D’Occhio si difende: quei soldi
non erano tangenti ma compensi professionali
Quei soldi non erano tangenti, ma pagamenti di
prestazioni professionali alle imprese. Denaro
‘in nero’ perchè all’epoca era segretario
dell’Autorità di bacino: un incarico
incompatibile con la libera professione di
ingegnere. Si è difeso così, ieri mattina,
Giuseppe D’Occhio (avvocati Franco e Angelo
Leone), 53 anni, dallo scorso maggio nuovamente
sindaco di Telese Terme, una delle quindici
persone arrestate lunedì nel blitz della Finanza
sul sistema di aggiudicazione delle gare
d’appalto del Comune di Telese.
Nell’ora e mezza in cui è rimasto dinanzi al gip
Maria Di Carlo, che aveva emesso le quindici
ordinanze di custodia cautelare, D’Occhio ha
risposto alle domande, fornendo la sua versione
sui fatti che gli sono stati contestati.
Attenzione puntata, in particolare, sull’accusa
di corruzione, sull’esistenza di flussi di
denaro di cui il primo cittadino di Telese
sarebbe stato destinatario da parte delle ditte.
Un’accusa che D’Occhio ha respinto, sostenendo
che si trattava di compensi legati alla sua
attività professionale, non dichiarati fino al
2008, quando, cessata la carica che ricopriva,
aveva fatturato le somme intascate. Di
tutt’altro tenore, invece, le convinzioni degli
inquirenti, secondo i quali si sarebbe trattato
di tangenti versate dal ‘cartello’ delle imprese
aggiudicatarie di appalti ritenuti ‘pilotati’.
Un aspetto, quest’ultimo, che il sindaco ha
affrontato ricordando che dopo gli arresti
registrati nel ‘93 e nel ‘94 a Telese,
l’orientamento di natura politica era stato
quello di favorire, nei limiti del possibile, le
imprese locali, per evitare infiltrazioni,
spesso rischiose, di ditte provenienti da fuori
provincia. D’Occhio ha inoltre aggiunto che
tutto ciò era relativo agli appalti fino
all’importo di 100mila euro.
Sempre ieri è stato anche ascoltato Pasquale
Giaquinto (avvocato Monica Del Grosso), 62 anni,
responsabile dei Servizi demografici del Comune
di Telese, indicato come il (presunto ndr)
collettore delle tangenti destinate a D’Occhio.
Un addebito al quale l’indagato si è detto
estraneo, offrendo una serie di spiegazioni
circa i movimenti sui suoi conti correnti, e
sottolineando di essere stato fino al 2006
presentatore degli effetti alla Cassa cambiali
per conto del Comune.
Si sono invece avvalsi della facoltà di non
rispondere, Paola Biondo, 32 anni, di San
Salvatore Telesino, collaboratrice della ‘Coedil
Fap srl’, Lucia Cutillo, 62 anni, di Telese,
socia della stessa ‘Coedil, entrambe assistite
dall’avvocato Giuseppe Maturo; e Domenico
Mazzarella (avvocato Franco Leone), 31 anni, di
Faicchio, già dipendente della ‘Coedil’, che, a
differenza degli altri dodici indagati, erano
finiti gli arresti domicliari.
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