PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Circolo “Vera Lombardi” – Telese Terme
COMUNICATO STAMPA
Mercoledì 14 ottobre
l’assemblea del circolo, aperta a tutta la
cittadinanza, ha discusso dei recenti
avvenimenti telesini. Attendiamo con fiducia che
la magistratura faccia il proprio lavoro, e
sottolineiamo che le responsabilità penali
andranno accertate caso per caso. Non siamo
infatti indifferenti alle difficoltà di chi è
colpito dalle indagini: si tratta di cittadini
di Telese e della Valle Telesina ai quali
auguriamo di poter al più presto dimostrare la
propria estraneità ai fatti contestati.
Particolare attenzione
va riservata, inoltre, ai lavoratori delle
aziende coinvolte: occorre attivare tutte le
misure utili a garantire un sostegno al reddito
in questa delicatissima fase.
Ci compete un
giudizio politico sulla vicenda, forti della
storia e della coerenza del PRC. Abbiamo sempre
avversato una gestione amministrativa che, negli
ultimi 25 anni, si è interessata dei privilegi
dei pochi fortunati, mentre la “programmazione”
territoriale, economica e sociale gettava Telese
nell’incertezza e alimentava un ventre molle di
cui non conosciamo la reale portata. Molte
delle vicende ci hanno visti contrapposti al
sindaco D’Occhio, artefice di un’escrescenza
incontrollata propagandata per progresso
collettivo.
È il caso, ad esempio,
dell’ex molino Capasso & Romano, di
proprietà di D’Occhio: un affare da otto milioni
di euro per portarvi il liceo di Telese. La
nostra contrapposizione, passata anche
attraverso l’impegno del senatore Tommaso
Sodano, insieme a tanti altri soggetti, ha
fatto saltare un’operazione già conclusa e
oggi quel fronte del no è ad un passo dal
finanziamento del nuovo polo scolastico.
È il caso ancora delle
infiltrazioni camorristiche, che
rischiano di annidarsi soprattutto nell’edilizia
privata: grandi strutture, terziarie e
residenziali, costruite e vendute da imprese
provenienti soprattutto dal distretto di Casal
di Principe. È noto che il clan dei Casalesi,
infatti, ha nell’edilizia uno dei suoi settori
principali. Quando abbiamo fatto queste
battaglie, grazie all’onorevole (allora) di
Rifondazione Comunista, Nichi Vendola, da
circa dieci anni a questa parte, D’Occhio ci ha
denunciati per procurato allarme e ha affisso
dei manifesti con i nostri nomi. Una pratica
insolita, per un sindaco, tale da mettere a
rischio l’incolumità di chi denunciava la
camorra. Del resto incredibile fu pure la
denuncia per diffamazione al giornalista
Carlo Pascarella, “reo” di aver pubblicato
le dichiarazioni di un pentito del clan dei
Casalesi che descriveva gli interessi di questi
ultimi per l’area telesina.
È il caso, ancora, degli
omicidi perpetrati nel nostro territorio:
nel 2007 si mobilitarono gli studenti del
liceo, l’associazione Libera, con
don Tonino Palmese, l’assessore regionale
Corrado Gabriele, e il PRC. C’erano i
cittadini, ma non c’erano altri soggetti
organizzati né istituzioni. Non c’era nemmeno
qualche pseudorivoluzionario che oggi approfitta
della vicenda per ritagliarsi un po’ di
visibilità, dimentico dei princìpii garantisti e
di ogni sentimento di umana solidarietà. Quando
la camorra sparava e ammazzava lui se ne stava
rintanato. Oggi rivendica meriti che non gli
sono mai appartenuti. Tra l’altro proprio sulle
speculazioni edilizie qualcuno farebbe meglio a
tacere.
Le dichiarazioni rese
da D’Occhio sono molto gravi, e rendono
merito all’azione del PRC che si impegnò per
rimuoverlo dalla carica di segretario generale
dell’Autorità di bacino Liri-Garigliano e
Volturno, cosa che avvenne il 15 novembre 2007.
