18 ottobre 2009
Aceto interviene sulla "Operazione Telesia"
Gianluca Aceto

 

 

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Circolo “Vera Lombardi” – Telese Terme

 

COMUNICATO STAMPA

 

Mercoledì 14 ottobre l’assemblea del circolo, aperta a tutta la cittadinanza, ha discusso dei recenti avvenimenti telesini. Attendiamo con fiducia che la magistratura faccia il proprio lavoro, e sottolineiamo che le responsabilità penali andranno accertate caso per caso. Non siamo infatti indifferenti alle difficoltà di chi è colpito dalle indagini: si tratta di cittadini di Telese e della Valle Telesina ai quali auguriamo di poter al più presto dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.

Particolare attenzione va riservata, inoltre, ai lavoratori delle aziende coinvolte: occorre attivare tutte le misure utili a garantire un sostegno al reddito in questa delicatissima fase.

Ci compete un giudizio politico sulla vicenda, forti della storia e della coerenza del PRC. Abbiamo sempre avversato una gestione amministrativa che, negli ultimi 25 anni, si è interessata dei privilegi dei pochi fortunati, mentre la “programmazione” territoriale, economica e sociale gettava Telese nell’incertezza e alimentava un ventre molle di cui non conosciamo la reale portata. Molte delle vicende ci hanno visti contrapposti al sindaco D’Occhio, artefice di un’escrescenza incontrollata propagandata per progresso collettivo.

È il caso, ad esempio, dell’ex molino Capasso & Romano, di proprietà di D’Occhio: un affare da otto milioni di euro per portarvi il liceo di Telese. La nostra contrapposizione, passata anche attraverso l’impegno del senatore Tommaso Sodano, insieme a tanti altri soggetti, ha fatto saltare un’operazione già conclusa e oggi quel fronte del no è ad un passo dal finanziamento del nuovo polo scolastico.

È il caso ancora delle infiltrazioni camorristiche, che rischiano di annidarsi soprattutto nell’edilizia privata: grandi strutture, terziarie e residenziali, costruite e vendute da imprese provenienti soprattutto dal distretto di Casal di Principe. È noto che il clan dei Casalesi, infatti, ha nell’edilizia uno dei suoi settori principali. Quando abbiamo fatto queste battaglie, grazie all’onorevole (allora) di Rifondazione Comunista, Nichi Vendola, da circa dieci anni a questa parte, D’Occhio ci ha denunciati per procurato allarme e ha affisso dei manifesti con i nostri nomi. Una pratica insolita, per un sindaco, tale da mettere a rischio l’incolumità di chi denunciava la camorra. Del resto incredibile fu pure la denuncia per diffamazione al giornalista Carlo Pascarella, “reo” di aver pubblicato le dichiarazioni di un pentito del clan dei Casalesi che descriveva gli interessi di questi ultimi per l’area telesina.

È il caso, ancora, degli omicidi perpetrati nel nostro territorio: nel 2007 si mobilitarono gli studenti del liceo, l’associazione Libera, con don Tonino Palmese, l’assessore regionale Corrado Gabriele, e il PRC. C’erano i cittadini, ma non c’erano altri soggetti organizzati né istituzioni. Non c’era nemmeno qualche pseudorivoluzionario che oggi approfitta della vicenda per ritagliarsi un po’ di visibilità, dimentico dei princìpii garantisti e di ogni sentimento di umana solidarietà. Quando la camorra sparava e ammazzava lui se ne stava rintanato. Oggi rivendica meriti che non gli sono mai appartenuti. Tra l’altro proprio sulle speculazioni edilizie qualcuno farebbe meglio a tacere.

Le dichiarazioni rese da D’Occhio sono molto gravi, e rendono merito all’azione del PRC che si impegnò per rimuoverlo dalla carica di segretario generale dell’Autorità di bacino Liri-Garigliano e Volturno, cosa che avvenne il 15 novembre 2007. D’Occhio afferma due cose: 1. Il meccanismo degli appalti avrebbe impedito ad imprese esterne di penetrare a Telese; 2. Di non aver percepito tangenti ma solo parcelle in nero, in quanto come segretario generale non poteva esercitare la libera professione nel territorio di competenza.

