Tre indagati restano in silenzio, altri
due respingono le accuse
Appalti e tangenti al Comune, seconda
giornata di interrogatori per gli arrestati.
Questa mattina compariranno dinanzi al gip il
sindaco Pino D’Occhio ed altre quattro
persone...
Seconda giornata di interrogatori per le
persone (complessivamente quindici) arrestate
nell’ambito dell’indagine diretta dal
procuratore capo Giuseppe Maddalena e dal
sostituto Antonio Clemente, ed affidata alla
guardia di finanza, sul sistema di
aggiudicazione delle gare di appalto del Comune
di Telese. Dinanzi al gip Maria Di Carlo sono
comparsi Pasquale Iorio (avvocato Roberto Di
Santo), 59 anni, titolare della ditta
individuale ‘Il.Te. di Pasquale Iorio’, che ha
respinto le accuse; Alberto Pilla, 52 anni,
legale rappresentante della ‘ Ar. Gest. Srl’;
Francesco Pilla, 23 anni, legale rappresentante
della ‘Ar. Gest. Srl’, difesi dagli avvocati Ugo
Cioffi e Filiberto Franco. In particolare,
Alberto Pilla si è avvalso della facoltà di non
rispondere, anche se ha fornito spiegazioni
sulla posizione del figlio Francesco. Il quale,
dal canto suo, oltre a negare gli addebiti, ha
anche sottolineato la giovane età all’epoca dei
fatti contestati, che risalgono a qualche anno
fa. Per entrambi è stata chiesta la
scarcerazione. Si sono avvalsi della facoltà di
non rispondere anche Gaetano Fasano (avvocato
Paolo Abbate), 33 anni, di Telese, titolare
della omonima ditta individuale, e Antonio
Antonuccio (avvocati Umberto Del Basso De Caro e
Simona Barbone), 58 anni, di Cusano Mutri,
responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di
Telese e responsabile Unico dei procedimenti
delle gare di appalto. Oggi sono invece previsti
gli interrogatori di Giuseppe D’Occhio (avvocati
Franco e Angelo Leone), 53 anni, dallo scorso
maggio nuovamente sindaco di Telese.
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip
scrive che “la funzione rivestita da D’Occhio
nell’ambito della compagine amministrativa” –
sindaco dal ‘95 al 2004, poi assessore ai Lavori
pubblici e dallo scorso maggio ancora primo
cittadino – “gli ha consentito senza ombra di
dubbio di esercitare un peso specifico
nell’orientamento delle scelte dell’ente, non
slo sotto il profilo dell’indirizzo politico
amministrativo, ma anche in ordine alla concreta
attività gestionale con precipuo riferimento
all’area tecnica”. Secondo il gip, che D’Occhio
fosse “interessato alle sorti imprenditoriali
dei (presunti ndr) sodali è dimostrato anche da
un altro dato significativo in tal senso: anche
il Consorzio Idrotermale di Telese e di San
Salvatore Telesino – di cui D’Occhio è legale
rappresentante dal ‘95 – ha affidato nel 2006
appalti per circa 3 milioni di euro alle solite
imprese”. E ancora: “La circostanza che D’Occhio
avesse svolto un ruolo preponderante
nell’organizzazione e nel funzionamento del
sistema pilotato degli appalti pubblici è
spiegata anche dal fatto che risulta lautamente
remunerato illecitamente dagli imprenditori, sia
attraverso rimesse dirette che per il tramite di
altri soggetti, primo fra tutti Pasquale
Giaquinto”, ritenuto il (presunto ndr)
collettore delle tangenti. Anche Pasquale
Giaquinto (avvocato Monica Del Grosso), 62 anni,
responsabile Servizi demografici del Comune di
Telese, sarà interrogato oggi. E con lui Paola
Biondo, 32 anni, di San Salvatore Telesino,
collaboratrice della ‘Coedil Fap srl’, Lucia
Cutillo, 62 anni, di Telese; socia della stessa
‘Coedil; Domenico Mazzarella, 31 anni, di
Faicchio, già dipendente della ‘Coedil’, a
differenza degli altri le uniche tre persone
finite gli arresti in casa. Biondo e Cutillo
sono assistite dall’avvocato Giuseppe Maturo,
Mazzarella dall’avvocato Franco Leone.
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