Riassunto Storico Dell'Antico Sannio - 05-07-04 - Ezio Esposito

 

 

 

Questo documento è tratto da un manoscritto nel 1895  successivamente ritrovato, dattiloscritto e inserito in un libricino dal titolo: Riassunto Storico Dell'Antico Sannio. Il testo parla specialmente di Alife, Telese, Cerreto, degli attuali paesi che n'ebbero origine e dei Signori che li dominarono fino all'abolizione feudale.

 

Per la pubblicazione, il libricino è stato dettato da Giuseppe Mannato (di Gioia Sannitica?) cultore di Architettura, Agronomia e Storia antica. L'ultima edizione che risale al 1984, è stata curata da Le Arti Grafiche Don Bosco. Nel 1984 si festeggiava il cinquantenario della nascita del Comune di Telese.

 


 

 

 

Capitolo 7

Acque Minerali di Telese

 

In quanto alle proprietà salutari di tali acque, non sono io competente a parlarne come medico, né come chimico, ma ne parlerò solo storicamente, per la lunga pratica personale avutene come espresso.

 

Illustri Chimici ne hanno analizzato i componenti, e dotti insigni medici ne hanno esaminato i salutari effetti prodigiosi, confermati da ripetute esperienze, che ne hanno estesa la fama in tutta Italia e fuori. Non posso però tacere l'erronea opinione di coloro che hanno ritenuto e ritengono, ed hanno accuratamente scritto che le acque predette siano sorte dopo distrutta la seconda Telese, cioè circa l'anno 860, adducendo per ragione che, se fossero esistite prima, il loro fetore e le loro esalazioni sarebbero state letali e quindi nessuno sarebbe stato sciocco d'abitarvi vicino, e che inoltre se fossero esistite prima, sarebbero state conosciute dai Romani, e ne avrebbero formate le loro Terme ecc...  .  

 

Tale opinione si è propagata, come per contagio,senza che alcuno degli opinanti avesse mai avvertito al seguente fatto permanente ed incontrastabile che è contro di loro, a meno che non volessero ritenere l'esistenza di effetto senza causa. Come dimostrerò, le acque solfuree presistevano anche a Telese Vetere. Non voglio entrare in materia per dimostrare che la pastura di Telese Vetere è in tal punto i livello, riguardo alle sorgenti minerali, che il loro fetore e le loro esalazioni ne erano dissipate dalla continua corrente d'aria settentrionale, che dalle montagne di Cerreto, Cusano e Pietraroja s'incanala per la valle esistente fra la Rocca e Montacero, la quale segna giusto la direzione di Settentrione a Mezzogiorno. Ciò sarebbe un fuor d'opera ed inopportuno.

 

 Per la seconda Telese non può negarsi, che fu edificata in un sito infelice e molto insolubre per i suoi abitanti perche esposta ai letali inconvenienti delle vicini sorgerti solfuree, ma l'amor sa tutto superare e vincere e perciò sarei per dire che la seconda Telese esisterebbe ancora città e che non già i letali affetti del miasmi dell'acqua solfurea, ma quei del fuoco, come si è detto, la fecero abbandonare dai suoi scoraggiati ed avviliti abitanti. Ma se emigrarono gli abitanti, se l'elemento distruttore la estinsero, restò pero l'elemento rivendicatore per far risorgere un nuovo periodo storico, onde eternare l'antico classico nome di Telese - Le acque minerali!

E' cosa certa che le sorgenti di tale acque erano preesitenti anche e Telese Vetere; e fanno testimonianze le sue dirute mura.

 

Di fatto, se non volete incomodarvi ad osservare l'intero recinto, nell’entrare in essa partendo da S.Salvatore, guardate a destra e vedrete dei pezzi di salenite calcarea sulfurea posti in fabbrica nell'atto della costruzione angolare del piccolo bastione che ivi esiste, ed essi vi diranno senza reticenza - Noi siamo state prodotte dalle vicine sorgenti di acque minerali, che ancora esistono. Ma da qual epoca esistono? Da molto tempo prima che si fosse pronunziato la prima volta il nome di Telese - Oltre si questa irrefragale prova, ve ne altra anche più importante.- Andando dalla stazione ferroviaria di Telese a quella di Amorosi, guardate a destra, e vi vedrete passare a visto ad un'eleva ripe formata da molti e spessi strati della medesima selenite solfurea calcarea di ciascuno di tali strati indica un lavoro di un epoca diversa. Ma quando ebbe principio il lavorio o formazione del primo strato? Quando durò il lavorio di ciascuno? Quando il complessivo di tutti? Chi può dirlo?

 

Certo se un tale fatto non antistorico, chi sa di quanti secoli precedette l'esistenza di Telese Vetere e delle sue mura.

