Anche l'Anas usa l'autovelox - 21-12-03- da Il Tempo

 

 

AUTOMOBILISTI SOTTO L’OCCHIO DELL’ANAS

di GIUSEPPE CASTELLI

TERMOLI Ed ora anche l'Anas va in giro con l'autovelox. Ieri l'altro la "centrale operativa" era in una Panda bianca, neanche a farlo apposta posta davanti al monumento simbolo delle incompiute dello stesso Ente in Molise: la variante «urgente» (così si legge sul cartello) alla tangenziale esterna all'abitato a nord di Termoli (va detto che l’assessore Chieffo ha annunciato la consegna dei lavori a primavera).

Così tra Termoli e Petacciato l'Anas - con apposita macchinetta e con due operatori all'interno dell'abitacolo della Panda - si è messo a fare una sfilza di fotografie, emulando e forse dando ad una sbirciata agli introiti del famoso autovelox del Comune di Petacciato. Centinaia e centinaia i "caduti" dello scatto. Una vera beffa per gli automobilisti: lungo quel tratto di strada, secondo la segnaletica, vecchia, vecchissima, con cartelli arrugginiti non si possono superare addirittura i 40-50 chilometri orari. Una velocità da motorino 50cc.

Pressochè impossibile per qualunque autovettura, tra l'altro lungo una strada statale e su un rettilineo. «Se qualcuno lo ritiene giusto - hanno detto mercoledì dalla sede Anas di Campobasso - faccia ricorso». «Noi siamo autorizzati» ha ribadito ieri telefonicamente il capo compartimento del Molise, Caporaso. Gli automobilisti sono inviperiti, soprattutto coloro che percorrono per lavoro ogni giorno quel tratto di strada.

«Qui non si tratta di prevenzione - dice un utente della strada - qui l'Anas piazza una rete e noi ci cadiamo come polli. Sfido anche loro ad andare a 40 Km orari: è impossibile. Fanno questo mentre l'erbaccia spunta da tutte le parti, molte strade del Molise che dovrebbero essere curate sono abbandonate, iniziano lavori, espropriano terreni per strade che forse non apriranno mai e loro cosa fanno? Si mettono a fare le multe con uno dei peggiori sistemi che possa esistere, una specie di autovelox che in qualche occasione è stato addirittura definito illegale dalla magistratura».

Il Tempo - venerdì 21 novembre 2003

 


 

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