Riflessioni sulla relazione al bilancio - 03-08-04 - Alessandro Falconieri

 

 

Mi ha fatto male leggere la “breve riflessione…” di Filippo Liverini del 29 luglio scorso.

 

Innanzitutto mi ha fatto male perché ho potuto dal vivo monitorare il suo sofferto disagio nel corso della “pantomima” del Sindaco all’ultimo Consiglio Comunale, avendolo seduto al mio fianco.

 

Mi ha fatto ancor più male perché sono convinto sostenitore del fatto che i giovani avvertano, anche se faticano ad ammetterlo,  sincera necessità di punti di riferimento. I grandi, che troppo spesso sono solo grossi, purtroppo però non sempre riescono ad offrire l’esempio giusto. E la cosa si fa più preoccupante se il non-esempio, o peggio il cattivo esempio, viene da chi ha precisi doveri istituzionali, tra i quali dovrebbe primeggiare quello di stimolare senso civico.

 

Io che di anni ne ho qualcuno di troppo ho imparato nel tempo a raffreddare gli impulsi cercando, prima di affrettare facili conclusioni, di darmi spiegazioni più compatibili con le caratteristiche dell’uomo medio.

 

Nel caso specifico ho subito escluso l’ipotesi di eventuale cattiva educazione, anche se la facile conclusione l’avrebbe giustificata appieno.

La esternazione scenica fornita dal Sindaco l’ho quindi ascritta ad un fenomeno che purtroppo è sintomo di perniciosa patologia. L’evidente disagio nel dover affrontare una platea in attesa di inequivocabili segni di inversione di tendenza, attenta fino al punto da capire compiutamente che la “relazione al bilancio 2004” altro non fosse che una frettolosa impaginazione di aria fritta, ha giocato un brutto scherzo al nostro Sindaco.

Le difese immunitarie non hanno retto all’attacco del germe dell’arroganza fino al punto da fargli giudicare, con tono di infastidita sufficienza, la pregevole articolazione delle motivazioni di contrarietà al documento “una personale interpretazione degli atti”.

 

Mi è tornata alla mente, con una punta di malinconia, la famosa “teoria del comma quinto” (chi tiene in mano ha vinto!) spesso ricordata nei Consigli Comunali dal Compianto Comm. Gerardo Romano con una semplicità che disarmava simpaticamente anche chi non Lo condivideva.

Altri tempi!! Tempi nei quali il giorno che in Consiglio Comunale si discuteva il bilancio, condivisibile o meno che fosse, questo offriva voluminosa mostra di sé sul banco del Segretario Comunale ed in più di un’occasione, ricordo come oggi, veniva sfogliato per rispondere con numeri ad eventuali richieste e non con macchinose – e comunque sempre infastidite!! – pastocchie dialettiche.

 

A quel tempo Filippo ancora non nasceva o era nato da poco: vi fosse stato sarebbe stato stimolato, anche da avversario, a coltivare un rispetto diverso per l’Amministratore, perché si sarebbe sentito a sua volta rispettato! Avrebbe scoperto che in fondo lo “scempio urbanistico” che si consumava al tempo era finalizzato prevalentemente alla soluzione dell’ansia di casa che attanagliava l’emigrante ed il lavoratore del posto con gli evidenti segni della fatica. Fu sulla scorta di questo principio che si ‘bonificò’ l’Acqua Fetente che oggi, con aristocratico ritegno, si vorrebbe sbattezzare in Rione Nuovo.

Ma i tempi cambiano, così come mutano le stagioni. Ed allora anche Telese ha il suo ciclone (grosso ciclo): Affaire! Per capirne la direzione basta osservare il concitato andirivieni di postulanti intorno alla Casa Comunale e, girando per la nuova Telese, l’incombenza dei metri cubi di cemento darà l’esatta dimensione del tipo di sviluppo cui ci siamo votati!

 

In compenso però abbiamo la nostra Via Giovanni Falcone: la coscienza è salva!

Come è salva la cultura del rigore con Via Cicerone, già Via Cicerone: usque tandem abutere…?

 

Per prendere una boccata d’aria amministrativa bisogna navigare tra i vari Comuni d’Italia, naturalmente evitando la perdita di tempo di attraccare al sito del Comune di Telese, ove riesci solo a scoprire che alcuni uffici praticano un orario suppletivo (martedì e giovedì) dalle 16.00 alle…12.00!!

 

In questi ultimi giorni mi sono dilettato a visitare un po’ siti, per capire soprattutto come quei Comuni hanno affrontato l’argomento bilancio e quale sia stata per loro l’incidenza “pianto” sul periodo “certamente non felice per la finanza locale”. Bene, tra i tanti, mi piace sottolineare il documento prodotto dagli Amministratori, tutti e ciascuno per la sua parte, del Comune di Trezzo sull’Adda, pubblicato il 1° febbraio 2004 (avete letto bene!!). Incuriosito ho chiesto dove abbiano collocato le entrate da violazioni al codice della strada, mi hanno risposto (a me che non sono consigliere e nemmeno cittadino del loro Comuna!) che l’importo è compreso, nella misura accertata nell’anno precedente, nella macro-voce Entrate Extratributarie alla voce Proventi Diversi, per un importo complessivo di voce di euro 129.000 (centoventinovemila per un paese con una popolazione residente al 31.12.2003 di 12.005 unità, con 4.985 nuclei familiari, 32 Km di strade comunali e 2,4 Km di autostrade). L’interlocutore mi ha chiesto da dove chiamassi e perché fossi così interessato agli affari (già affari, che brutta parola per le mie orecchie) del loro Comune. Gli ho risposto, cominciando a simulare un disturbo di comunicazione, che sto lavorando ad una tesi di laurea sul bilancio del mio Comune e che mi è sembrato giusto metterlo a confronto con quello di Comuni d’altre parti d’Italia. Ho omesso di dirgli che quale relatore alla tesi ho scelto fosse il Procuratore DDA, ed ho bofonchiato facendo subito cadere la comunicazione che chiamavo da Telese sul Seneta!!

 


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it