 

V’è ancora di più. Partendo da San Salvatore poco di la dal mulino di Grassano, guardate a sinistra, ove vedesi fatto il tagliamento per quella strada rotabile, e vi si presenteranno i componenti della struttura di Montepugliano.cioè vedrete un quasi conglomeramento calcareo solfureo che rende minerali le acque che lo attraversano e così vi persuaderete meglio che le sorgenti minerali di Telese esistono fin da antichissima ignoepoca; se pur non volesse ritenersi che Telese abbia avuto esistenza prima di Montepugliano ! Riguardo a questo Montepugliano ed ai cinque sprofondamenti che esistono su di sso da tempo ignoto, e delle sue sorgenti di acque minerali che sorgono ai suoi piedi, o pensa che tali sprofondamenti non furono crateri di antichi vulcani esistenti, come alcuni vogliono, perché non presentano alcuno dei segni caratteristici indicati dai Geologi e Naturalisi, (1) e che perciò essi non avrebbero potuto succedere, se nell'interno del monte non vi fosse preesistita un vuota sottostante, causato da qualche cataclisma  o catastrofe tellurica o sollevamento plutonico.

 

   

(1) Convien però pur dire, che se in Montepugliano non vi fu Vulcano,fu certamente circondato da antistorici Vulcani estinti come lo dimostrano i grandi acculamenti di spessi e spaziosi strati di cenere Vulcanica addensatasi,detta volgarmente Cemento o tufo, esistenti in gran copia nei Tenimenti di San Salvatore, Faicchio, Amorosi, Castelvenere, S.Lorenzello e Puglianello, che affermano d'essere stata una regione Vulcanica antichissima e che poi col tempo e per effetto di altre posteriori catastrofi ed avvenimenti

(alluvionali si è superficialmente modificata e configurata cambiando faccia e natura come ora esiste

 

 

 

Ed in quel vuoto io suppongo vi filtrassero e si raccogliessero le acque piovane dopo di aver attraversato le conglomerazioni  solfuree calcaree, di cui la collina è composta e così divenuta minerali o mineralizzate, facessero nell'interno del monte un lago sotterraneo in livello superiore alla sottostante pianura, in cui esistono le sorgenti. Quel lago certamente cresce decresce in quantità di acque e quindi di elevazione ribassamento in proporzioni della quantità delle piogge invernali,sicché crescendo in volume ed elevandosi di livello l'acqua raccolta del lago sotterraneo,naturalmente avviene che gradatamente una quantità di essa, per mezzo dei fori e screpolature delle pareti,si rifiltra nelle circostanti conglomerazioni e per diverse altri meati o condotti sotterranei va nei diversi punti del piano sotterranei va nei diversi punti del piano sottostante, ove si presentano le moltissime sorgenti minerali.

 

Questa mia opinione è avvalorata dal vedersi che le ridette sorgenti scompariscono gradatamente  nell'inverno e ricompariscono nella primavera o a principio dell'estate, quando le pioggie invernali, più o meno abbondanti, avranno rifusa nel lago l'acqua uscitane nella estate precedente. Così hanno origine quasi tutte le sorgenti periodiche, ma per le sorgenti minerali, di cui tratto, vi è anche il fatto che quando risorgono, non risorgono contemporaneamente tutte con la stessa abbondanza, ma talune anticipano, altre ritardano; poi talune completamente scompariscono, altre restano, in modo che appena danno segno della passata esistenza, come mufete e quando risorgono succede per ordine inverso di quando scompariscono, cioè le prime a risorgere sono le ultime a scomparire.

 

Ciò dimostra chiaramente che a misura che l'acqua si alza o ribassa "di livello nel lago sotterraneo, giunge prima ai fori o screpolature più basse e gradatamente alle più alte. Quindi è da credersi essere questa la causa per cui talune sorgenti risorgono prima ed altre podo, e poi risorgono e scompariscono inversamente. Se non fosse cosi,come potrebbero sviluppare in sì breve spazio un sì gran numero di sorgenti che presentano il descritto fenomeno?

 

Sorge pure a piè dello stesso Montepugliano la ricca, gelida sorgente di acqua dolce detta Grassano. Ma essa ha tutt'altra origine e direzione di provenienza, ed è da supporsi verisimilmente che derivasse dalla giogaia di Matese, ramo degli appennini e sue appendici e precisamente dal gruppo Mutri.

 

Come egualmente si ritiene, che dal gruppo ed Appennini dell'Esule ne nasce il Torano di Piedimonte a Mezzodì ed il Fiumicello di Bojano a settentrione. (2)

La freddezza di tali sorgenti dimostra la loro provenienza ed abbondanza,cioè dalla gran quantità di vene, di cui si coprono quei monti.

