Vorrei prendere spunto dai commenti che ho letto
in questi in giorni sul caso degli appalti
truccati a Telese per sviluppare alcune
riflessioni personali.
Premesso che, per fortuna, siamo ancora in uno
stato di diritto (e speriamo che tale rimanga),
e che quindi un ordine di custodia cautelare non
prefigura una condanna in via definitiva, va
tuttavia rilevato che la presunzione di
innocenza non prefigura una assoluzione per non
aver commesso il fatto.
Inoltre la vicenda è talmente articolata che non
ci sono solo eventuali responsabilità penali, la
cui esistenza sarà compito della magistratura
accertare, ma se tali responsabilità saranno
evidenziate dagli organi preposti, andranno
anche considerate le responsabilità politiche e
le responsabilità morali di chi avrebbe
consentito tali accadimenti con il proprio
comportamento.
E allora:
-
va bene che il capogruppo della maggioranza
consiliare esprima l’auspicio che tutti gli
indagati possano dimostrare la propria
estraneità ai fatti contestati, ma per
esprimere solidarietà aspetterei gli esiti
giudiziari;
-
va bene che il capogruppo di minoranza
Gennaro Capasso esprima una sua opinione
dicendo che “I lavori pubblici sono il vero
interesse di Pino D’Occhio”, ma dovrebbe
anche spiegare perché durante i cinque anni
del suo mandato (che rientrano nell’ambito
delle indagini) non se n’era accorto, oppure
perché, pur avendolo capito, ha lasciato la
delega dei lavori pubblici a D’occhio per
tutti i cinque anni;
-
va bene che il capogruppo di minoranza
Gianni Liverini esprima solidarietà ai
familiari degli indagati, ma mi aspetterei
almeno la stessa solidarietà per quegli
imprenditori e i loro dipendenti e familiari
che, qualora venisse confermato l’impianto
accusatorio, ne avrebbero ricevuto un danno
morale ed economico non più sanabile;
-
meno comprensibile mi risulta lo sconcerto
di Liverini, ricordando i contenuti
dell’ultima campagna elettorale;
-
trovo insopportabile invece l’atteggiamento
ipocrita di chi, pur essendo ben noto
l’appoggio dato a D’Occhio in passato, oggi
ne prende le distanze ancor prima anche di
un rinvio a giudizio;
-
spero che la magistratura faccia rapidamente
il suo corso, affinchè chi ha sbagliato
paghi la sua pena ma soprattutto affinchè se
qualcuno è estraneo ai fatti possa al più
presto tornare alla propria famiglia;
-
se i fatti venissero confermati dai vari
gradi di giudizio, mi aspetto le pubbliche
scuse alla cittadinanza tutta da parte di
chi ha politicamente consentito, pur essendo
immune da responsabilità penali, che tali
eventi potessero aver luogo;
-
mi auguro infine che questi eventi possano
comunque contribuire alla crescita morale di
Telese, che non è la città in cui sono nato,
ma è quella in cui ho scelto liberamente di
vivere, e che tutti capiscano che libertà
non significa poter fare quel che mi pare,
ma avere il diritto di fare quello che è
consentito.
Vorrei concludere dicendo che di tutto quanto ci
accade non possiamo lamentarci, se non abbiamo
almeno provato ad evitarlo, e soprattutto
ricordiamoci che i nostri figli ci guardano e ci
giudicano per il mondo che gli stiamo
consegnando, un mondo senza regole, o meglio un
mondo in cui il regolamento è “nessun
regolamento”.
Fermiamoci a riflettere finchè ne abbiamo la
possibilità, e per chi vuole consiglio la
lettura di questo post e dei relativi commenti,
che ci portano ben oltre l’evento specifico:
http://moksna83.wordpress.com/2009/06/03/perche-un-altro-mondo-e-impossibile/#more-220
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Luciano Frittelli
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