Editoriale de "L'altra voce" di ottobre 2009
Il
malaffare è diventato oramai cultura dominante
di
Domenico Longo
Degli arresti effettuati a Telese Terme dalla
Guardia di Finanza di Benevento il dodici di
ottobre scorso, se ne parlava già larvatamente
da qualche anno. I termini esatti delle vicende
contestate non si conoscevano, così come pure, a
parte il sindaco, l'identità dei soggetti
indagati, ma si sapeva che la Guardia di Finanza
aveva già da qualche anno concluso e consegnato
alla Procura della Repubblica di Benevento un
primo faldone contenente reati gravi commessi
sul territorio telesino e legati per lo più ad
appalti pubblici.
Titolare dell'indagine è il Sostituto
Procuratore, Clemente. Ad essere colpite sono
state una quindicina di persone, tutte tratte in
arresto (solo 3 ai domiciliari), con pesanti
capi d'accusa: "associazione a delinquere
finalizzata alla turbativa d'asta; corruzione;
truffa e falso". Altre 60 persone coinvolte a
vario titolo, hanno ricevuto altrettanti avvisi
di garanzia.
Sono stati colpiti dal provvedimento di
detenzione, tra gli altri, il sindaco del comune
Giuseppe D'Occhio, il responsabile dell'UTC, un
impiegato comunale, Pasquale Giaquinto ed alcuni
imprenditori, tra i più vicini
all'amministrazione Pietro Paolo Pacelli e
Pasquale Iorio.
Quelli che si dicevano meglio informati nella
fase preliminare, azzardavano l'ipotesi che i
reati da contestare al sindaco potessero
riferirsi per lo più a collusioni con il temuto
clan dei casalesi, per via di lavori più
consistenti effettuati sul territorio telesino,
per il passato, come quelli che hanno
interessato le sponde del fiume Calore, ad
esempio, concessi in appalto a ditte
chiacchierate del basso casertano proprio da
D'Occhio in qualità di Autorità di bacino del
Liri Garigliano, o come altri effettuati sulle
alture telesi-ne. Se ci dovessero essere
sviluppi delle indagini in tal senso forse
sapremo come stanno realmente le cose, posto che
tali fatti facciano parte del faldone delle
indagini.
Telese negli ultimi anni ha subito forti
sollecitazioni legate al settore edilizio e
dunque infrastrutturale per ciò che riguarda i
lavori pubblici. Nell'ultimo decennio sono
aumentate esponenzialmente le costruzioni per
civile abitazione e quelle destinate ad attività
commerciali. La conseguenza di tutto ciò è
rinvenibile anche nell'enorme speculazione che
esiste nel settore edilizio proprio a Telese e
più di ogni altro luogo sannita.
Se
si iniziasse un'indagine in questa direzione,
che in molti casi ha favorito spudoratamente
pochi soggetti rendendoli facilmente ricchi
attraverso il cal-pestio della dignità della
maggioranza degli altri cittadini, i risultati
giudiziari non sarebbero meno gravi degli
attuali.
Va
certamente riconosciuto che questo andazzo,
però, è oramai genera-lizzato a livelli
nazionali. Le amministrazioni comunali sono in
realtà solo le cellule minori, che si sono
adeguate in molti casi a quella che è diventata
cultura sociale della politica.
Nel Sannio, tuttavia, non s'era mai vista
un'indagine contro una pubblica amministrazione
che sfociasse in un risultato simile. Forse ci
ha pensato sempre "san Clemente", l'altro, a
frenare i potenziali esuberi della giustizia. E
così, tutte le denunce contro le pubbliche
amministrazioni o contro quelli che possono
essere definiti centri di potere politico, per
il passato, hanno riscosso scarsissimo interesse
da parte di Sostituti fallaci.
L'ex Procuratore capo, Ruggiero Pilla, s'è
persino beccato qualche denuncia (una dal
sottoscritto) che rimarcava questo suo stato di
frequente lassismo verso i reati da perseguire.
Naturalmente se è vero che il pesce inizia a
puzzare dalla testa, il grosso delle altre
istituzioni si è semplicemente uniformato,
lasciandosi andare "nell'usuale scia del vento".
Pur tuttavia vanno fatte le dovute eccezioni e
Proprio il Sostituto Procuratore Clemente,
titolare dell'indagine a dire dei più, ne
costituisce una. Va aggiunto che, una volta
effettuati gli arresti, in sede di comunicato
stampa, anche il neo Procuratore capo, Giuseppe
Maddalena, ha manifestato l'intenzione di
perseguire particolarmente questo genere di
reati.
A
questo punto, nel Sannio, intervenga la
consapevolezza che Telese è solo la punta di un
iceberg e che perciò, dato il regresso e
prolungato disinteressamento manifestato fino a
questo punto, all'eventuale verificarsi di tale
ipotesi sarebbero veramente pochi i comuni
sanniti a salvarsi dall'eventuale bufera
giudiziaria. |