BENEVENTO (16 ottobre) - Negano di aver
percepito denaro in modo illecito, e di aver
commesso altri reati.
Ieri mattina hanno reso ampi interrogatori il
sindaco di Telese Terme Pino D’Occhio e Pasquale
Giaquinto, responsabile dei servizi demografici
del Comune di Telese Terme. «Ho solo cercato di
tutelare le aziende del posto per evitare che
altre ditte forestiere potessero operare in
zona». Avrebbe sostenuto il sindaco.
Naturalmente ciò è avvenuto per appalti per
somme ridotte per cui era possibile procedere
con la formula della trattativa privata.
Tra l’altro il primo cittadino ha sostenuto di
essere completamente estraneo alle varie
procedure seguite per le gare, che venivano
gestite dagli appositi uffici. Ma Pino D’Occhio
avrebbe negato anche di aver percepito denaro
dalle aziende: «come ingegnere facevo delle
consulenze che mi venivano pagate in nero,
perchè l’attività era incompatibile con
l’incarico che avevo presso l’autorità di
bacino. Una volta che ho lasciato questo
incarico ho provveduto a sistemare queste
entrate anche sul piano fiscale».
Pino D’Occhio è difeso dall’avvocato Franco
Leone che era presente all’interrogatorio fatto
dal Gip Maria Di Carlo. Poi è stata la volta di
Pasquale Giaquinto, che l’accusa ritiene essere
il collettore della tangenti. Giaquinto è difeso
da Monica del Grosso, ed anche lui avrebbe dato
ampie giustificazioni su i suoi proventi e sulle
varie operazioni bancarie effettuate, ribadendo
la sua estraneità ad irregolarità o ad illeciti
proventi.
Nella giornata di ieri sono stati interrogati
dal Gip Di Carlo anche i tre imputati che sono
finiti ai domiciliari: Domenico Mazzarella 31
anni, Lucia Cutillo 62 anni, e Paola Biondo di
32 anni tutti e tre della Coedil, difesi da
Leone e Maturo. I tre si sono avvalsi della
facoltà di non rispondere. La maggior parte dei
legali hanno presentato i ricorsi al Tribunale
del riesame, gli altri lo faranno nelle prossime
ore.
Ascoltato ieri anche l’imprenditore edile che
nel corso di una perquisizione della Finanza,
nella sua abitazione era stato trovato in
possesso di 416 mila euro. Lo ha interrogato il
sostituto procuratore della Repubblica Antonio
Clemente e l’imprenditore ascoltato
dall’avvocato Andrea De Longis junior, ha
sostenuto di dichiarare al fisco annualmente
incassi per un milione di euro, ottenuti
dall’attività di tre società di cui è titolare.
Il denaro che era custodito in una cassaforte
pertanto proveniva dalla sua attività
professionale.
Ora il legale si accinge a chiedere il
dissequestro del denaro sequestrato. Frattanto
continuano le indagini della Guardia di Finanza
su questo caso e anche su altro fronti.
«Monitoriamo specie l’attività degli appalti dei
vari enti locali, del resto in passato abbiamo
già portato al termine nel Sannio altre
operazioni prima di quella di Telese Terme»
ricorda il comandante provinciale della Guardia
di Finanza Gianni Palmacci. |