Crocifisso, intervento di Barbieri - 03-11-03 - Rosario Lavorgna

 

 

Intervento dell'onorevole Antonio Barbieri A seguito della sentenza choc del Tribunale dell'Aquila sulla questione del crocifisso nelle aule scolastiche di un istituto comprensivo abruzzese, e dopo lo stop alla rimozione a seguito del ricorso dell'Avvocatura di Stato.

 

 

A seguito della sentenza choc del Tribunale dell'Aquila sulla questione del crocifisso nelle aule scolastiche di un istituto comprensivo abruzzese, e dopo il vespaio di polemiche che la situazione ha suscitato, si registra l'intervento dell'onorevole Antonio Barbieri.

 

Il parlamentare sannita dopo aver condiviso lo sdegno che il caso ha suscitato nell'intero mondo cattolico, come in gran parte delle istituzioni politiche e sociali, ha sottolineato l'aberrante condizione socio culturale nella quale è caduta la nostra professione di fede mediante quest'ultima "sberla legale".

 

"La sentenza emanata dal giudice dell'Aquila - evidenzia Barbieri - ha il sapore ed il colore di una beffa nei confronti della millenaria tradizione cristiana del nostro paese. Questa azione non garantisce e non salvaguarda la libertà di espressione della nostra fede all'interno del meccanismo di integrazione razziale".

 

L'onorevole Barbieri ha poi rimarcato che "favorire certo fondamentalismo accondiscendendo a richieste coercitive nei confronti del simbolo primario del nostro culto non rende giustizia e men che meno neutralità dei luoghi pubblici. Viceversa questa appare solo l'esempio chiaro che quella tanto declamata <<arroganza e strisciante razzismo religioso istituzionale>> non appartiene alle istituzioni del nostro paese, bensì a chi propone e sostiene una causa come questa che ha tanto il sapore di una nuova crociata contro i simboli della nostra fede".

 

Il parlamentare ha poi concluso il suo intervento: "mi rallegro dello stop alla rimozione del crocifisso concesso dal Tribunale dell'Aquila a seguito dell'esposto presentato dall'Avvocatura di Stato che ha bloccato l'ordinanza del giudice. Una esecuzione di tale genere avrebbe contribuito a minare le nostre radici e la nostra libertà di espressione sacrificandola all'altare di una integrazione razziale unilaterale".