Sul primo punto, la sostanziale ammissione dell’esistenza del sistema è aggravata dalla infondatezza della presunta buona causa, proprio perché la frenetica edilizia privata è stata perlomeno fuori controllo (non si sa fino a che punto per volontà o superficialità). Sul secondo punto, è chiaro che siamo di fronte, per stessa ammissione del sindaco, ad una condotta immorale e indegna di un pubblico amministratore, lautamente pagato dai soldi dei contribuenti per svolgere un incarico di altissimo prestigio. Cioè a dire: i soldi delle tasse pagate da noi tutti sono serviti ad arricchire un (perlomeno) grandissimo evasore.

Questo modo di fare, spavaldo e spietato, ha tramutato i disvalori in valori, la vergogna in virtù. Il tessuto civico e morale della comunità telesina si è profondamente deteriorato. Infatti ancora oggi molti cittadini difendono D’Occhio e il suo operato amministrativo.

Per questo la portata dell’inchiesta non ci trova affatto sorpresi, come invece capita ad altri, che probabilmente si erano distratti nei precedenti anni di opposizione consiliare e sociale.

Il malcostume e le manovre al limite della legalità sono diventate la regola aurea di molti. Basti pensare al caso di qualche assessore in carica, che ai tempi delle amministrative aveva trasferito oltre venti residenze (e quindi venti voti di preferenza) da comuni limitrofi, presso la propria dimora e quella dei genitori. È un fatto eticamente accettabile, questo? Attendiamo risposte.

L’amministrazione attiva, comprensibilmente scossa dagli avvenimenti, ha espresso solidarietà al sindaco, ma fatica a trovare un percorso politico. A prescindere da quel che accadrà, il novero delle accuse toglie legittimità e credibilità all’azione amministrativa, in cui pure si stagliano molti di indiscussa moralità. Alla luce del quadro delineato dall’operazione “Telesia”, lo stesso risultato delle scorse elezioni, così eclatante, trova una più comprensibile giustificazione. Sia il risultato della lista D’Occhio che i roboanti voti di preferenza dei suoi delfini, infatti, appaiono ora per quello che erano effettivamente: prestazioni probabilmente dopate da meccanismi antisportivi. L’invincibilità del sindaco rivela la sua reale natura.

Tace la maggioranza, tace la giunta, tace il vicesindaco reggente. Tace pure il PDL, partito di appartenenza di sindaco, assessori e consiglieri. Impressiona, questo silenzio del maggior partito di governo, che però non perde occasione per parlare su tutto lo scibile politico, spesso scantonando e sbagliano metodo e merito. Cosa dice il PDL locale? Cosa dice il PDL provinciale? Non ha proprio nulla da dire, nemmeno in difesa di D’Occhio, che sedeva nelle prime file ad ascoltare Berlusconi il giorno prima dell’arresto?

Portiamo rispetto per le persone e per le istituzioni, non facciamo a gara con gli sciacalli. La nostra linea è sempre quella, tracciata nel solco del coraggio, dei diritti, dell’onestà, del lavoro, dell’impegno, della solidarietà, dei beni comuni, dell’ambiente e del territorio, della trasparenza, dello spirito di servizio. Del futuro possibile per la nostra comunità.

Sono i contenuti che porteremo, nei prossimi mesi o nei prossimi anni, fino alle successive elezioni amministrative. Il circolo “Vera Lombardi” lavora sin da ora per costruire una compagine seria e forte, democratica, aperta, viva. Il PRC si pone come elemento portante dell’innovazione politica per Telese, contro il politicismo conservatore in cui ha allignato il male che oggi sembra finalmente venir fuori.

 

Telese Terme, 17 ottobre 2009

Per il Direttivo del circolo

Gianluca Aceto

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it