   

(2) Questo mio pensiero è nei limiti di una ipotesi, come quella di Bfton, poiché chi potrebbe dire con certezza ciò che la natura ha operato ed opera nel peristaltico movimento delle sue profonde viscere.

 

 

Nelle opere degli antichi scrittori si trovano menzionate le celebri acque,alle quali furono attribuite virtù particolari.

Gli Etiopi attribuirono lungamente la virtù di procurare longevità ad una loro fontana di cui parla Erodato, ed ebbero fama le acque di Sinuessa in Campania per far cessare la sterilità delle donne, la sorgente di Lino per impedire gli aborti,quella di Canato in Morea per ringiovanire, quella di Tespia per rendere le donne feconde, altre per aumentare la facoltà della memoria, quelle del fiume Lete per procurare l'oblio, altre per mutare colore ai capelli e via dicendo. Nelle quali cose il lettore saprà ben sceverare il senso simbolico o mitologico da quello veramente storico.

 

Da molte e da quasi tutti i popoli antichi l'acqua fu onorata come un essere divino. All'acqua prestarono culto i principiali popoli di razza Ariana; nel Rigueda, nell'avesta, esse sono dette le madri, le divine ecc.ecc.

Che si dovrebbe dire ora delle nostre acque minerali di Telese neglette per tanti secoli? Esse qual Probatica piscina contengono non solo tutte le vere, simboliche virtù su menzionate, ma ne contengono tante altre, quante bastano e possibilmente guarire o lenire il maggior numero delle malattie che affliggono l'umanità.

Il primo che tratto di tali acque fu il celebre Leonardo da Capua che ne scrisse nel 1563, ma piuttosto come geografo.

 

Il secondo fu il Magri, che nel 1888 ne trattò come chimico di quel tempo.

Nel 1819 ne scrisse il valente Pietro Paolo Perugini come chimico e dotto medico. Finalmente  in questi ultimi tempi i più insigni e valenti medici e chimici moderni ne hanno completato scientificamente lo studio e confermate tutte le virtù, di cui esse acque sono ricche.

 

Però né da detti scrittori né da altri risultano notizie precise circa l'epoca,in cui si incominciò a conoscere l'efficacia medicinale dell'acqua in parola e se ne fece uso.

Secondo le notizie tradizionali da me raccolte nel 1840, specialmente da vecchio venerando Arciprete di S.Salvatore fu Vincenzo Bindi e dagli altri vecchi dei contorni, cioè dall'avvocato fu D.Paolo Gasano da Solapaca, dal Notaio fu D.Vincenzo Giaquinto D'Amborosi ed altri, risulterebbe che l'efficacia delle acque minerali di Tetese è circa un secolo e mezzo e forse meno che si incominciò a conoscere praticamente e farsene uso per bagno e bevanda col nome di acqua fetente, e che poi di anno in anno dilatandosi la fama delle prodigiose guarigioni ottenute, se ne accresceva sempre più il concorso dè sofferenti.

 

 

COME SI ANDAVA ALLE SORGENTI E COME SI PRENDEVANO I BAGNI FINO AL 1856

 

Come si andava alle sorgenti? e come si prendevano allora i bagni? Eccone la descrizione che ora apparirà romantica, ma essa è la severa storia a me contemporanea.

Io già conto col corrente anno 1895 l'ottantesimo secondo anno di vita, e nella mia gioventù, precisamente nell'anno 1838, 55 anni or sono, fui la prima volta a bagnarmi nelle acque minerali di Telese. e vi andai piuttosto a diparto con altri giovani amici.

 

Ma come spesso avviene che lo scherzo induce necessità dovetti poi sebbene interrottamente, frequentarla fino al 1888, cioè anni 50, cosichè io fino allora fui il veterano fra tutti i bagnanti. Ed ecco come nei primi anni si accedeva alle sorgenti e come si facevano i bagni. L'ordinaria principale dimora dei bagnanti forestieri era allora S. Salvatore, e per andare alle sorgenti, ogni bagnante doveva fittarsi e montare un asino, quasi sempre mal sellato, e quel che è peggio, non sempre si capitavano i mansueti.

 

In tal modo poi per un sentiero tortuoso e scabrosao, anziché strada, si andava alle sorgenti. Se l'asino ti ci faceva giungere sano, meno male poiché non molto raramente si verificava il caso, che invece del bagno si rendeva necessario il chirurgo. Un tale pericolo cresceva, se come quasi sempre avveniva si riunivano in compagnia, più persone, le quali avessero montato asini di diverso sesso. E quando poi si conducevano donne specialmente non avvezze a cavalcare, succedevano delle scene moralmente e fisicamente più dispiacevoli per gli onesti, e di divertimento per gli scostumati che non mancavano mai.

