Esecutivo senza progettualità,
meglio le dimissioni
Analisi della situazione post “Operazione
Telesia” e indicazione del possibile sbocco dal
punto di vista amministrativo. E’ di questo che
si è occupato l’assemblea di una parte del Pd,
che raccoglie gli appartenenti alla tradizione
culturale della Sinistra Democratica che
storicamente si è sempre opposta alle
maggioranze di D’Occhio.
Pasquale Biondi, Pd, ex segretario dei
Ds, appartenente a questo gruppo ha accettato di
fare un bilancio pacato di quanto è avvenuto
finora e proporre una prospettiva politica per
uscire dalla situazione di “impasse”
politico-amministrativa in cui oggi si trova la
nostra cittadina.
“I capi di accusa – sostiene Biondi - rivolti ai
nostri amministratori sono molto gravi:
associazione per delinquere, turbativa d’asta,
corruzione per citare i più significativi.
Sarà la magistratura ad accertare se queste
pesanti accuse corrispondono a verità. Io mi
limito a considerazioni di carattere politico, e
sempre con grande rispetto delle posizioni
individuali di tutti coloro che sono stati
coinvolti nell’inchiesta, con alcuni dei quali
ho rapporti di cordialità.
Solidarietà umana alle persone che sono state
private della libertà, ma quali considerazioni
sul piano politico?
“Le ammissioni finora fornite dai
protagonisti della vicenda giudiziaria
dimostrano che, a prescindere dalle
responsabilità penali, nella nostra cittadina
esisteva un vero e proprio “cartello”
politico-economico, una sorta di centro di
potere, che ha condizionato ed in qualche modo
“alterato” la normale dialettica democratica a
Telese negli ultimi 20 anni.
Questo “sistema” ha causato un enorme sperpero
di denaro pubblico, poiché non vi era una reale
concorrenza tra le ditte per l’aggiudicazione
dei lavori pubblici, ed i ribassi nelle offerte
per l’aggiudicazione degli appalti erano
irrisori.
Ciò indubbiamente ha danneggiato le casse
comunali, che oggi sono prossime al dissesto
finanziario, e si è riflessa sull’aumento elle
tasse pagate dai cittadini di Telese.
Già queste considerazioni, a mio avviso,
dovrebbero indurre il sindaco e la sua
maggioranza a trarre le dovute conclusioni nei
confronti degli elettori.
Ma a prescindere da ciò, è evidente che oggi la
maggioranza è priva della sua guida politica e
non è in grado di esprimere una progettualità
politica.
Non ci sono più le condizioni politiche per la
prosecuzione della consiliatura. Occorre
prenderne atto.
Tuttavia il senso di responsabilità impone che
il consiglio comunale, nel suo complesso, ponga
in essere una serie di atti urgenti ed
improcrastinabili, nell’interesse esclusivo
della comunità, relativi agli accordi di
reciprocità, alla stabilizzazione degli LSU ed
al Polo Scolastico.
Quale coalizione può guidare,
secondo lei, il dopo D’Occhio?
Un’ampia coalizione che deve vedere protagonisti
coloro che nelle ultime elezioni hanno
manifestato una diversità di linea rispetto a
quanto proposto da D’Occhio. Una coalizione che
deve anche saper parlare a quella parte di
cittadini “orfana” di punti di riferimento
politici ed istituzionali. E anche quella parte
della compagine che oggi governa Telese che,
senza dubbio, è estranea alle vicende
giudiziarie.
Insomma
con quali parti politiche trova più facilità di
dialogo in questo senso oltre a quelle del
centrosinistra naturalmente?
Non è un problema di etichetta politica. E’ un
problema di persone. Gli interlocutori più
“accreditati” sono coloro i quali non sono e non
sono stati coinvolti in quel sistema di potere
che ha dato luogo alla tangentopoli Telesina.
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