18 ottobre 2009
D’Occhio: i soldi non erano tangenti ma compensi
 

 

16-10-2009

 

D’Occhio si difende: quei soldi non erano tangenti ma compensi professionali



Quei soldi non erano tangenti, ma pagamenti di prestazioni professionali alle imprese. Denaro ‘in nero’ perchè all’epoca era segretario dell’Autorità di bacino: un incarico incompatibile con la libera professione di ingegnere. Si è difeso così, ieri mattina, Giuseppe D’Occhio (avvocati Franco e Angelo Leone), 53 anni, dallo scorso maggio nuovamente sindaco di Telese Terme, una delle quindici persone arrestate lunedì nel blitz della Finanza sul sistema di aggiudicazione delle gare d’appalto del Comune di Telese.
Nell’ora e mezza in cui è rimasto dinanzi al gip Maria Di Carlo, che aveva emesso le quindici ordinanze di custodia cautelare, D’Occhio ha risposto alle domande, fornendo la sua versione sui fatti che gli sono stati contestati. Attenzione puntata, in particolare, sull’accusa di corruzione, sull’esistenza di flussi di denaro di cui il primo cittadino di Telese sarebbe stato destinatario da parte delle ditte. Un’accusa che D’Occhio ha respinto, sostenendo che si trattava di compensi legati alla sua attività professionale, non dichiarati fino al 2008, quando, cessata la carica che ricopriva, aveva fatturato le somme intascate. Di tutt’altro tenore, invece, le convinzioni degli inquirenti, secondo i quali si sarebbe trattato di tangenti versate dal ‘cartello’ delle imprese aggiudicatarie di appalti ritenuti ‘pilotati’. Un aspetto, quest’ultimo, che il sindaco ha affrontato ricordando che dopo gli arresti registrati nel ‘93 e nel ‘94 a Telese, l’orientamento di natura politica era stato quello di favorire, nei limiti del possibile, le imprese locali, per evitare infiltrazioni, spesso rischiose, di ditte provenienti da fuori provincia. D’Occhio ha inoltre aggiunto che tutto ciò era relativo agli appalti fino all’importo di 100mila euro.
Sempre ieri è stato anche ascoltato Pasquale Giaquinto (avvocato Monica Del Grosso), 62 anni, responsabile dei Servizi demografici del Comune di Telese, indicato come il (presunto ndr) collettore delle tangenti destinate a D’Occhio. Un addebito al quale l’indagato si è detto estraneo, offrendo una serie di spiegazioni circa i movimenti sui suoi conti correnti, e sottolineando di essere stato fino al 2006 presentatore degli effetti alla Cassa cambiali per conto del Comune.
Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere, Paola Biondo, 32 anni, di San Salvatore Telesino, collaboratrice della ‘Coedil Fap srl’, Lucia Cutillo, 62 anni, di Telese, socia della stessa ‘Coedil, entrambe assistite dall’avvocato Giuseppe Maturo; e Domenico Mazzarella (avvocato Franco Leone), 31 anni, di Faicchio, già dipendente della ‘Coedil’, che, a differenza degli altri dodici indagati, erano finiti gli arresti domicliari.



 
 

Valle Telesina


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