Vittima del killer burocrazia - 12-05-04 - Giuseppe Sangiovanni

 

 

L’incredibile odissea di Domenico Civitella, raccontata da un noto settimanale

IL CASO CIVITELLA APPRODA SULLA STAMPA NAZIONALE

L’anziano pensionato di Caiazzo vittima del killer burocrazia: dopo 20 anni vissuti nel mattatoio comunale, gli assegnano l’alloggio, ma cavilli e pastoie all’italiana infrangono il sogno. Ora vive in un’ex porcilaia

Caiazzo- (Caserta) - Chi ha avuto a che fare con uffici pubblici, conosce benissimo il vocabolo burocrazia. In Italia di burocrazia si muore. Gli ultimi governi si sono attivati, per migliorare la funzione pubblica, ma ancora non sono riusciti a snellire iter e procedure insopportabili, per il disgraziato utente.

Cittadini perenni vittime del “mostro”, che sotto le mentite spoglie di impiegati, presentano alla vittima di turno e con sottile piacere l’ulteriore modulo o spiegando che una legge dell’ultimora gli ha fatto perdere i requisiti per chiudere la pratica. Come pressappoco successo a Domenico Civitella - un pensionato ultrasettantenne, della provincia di Caserta- in attesa di un alloggio dal lontano 1980- anno in cui il sisma che colpì Campania e Basilicata, distrusse la sua abitazione.

VENT’ ANNI IN UN MACELLO

Per vent’anni parcheggiato dal sindaco di allora in due stanze del mattatoio comunale, il suo tremendo calvario sembrava finito.

Porta la data del primo dicembre 2000, la notifica del Comune di Caiazzo, che decreta l’assegnazione di alloggio IACP, con l’obbligo per il medesimo di occuparlo stabilmente entro e non oltre giorni trenta dalla data di consegna.

Arriva il d-day. Tutto sembra filare liscio.  Scelta alloggio e consegna chiavi, che però sfumeranno miseramente, nella casa comunale, raggiunta con gioia, speranza e affanno-

Con il cuore a mille: un cuore stanco, malato – che fa i capricci - che negli anni ha debilitato la sua fibra.

FINITO IL CALVARIO

 Finito il calvario, dice a se stesso. Non sarà cosi. Il mostro burocrazia alla fine delle scale lo colpirà inesorabilmente: materializzatosi sotto le spoglie di un funzionario dell’IACP (Istituto Autonomo per le Case Popolari) - che avvicinandosi all’incredulo Civitella, con un modulo per la scelta alloggi in mano- inviterà lo stesso a firmare.

Finalmente le chiavi? Macché! Alloggio andato in fumo. “Quella casa non le spetta”- la crudele sentenza del funzionario: poiché l’appartamento risulta inadeguato al suo nucleo familiare. Escluso, perché vive da solo!

Rabbia, sconforto, cattivi pensieri invadono la sua fragile mente - provato già da una difficile esistenza.

Mesto ritorno a casa, nel macello comunale, in un tugurio che potrebbe ospitare solo bestie, in attesa di macellazione.

Giorni durissimi, notti insonni- con l’incubo alloggio sfumato, con i fotogrammi del funzionario che emette l’amaro responso, affidato successivamente ad un legale- pagato con sacrifici enormi, saltando spesso i pasti.

REQUISITI PER L’ASSEGNAZIONE BALLERINI

“Appare singolare- sottolinea Civitella- che la documentazione da me presentata e vagliata dalla Commissione Assegnazione Alloggi- avesse prima tutti i requisiti per decretare l’assegnazione- successivamente negata dall’IACP.

Chi ha stilato la graduatoria definitiva, sapeva che vivevo da solo?  Com’è potuto accadere tutto ciò?”

 Gli interrogativi senza risposta del pensionato casertano, beffato dalle leggi di uno stato italiano non sempre attento e sensibile verso la terza età – ritrovatosi al posto delle chiavi, con le classiche mosche in mano- che nonostante i ricorsi e varie comparizioni, ancora non è riuscito ad ottenere giustizia. Anzi.

“Il 30 gennaio 2001- continua il pensionato, oltre al danno arriva la beffa: buttato fuori dal mattatoio comunale e pure multato. Illegittimamente. Accusato di aver occupato abusivamente i locali del macello, mentre ero in possesso della delibera, emessa dal Comune nei primi anni ottanta- non trovata all’atto dello sgombero forzato, che respinge l’accusa di occupazione abusiva.”

Sgombero poi avvenuto- parcheggiato dal Comune nell’ex stalla, che ospitava maiali, attuale sua dimora: “ristrutturata”dal Comune- una cella umidissima d’inverno e caldissima d’estate- sicuramente poco idonea per un cardiopatico e diabetico.

“Mi auguro-conclude Civitella, di occupare quanto prima l’alloggio che mi spetta, per vivere decentemente gli ultimi anni che mi restano da vivere: sono stufo di “vivere” in questa cella infernale.”

 La speranza è sempre l’ultima a morire, anche per la  sfortunata vittima del mostro burocrazia.

Il clamoroso caso del pensionato di Caiazzo, nei giorni scorsi è sbarcato sulle pagine di un noto settimanale, diffuso su tutto il territorio nazionale: l’articolo, corredato da due foto è stato redatto da un giornalista free lance, originario di Caiazzo- c’è da augurarsi che il tutto, contribuisca a sensibilizzare i preposti alla soluzione del pateracchio.

 


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it