i primi volantini elettorali!

Ed a quel punto mi si accende la speranza.

Il momento è propizio.

Basta promesse, è ora di fatti!

 

Salvatore Sorrentino

 

 

     

 Valle Telesina


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