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Se è vero quello che dice
D'Occhio
i Casalesi dovrebbero costituirsi come
parte offesa
Le
motivazioni del sindaco di Telese alle gare
vinte sempre da ditte locali e che bisognava
tenere lontani i clan malavitosi da Ufficio
Stampa
Il
sindaco di Telese Terme, Giuseppe D’Occhio,
recentemente arrestato per la Tangentopoli
Telesina, si difende sostenendo di aver voluto
aiutare le ditte locali ad aggiudicarsi i lavori
per impedire la infiltrazione del clan dei
casalesi.
Insomma, secondo tali argomentazioni, le gare di
appalto per opere pubbliche a Telese venivano
truccate a fin di bene, cioè con l’obiettivo di
tenere lontana la camorra.
Effettivamente le imprese che si sono
aggiudicate i lavori a seguito delle gare
truccate, secondo la indagine della Guardia di
Finanza, sono tutte locali e quindi sembra
davvero che il nobile intento del sindaco sia
stato raggiunto.
Pertanto i casalesi, essendo vittime del disegno
criminoso contestato dalla Procura della
Repubblica ad imprenditori, amministratori e
funzionari pubblici telesini, potrebbero
costituirsi “parte civile” nel processo e
chiedere pure il risarcimento per il danno
subito in quanto illecitamente esclusi dagli
appalti.
E’
probabile, però, che non lo facciano perché da
un po’ di tempo si verifica che le ditte locali
partecipano ai piccoli appalti per lavori
pubblici mentre le ditte colluse con la
criminalità organizzata si dedicano alla
costruzione di strutture commerciali o parchi
residenziali, con fondi privati da riciclare
perché derivanti da attività illecite.
Basta indagare sulla attività edilizia privata a
Telese negli ultimi otto anni per capire se i
casalesi sono stati tenuti fuori dai giochi
delle gare di appalto truccate oppure se c’è
stato un “autorevole” accordo per spartirsi il
territorio.
Il
presidente- Gabriele Corona
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