15 ottobre 2009
Telese, riflessioni sugli appalti truccati
Luciano Frittelli

 

 

Vorrei prendere spunto dai commenti che ho letto in questi in giorni sul caso degli appalti truccati a Telese per sviluppare alcune riflessioni personali.

Premesso che, per fortuna, siamo ancora in uno stato di diritto (e speriamo che tale rimanga), e che quindi un ordine di custodia cautelare non prefigura una condanna in via definitiva, va tuttavia rilevato che la presunzione di innocenza non prefigura una assoluzione per non aver commesso il fatto.

Inoltre la vicenda è talmente articolata che non ci sono solo eventuali responsabilità penali, la cui esistenza sarà compito della magistratura accertare, ma se tali responsabilità saranno evidenziate dagli organi preposti, andranno anche considerate le responsabilità politiche e le responsabilità morali di chi avrebbe consentito tali accadimenti con il proprio comportamento.

E allora:

  • va bene che il capogruppo della maggioranza consiliare esprima l’auspicio che tutti gli indagati possano dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, ma per esprimere solidarietà aspetterei gli esiti giudiziari;
  • va bene che il capogruppo di minoranza Gennaro Capasso esprima una sua opinione dicendo che “I lavori pubblici sono il vero interesse di Pino D’Occhio”, ma dovrebbe anche spiegare perché durante i cinque anni del suo mandato (che rientrano nell’ambito delle indagini) non se n’era accorto, oppure perché, pur avendolo capito, ha lasciato la delega dei lavori pubblici a D’occhio per tutti i cinque anni;
  • va bene che il capogruppo di minoranza Gianni Liverini esprima solidarietà ai familiari degli indagati, ma mi aspetterei almeno la stessa solidarietà per quegli imprenditori e i loro dipendenti e familiari che, qualora venisse confermato l’impianto accusatorio, ne avrebbero ricevuto un danno morale ed economico non più sanabile;
  • meno comprensibile mi risulta lo sconcerto di Liverini, ricordando i contenuti dell’ultima campagna elettorale;
  • trovo insopportabile invece l’atteggiamento ipocrita di chi, pur essendo ben noto l’appoggio dato a D’Occhio in passato, oggi ne prende le distanze ancor prima anche di un rinvio a giudizio;
  • spero che la magistratura faccia rapidamente il suo corso, affinchè chi ha sbagliato paghi la sua pena ma soprattutto affinchè se qualcuno è estraneo ai fatti possa al più presto tornare alla propria famiglia;
  • se i fatti venissero confermati dai vari gradi di giudizio, mi aspetto le pubbliche scuse alla cittadinanza tutta da parte di chi ha politicamente consentito, pur essendo immune da responsabilità penali, che tali eventi potessero aver luogo;
  • mi auguro infine che questi eventi possano comunque contribuire alla crescita morale di Telese, che non è la città in cui sono nato, ma è quella in cui ho scelto liberamente di vivere, e che tutti capiscano che libertà non significa poter fare quel che mi pare, ma avere il diritto di fare quello che è consentito.

 

Vorrei concludere dicendo che di tutto quanto ci accade non possiamo lamentarci, se non abbiamo almeno provato ad evitarlo, e soprattutto ricordiamoci che i nostri figli ci guardano e ci giudicano per il mondo che gli stiamo consegnando, un mondo senza regole, o meglio un mondo in cui il regolamento è “nessun regolamento”.

 

Fermiamoci a riflettere finchè ne abbiamo la possibilità, e per chi vuole consiglio la lettura di questo post e dei relativi commenti, che ci portano ben oltre l’evento specifico:

http://moksna83.wordpress.com/2009/06/03/perche-un-altro-mondo-e-impossibile/#more-220

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Luciano Frittelli

 

 

 

     

 Valle Telesina


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