Le vicende che hanno
caratterizzato la vita della città di Telese
nelle ultime settimane presentano una valenza
diversa a seconda se le si guardi da un punto
di vista politico o giudiziario.
Da un punto di vista
politico, non v’è dubbio che l’impossibilità del
Sindaco di svolgere “oggettivamente” le proprie
funzioni crea immediati problemi sul piano
amministrativo, sociale ed economico. Da un
punto di vista giudiziario, la questione è più
complessa ed è scandita dalla lunghezza delle
fasi processuali.
L’inconciliabilità dei
tempi tra la “questione” politica e quella
giudiziaria, rende, ragionevolmente opportune
le dimissioni del Sindaco e, và da se, anche
dell’intero Consiglio Comunale, che non avrebbe
più alcuna legittimazione politica.
E’ vero anche che,
l’amministrazione in questa fase è impegnata su
alcune tematiche e progetti importanti di grande
rilievo quali; accordi di reciprocità,
stabilizzazione degli LSU, Polo Scolastico. E’
doveroso che l’amministrazione gestisca questa
fase con un “governo a tempo”, senza accettare
diktat da parte di chicchessia, senza protrarre
sine die tale situazione.
Diventa prioritario,
garantire, alla città ed ai cittadini un governo
autorevole attraverso il ricorso al voto.
La politica Telesina
degli ultimi 25 anni è rimasta ingessata sulla
contrapposizione “pro o contro D’occhio”, con il
risultato che non si è formata una “vera” nuova
classe dirigente. Questo grazie, soprattutto,
alla incapacità dei partiti ed ovviamente degli
uomini che li rappresentavano di formarne o
proporne una.
Non hanno saputo cogliere
i segnali di cambiamento e di novità, che pure
nella società Telesina erano presenti e venivano
da più parti e dai diversi settori della vita
economica e sociale.
L’aver coltivato
divisioni interne e piccoli egoismi in nome
dell’autoreferenzialità dei singoli, piuttosto
che proporre e perseguire un progetto serio e
condiviso di amministrazione della città, ha
contribuito “anche” a costruire nel corso degli
anni l’immagine vincente di Pino D’Occhio come
leader politico.
La possibilità concreta
di ritornare a breve alle urne ha riacceso le
speranze di alcuni, che approfittando della
situazione contingente e ritenendosi depositari
di particolari meriti accampano ancora una volta
primogeniture, dimentichi del ruolo che hanno
avuto in un recente passato, vanno in giro ad
evocare una nuova età dell’oro ed improbabili
meriti politici.
Ignorano, o fingono di
ignorare che il “terremoto” che si è abbattuto
sulla nostra comunità è sì giudiziario, ma,
anche politico ed ha, di fatto, investito senza
distinzione “maggioranza e opposizione”, ognuno
con un proprio grado di responsabilità.
La cosa che, tuttavia,
più colpisce, è l’assoluta mancanza di
un’approfondita riflessione politica ed ancor
più l’assenza totale del pur minimo esercizio,
se non di accettazione di responsabilità
politica, etica, o morale, almeno di valutazione
rispetto al ruolo che ognuno ha giocato in
questi anni.
Bisogna voltare pagina!
E’ doveroso voltare pagina.
E’ necessario ed
auspicabile che si inauguri una nuova stagione
politica, alla quale non possono sottrarsi tutti
i cittadini.
La questione
politico/amministrativa deve diventare la
questione di tutti, e deve essere affrontata
con l’intensità e con l’impegno, che una
comunità deve fare emergere quando è investita
da fatti che ne scuotono le fondamenta.
Solo attraverso l’ampio
coinvolgimento di persone accomunate da un
modo di concepire la politica come spirito di
servizio e non come tornaconto personale, si
possono creare le condizioni effettive di
sviluppo e di governo nell’interesse esclusivo
della collettività.
E’ il tempo delle scelte
e della serietà e tutti devono sentirsi
investiti e partecipi perché la gravità del
momento lo richiede, altrimenti sarà la vittoria
dei Pirro, dei questuanti della politica, il
trionfo della mediocrità, l’affermazione del
nulla e la sconfitta di Telese e dei Telesini.
Oreste Martusciello
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