Elezioni comunali a Faicchio - 12-04-04 - Maurizio Flaminio

 

 

In queste settimane si ascoltano numerose voci e diverse ipotesi sulle prossime elezioni comunali a Faicchio.

Ma è ora di sgombrare il campo da ogni equivoco ed illazione, è ora che si faccia sul serio, è ora di aprire pubblicamente il dialogo evitando di chiudersi segretamente nelle case per poi partorire i soliti topolini destinati a morte prematura.

Queste elezioni amministrative devono rappresentare per tutta la comunità faicchiana una svolta reale, concreta, alle chiacchiere bisogna aggiungere i progetti, i programmi, le ambizioni e le capacità che ciascuno intende mettere in campo con senso di responsabilità e con grande coraggio.

E' chiaro a tutti che le esperienze sin qui compiute da ogni parte hanno realizzato solo malesseri e contrasti tra la popolazione e tra gli stessi addetti ai lavori, è e deve essere altrettanto chiaro che non si torna indietro, che è necessario coinvolgere tutte le forze sociali e politiche con grande senso di rispetto, attendendosi contributi che non siano il risultato del và pensiero “oggi tocca a me”, per la cura esclusiva del proprio orticello.

Un dialogo serio e rispettoso delle esigenze della comunità, deve trovare il coinvolgimento di tutti coloro che si sentono parte in causa, senza che ciascuno si sia già cucito addosso l’ingombrante casacca da Sindaco.

E deve essere altrettanto chiaro che Padre Pio risiedeva a Pietrelcina, non a Faicchio.

Un dialogo serio che guardi al presente ed al futuro del paese con senso di responsabilità, quindi, deve trovare un tavolo comune di discussione al quale devono sedere tutti coloro che avvertono la necessità di lavorare sodo, dal mattino alla sera, sapendo di trovare una macchina che va risanata per intero, una macchina a cui dedicare tempo e risorse, consapevoli che solo con l’assoluta condivisione dei programmi si va avanti, altrimenti il cammino si interrompe dopo i primi sei mesi di legislatura. E fin qui, purtroppo, si sono ascoltate solo voci di presunte alleanze, accordi, costituzione di gruppi ed associazioni, litigi per la poltrona più importante, che rappresentano solo l'inciucio per alimentare l'interesse, ma la sostanza dei fatti è ben altra cosa.

La politica locale deve abbandonare quel senso di odio, di vendetta, di presunzione, di orgoglio, e lasciare il passo alla condivisione dei programmi e del prossimo, assolutamente con il contributo di tutti, dal professionista all’agricoltore, passando attraverso quella fetta rappresentativa e sempre trascurata che sono i tanti i giovani presenti nel paese.

Questo significa anche e soprattutto cedere il passo a chi sente più forte l’impegno, a chi non ha interessi da coltivare e non usa la politica come strumento, a chi capisce che la politica o meglio l’amministrazione locale non è né un primo né un secondo lavoro, ma un impegno assunto nel rispetto di coloro che eleggono e di coloro che subiscono l’elezione, senza averla condivisa.

Se ci si trova su queste basi, oltre ad allargarsi gli spazi, tutti gli accordi sono realizzabili, ma se prevale la presunzione di chi ha già seminato in questi mesi raccogliendo le solite scontate e ben note adesioni, lo scontro sarà inevitabile, ed il risultato questa volta potrebbe essere sorprendente.

Al gatto piace il pesce, al topo il formaggio. Si potrebbero mai invertire le pietanze? La tavola, comunque, è aperta.


Per intervenire: invia@vivitelese.it