D’Occhio afferma due cose: 1. Il meccanismo
degli appalti avrebbe impedito ad imprese
esterne di penetrare a Telese; 2. Di non aver
percepito tangenti ma solo parcelle in nero, in
quanto come segretario generale non poteva
esercitare la libera professione nel territorio
di competenza.
Sul primo punto, la
sostanziale ammissione dell’esistenza del
sistema è aggravata dalla infondatezza della
presunta buona causa, proprio perché la
frenetica edilizia privata è stata perlomeno
fuori controllo (non si sa fino a che punto per
volontà o superficialità). Sul secondo punto, è
chiaro che siamo di fronte, per stessa
ammissione del sindaco, ad una condotta
immorale e indegna di un pubblico amministratore,
lautamente pagato dai soldi dei contribuenti per
svolgere un incarico di altissimo prestigio.
Cioè a dire: i soldi delle tasse pagate da
noi tutti sono serviti ad arricchire un
(perlomeno) grandissimo evasore.
Questo modo di fare,
spavaldo e spietato, ha tramutato i disvalori in
valori, la vergogna in virtù. Il tessuto civico
e morale della comunità telesina si è
profondamente deteriorato. Infatti ancora oggi
molti cittadini difendono D’Occhio e il suo
operato amministrativo.
Per questo la portata
dell’inchiesta non ci trova affatto sorpresi,
come invece capita ad altri, che probabilmente
si erano distratti nei precedenti anni di
opposizione consiliare e sociale.
Il malcostume e le manovre al limite della
legalità sono diventate la regola aurea di molti. Basti pensare al caso di qualche
assessore in carica, che ai tempi delle
amministrative aveva trasferito oltre venti
residenze (e quindi venti voti di preferenza) da
comuni limitrofi, presso la propria dimora e
quella dei genitori. È un fatto eticamente
accettabile, questo? Attendiamo risposte.
L’amministrazione
attiva, comprensibilmente scossa dagli
avvenimenti, ha espresso solidarietà al sindaco,
ma fatica a trovare un percorso politico. A
prescindere da quel che accadrà, il novero
delle accuse toglie legittimità e credibilità
all’azione amministrativa, in cui pure si
stagliano molti di indiscussa moralità. Alla
luce del quadro delineato dall’operazione “Telesia”,
lo stesso risultato delle scorse elezioni,
così eclatante, trova una più comprensibile
giustificazione. Sia il risultato della
lista D’Occhio che i roboanti voti di preferenza
dei suoi delfini, infatti, appaiono ora per
quello che erano effettivamente: prestazioni
probabilmente dopate da meccanismi antisportivi.
L’invincibilità del sindaco rivela la sua reale
natura.
Tace la maggioranza,
tace la giunta, tace il vicesindaco reggente.
Tace pure il PDL, partito di appartenenza di
sindaco, assessori e consiglieri.
Impressiona, questo silenzio del maggior partito
di governo, che però non perde occasione per
parlare su tutto lo scibile politico, spesso
scantonando e sbagliano metodo e merito. Cosa
dice il PDL locale? Cosa dice il PDL
provinciale? Non ha proprio nulla da dire,
nemmeno in difesa di D’Occhio, che sedeva nelle
prime file ad ascoltare Berlusconi il giorno
prima dell’arresto?
Portiamo rispetto per le
persone e per le istituzioni, non facciamo a
gara con gli sciacalli. La nostra linea è sempre
quella, tracciata nel solco del coraggio, dei
diritti, dell’onestà, del lavoro, dell’impegno,
della solidarietà, dei beni comuni,
dell’ambiente e del territorio, della
trasparenza, dello spirito di servizio. Del
futuro possibile per la nostra comunità.
Sono i contenuti che
porteremo, nei prossimi mesi o nei prossimi
anni, fino alle successive elezioni
amministrative. Il circolo “Vera Lombardi”
lavora sin da ora per costruire una compagine
seria e forte, democratica, aperta, viva. Il PRC
si pone come elemento portante dell’innovazione
politica per Telese, contro il politicismo
conservatore in cui ha allignato il male che
oggi sembra finalmente venir fuori.
Telese Terme, 17 ottobre 2009
Per il Direttivo del circolo
Gianluca Aceto
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