TANGENTOPOLI. OGGI SARÀ ASCOLTATO IL SINDACO
D’OCCHIO
«Appalti, procedure regolari»
Si
discolpano gli impreditori Alberto e Francesco
Pilla, e Pasquale Iorio
Dopo le bocche chiuse degli imputati ascoltati
martedì mattina, ieri alcuni degli arrestati
hanno chiarito le loro posizioni nel corso
dell’interrogatorio condotto dal Gip Maria Di
Carlo. Alberto Pilla 52 anni imprenditore
rappresentante legale della «Ar.Gest» avrebbe
sostenuto di non aver commesso i reati
contestati, ma che in ogni caso nessuna
responsabilità è attribuibile al figlio
Francesco di 26 anni, che aveva nella ditta un
ruolo del tutto marginale. Padre e figlio sono
difesi dagli avvocati Ugo Cioffi e Filiberto
Franco. È stato poi ascoltato Pasquale Iorio 59
anni, un altro imprenditore titolare della ditta
«Ilte» difeso dall’avvocato Roberto Di Santo.
Iorio avrebbe sostenuto di aver preso parte alla
gare di appalto al Comune di Telese Terme, senza
intese con altre aziende, anche perchè operando
esclusivamente nel settore dell’elettricità, non
aveva rapporti di amicizia con imprenditori,
residenti tra l’altro in altre località.
Ascoltato anche Gaetano Fasano di 23 anni
imprenditore difeso da Paolo Abbate, che si è
avvalso della facoltà di non rispondere. Ultimo
interrogatorio nel pomeriggio quando è stato
ascoltato Antonio Antonucci 58 anni,responsabile
dell’ufficio tecnico del Comune di Telese Terme.
Lo difende Umberto Del Basso De Caro. Anche
questo imputato si è avvalso della facoltà di
non rispondere. Oggi gli ultimi interrogatori.
In particolare questa mattina sarà ascoltato dal
Gip Maria Di Carlo, il sindaco di Telese Terme
Pino D’Occhio, presente il suo legale Franco
Leone. Sempre questa mattina sarà ascoltato
anche Pasquale Giaquinto, 62 anni, responsabile
dei servizi demografici del Comune di Telese
Terme che, secondo l’accusa, era il collettore
della tangenti. Giaquinto è difeso da Monica Del
Grosso. Nella giornata di oggi saranno
interrogati anche i tre imputati che sono finiti
ai domiciliari: Domenico Mazzarella 31 anni,
Lucia Cutillo 62 anni, e Paola Biondo di 32 anni
difesi da Leone e Maturo. La maggior parte dei
legali hanno presentato i ricorsi al Tribunale
del riesame.
CONVEGNI DOPO LA TANGENTOPOLI
«Urgente cambiare stile» Rifondazione e la
Fondazione Romano
VITTORIO VALLONE Telese Terme.
Due incontri aperti al pubblico
per compiere riflessioni serie ed approfondite
sulla raffica di arresti avvenuta lunedì
mattina. Il primo in programma presso la
Fondazione «Gerardo Romano», cenacolo culturale
telesino presieduto da Felice Casucci, docente
universitario e nipote del sindaco che ha
amministrato Telese per oltre trenta anni e a
cui la Fondazione stessa è dedicata. «Mio nonno
- ha esordito Casucci - ha applicato un modello
di sviluppo alla sua comunità per oltre
trent'anni che va in netto contrasto con quello
al quale si è assistito negli ultimi venti. Il
sindaco Romano è nato ricco ed è morto povero
perché parte del suo denaro lo ha sempre
utilizzato per il bene del suo paese. Ecco,
quindi, che nella sua memoria, senza
assolutamente entrare in questioni giudiziarie
che non ci riguardano e con la comprensione
umana che in questi casi è assoluta, urge
avviare una riflessione seria ed approfondita
sul modello amministrativo che è stato
utilizzato in questi ultimi anni per far sì che
questa comunità parli dei problemi e li
risolvi». L'altro incontro, presso la sede del
Circolo Vera Lombardi di Rifondazione Comunista.
«Siamo preoccupati per la nostra comunità che è
stata colpita da questi fatti - ha spiegato
l'assessore provinciale Gianluca Aceto -.
Particolare preoccupazione la nutro per gli
aspetti sociali ed economici dovuti al blocco
delle imprese e per l'occupazione dei
lavoratori. Su questo cercheremo di trovare una
strada con le forze sindacali e le istituzioni.
Non ci associamo ad atti di sciacallaggio, forti
della nostra storia e della nostra coerenza.
Abbiamo sempre avversato un sistema strutturato
su due assi: i lavori pubblici, da sempre
caratterizzati da scarsa programmazione e
qualità e l'edilizia privata fuori controllo.
L'inchiesta riguarda il primo asse e sarà la
magistratura a fare luce. Il secondo asse è
invece quello in cui si annida il reale pericolo
di infiltrazioni camorristiche e si tratta di un
tasto delicato». |