Noi Italiani - 16-04-04 - Mario D'Occhio

 

 

Noi dell'Italia di Marconi come di Dante Alighieri, dell'Italia di Galileo, di Leonardo da Vinci, Spallanzani, Santorio, Tagliacozzi, Meucci, Torricelli, Pietro Micca, Carletti, Bramani, Montalicini, Dulbecco, Rubbia, Barsanti, Agostino Bassi, Cannizzaro, Tartaglia, Bottini, Bartolomei Cristofori, Borrelli, Fermi, Burattini, Caselli, Corradino Dascanio, Falloppia, Forlanini, Olivieri, Galvani, Malpindi, Mercalli, Morgani, Sobrero, Salvo D'Acquisto, Bignami, Bernini... e mi fermo per non impegnare decine di pagine.

 

Noi dell'Italia dell'arte, della musica, dei santi, dei motori come della solidarietà, inventori del telefono, del termometro, della nitroglicerina, del pianoforte, del fax, dell'elicottero, del barometro, dello scooter, della fecondazione artificiale, del common rail, della funicolare e del preservativo, del metro; scopritori dell'atomo, di asteroidi, di organi, di cellule, di terapie, di farmaci e della pizza margherita... e mi fermo ancora; cosa abbiamo da invidiare agli altri paesi?

 

Di tutto ciò io me ne vanto e ancor più, dopo aver appreso quali sono state le ultime parole di Fabrizio Quattrocchi prima di essere ammazzato. A noi non è richiesto di essere come questi uomini, ma almeno di rispettarli.

 

E' risaputo che la mancanza di autostima non permette di esprimere le potenzialità.

Un Italiano dovrebbe vergognarsi di affermare: "le solite cose all'italiana" perché è solo questo il male dell'Italia!

 


 

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