San Lorenzello, vertenza Palumbo - 20-01-04 - Valentino Simone

 

 

San Lorenzello, Vertenza Palumbo: La Corte di Appello di Napoli sentenzia l'inammissibilità dell'istanza di sospensione dell’esecuzione della sentenza impugnata con ricorso per cassazione. La Minoranza consiliare: "Antimo Lavorgna è un bugiardo".

Il documento redatto dalla minoranza consiliare

"Antimo Lavorgna è un bugiardo. Se un decennio di amministrazione e impegno politico personale non lo avessero ancora dimostrato, ora ne abbiamo la prova più lampante e tangibile.

 A far uscire allo scoperto l’ennesima menzogna del primo cittadino di San Lorenzello, primo sicuramente per capacità di raccontare frottole, è stata ancora una volta l’arcinota e penosa vertenza Palumbo. Al 18 dicembre scorso risale la pronuncia della Corte di Appello di Napoli, notificata attraverso un’ordinanza solo pochi giorni fa, con la quale i giudici partenopei ritenevano di dichiarare ‘inammissibile l’istanza di sospensione dell’esecuzione della sentenza impugnata con ricorso per cassazione’.

Ma a dimostrare la grande facoltà immaginativa a scapito della verità e del bene collettivo è l’altisonante intervento del sindaco a mezzo stampa del 14 dicembre scorso, al quale già noi rispondemmo e che, oggi, ottiene in tutta la sua più plastica evidenza l’ufficiale smentita da parte dei giudici della Corte d’Appello di Napoli. Non è l’opposizione superficiale e livorosa a smentirla e mostrare le sue falsità, sindaco, bensì, un Tribunale!".

"Il tecnicismo giuridico della sentenza non tragga in inganno, il Comune, con i suoi ‘competenti’ legali, ha perso, il ricorso non è stato ammesso, i soldi della cassa comunale presso la Banca Sviluppo rimangono pignorati e i dipendenti senza stipendio. Il sindaco, ancora una volta, ha fatto tutto da sé e, sapendo bene che chi fa per sé fa per tre, ha emesso la sentenza al posto della Corte, ha dato ragione al Comune e torto alla Banca: incredibile!

Solo ora comprendiamo da dove siano venute le parole e i proclami di Lavorgna, da dove i ringraziamenti ai magistrati della Corte d’Appello, da dove le congratulazioni ai legali di parte, da dove le lodi sperticate alla sana gestione finanziaria dell’Amministrazione, da dove le sferzanti, ingiuriose e ingiustificate accuse all’opposizione. Sono solo le solite deliranti fanfaluche del visionario comico da baraccone che per sciagura comune governa il nostro paese, e, come egli sostiene, ne tiene alto l’orgoglio e la reputazione.

Ciò che è accaduto nelle ultime settimane è infatti incredibile e sconcertante per un paese come il nostro, che meriterebbe ben altro trattamento: un sindaco che mente sapendo di mentire, poiché la decisione della Corte è stata presa il 18 dicembre, mentre Lavorgna già cantava vittoria il 14 dicembre; che mente sapendo di mentire alla stampa e quindi alla pubblica opinione tutta; che mente sapendo di mentire, e questa è la cosa più grave, per ben due volte, di fronte al Consiglio comunale, di fronte al più alto e nobile consesso civico, dinanzi ai rappresentanti del popolo, di maggioranza e di opposizione, di fronte all’organo presso il quale ha prestato solenne giuramento all’atto del suo insediamento. Se neanche questo riesce a suscitare vergogna e mortificazione, ci troviamo di fronte veramente un caso difficile, se non disperato.

La veemenza delle nostre parole non viene dal sentimento personale, viene invece dall’orgoglio di essere cittadini e dall’onere di essere loro rappresentanti, viene dal rispetto profondo per le istituzioni e per coloro dai quali ne discende la legittimazione, viene dal senso della misura e della correttezza morale che dovrebbe muovere ogni nostro agire umano, in particolare quando si rivestono incarichi tanto importanti.

Noi siamo allibiti dall’atteggiamento del sindaco - continuano i consiglieri - dall’atteggiamento di coloro i quali, sprovveduti sopra ogni cosa, gli stanno intorno, invero senza contare granché, osserviamo con vergogna la situazione alla quale il suo delirio ci ha condotto, sconsolati continuiamo a sperare che tutto possa trovare un esito positivo, che ai dipendenti venga corrisposto il dovuto, alle loro famiglia venga ridata la serenità che porta il lavoro, che ai laurentini tutti, senza le divisioni e gli asti che Lei, sindaco, ha alimentato in questi anni per le sue particolari finalità politiche peraltro deluse, rivenga dato l’onore dell’appartenenza, il rispetto e la credibilità, la tranquillità e la qualità di una vita finalmente diversa. "Se si pensa poi che gli attacchi personali, seppure cifrati, la pubblica maldicenza, l’infamia gratuita e immotivata possano farci desistere, possano farci arrendere e gettare la spugna, ci si sbaglia e di grosso.

La follia non si asseconda, l’errore si corregge, il male si estirpa alla radice affinché non produca più i suoi frutti dannosi. La ragione mostra sempre la sua potenza, la forza delle idee la sua vittoria sulle beghe di palazzo, sugli intrallazzi della scuderia, sull’improvvida incapacità dello stalliere e dei suoi garzoni piccoli piccoli. Ad maiora, signor Sindaco!".

Il Gruppo Politico 'Monterbano'