 

In tal modo e con tali pericoli si giungeva alle sorgenti che esistevano in diversi borghi o fossi più o meno distanti l'uno dall'altro, nei quali vedovasi più o meno rigogliosa la ebollizione e lo sviluppo del gas acido carbonico (nemico dalla vita), ed in essi si tuffavano alla scoperta in aperta campagna. E cosi i miei compagni ed lo ci facevamo il bagno nei primi tre anni che vi fui, soffrendo sole, vento e qualche volta la pioggia mentre si stava nel bagno o per via, ed in quest’ultimo caso, si prendeva inevitabilmente doppio bagno, cioè una nella sorgente e l'altro nei panni bagnati. Onde evitare,o meglio; per diminuire i letali effetti di simili inconvenienti, ed anche per decenza, si pensò di me e dei miei amici soliti a ritornare annualmente in quei bagni, di far circondare e coprire di frasche e paglia le sorgenti in cui ci bagnavamo ed incaricammo di ciò eseguire un tale Gaetano Pacelli ed un altro che chiamavano Peppone, entrambi di S. Salvatore.

 

Questi eseguirono annualmente l'opera e perciò oltre di quello, che si avevano da me e dagli amici miei compagni per tale servizio, in seguito prestavano una certa assistenza agli altri bagnanti ricevendo per compenso un grano di moneta napoletana da ognuno ed i più generosi gliene davano anche tre.

Dopo il bagno poi, era più pericoloso e strapazzoso il ritorno in S. Salvatore col sole della stagione ardente e con la immensa quantità e varietà di mosche, che molestavano noi e specialmente tormentavano gli asini, i quali per scacciarle spesso si gettavano per forza a terra, o volevano ostinatamente strisciare e gettarsi per sotto le siepi laterali al viottolo con pericolo non solo di lacerare gli abiti ma anche le gambe e la fama di coloro che li cavalcavano.

 

E’ da notarsi anche che tra le diverse sorgenti che più o meno sviluppavano gas acido carbonico, pericolosissimo per chi imprudentemente si buttava nel bagno prima che fosse stata battuta dal sole, ve ne esisteva una alla quale era eccezionalmente pericoloso l’avvicinarsi, specialmente di notte e prima di essere soleggiata. Tale sorgente bolliva rigogliosamente in un gorgo circondato da siepe e boscaglie, e si raccontava dai paesani che ivi più volte vi si trovavano morti degli animali selvaggi ed uccelli.

 

Dicevano fra l'altro, che un lupo avendo predata una capra nel contiguo bosco Montepugliano, perché molestato dal cane del capraio, giusta l'istinto di tale fiera, se la 'asporto in quella siepe, ove era la letale sorgente credendo potersela più sicuramente divorare, ma gli avvenne ciò che spesso avviene a chi ruba, cioè che non goda del furto, poiché il lupo fu ivi trovato morto con le labbra asciutte, unitamente alla capra.

 

Toccò, dicevano la stessa sorte ad uno sparviero che avendo preso un fringuello, credendo farne quietamente pasto nella stessa siepe, ove era morto il lupo, anche esso vi restò morto, tenendo fra le unghie l'incadaverito uccello.

Ne raccontavano delle altre e molte, ma anche io posso dire che essendo giunto una mattina prima del solito volli avvicinarmi alla sorgente predetta e poco mancò che non caddi preso d'asfissia, come già vi era rimasto un uccellino trovatovi da me e dai miei compagni. Però la sorgente medesima da letarissima che era, ora anche essa ha presentato il misterioso fenomeno di bonifarsi e concorrere con le sue sorelle all'utile pubblico divendo di letale salutifera.

 

Essa era quella sulla quale ora si vede costruita la vasca di trasferimento dietro ai bagni caldi, ed è destinata all'attingimento dell'acqua con barili per la grande esposizione anche io lontani paesi Nel su descritto modo si facevano i bagni nelle sorgenti solfuree fino a che la Provincia di Terra di Lavoro (nel cui Tenimento erano allora tali sorgenti) nel 1856 vi fece costruire l'attuale stabilimento balneare-Creta poi la nuova provincia di Benevento tale stabilimento restò incluso in questa, e quindi si cedeva a diversi impresari per più anni. Finalmente nel 1877 il Sig. Eduardo Minieri, con la squisitezza del sue genio, e con la ricchezza dei suo mezzi lo ha ridotto nel magnifico e splendido stato, in cui ora si vede, quasi da non invidiare i migliori edifici esistenti in Europa in tal genere. Ma il genio del Sig. Minieri non si arresterà certo al già fatto, e se avrà lunga vita, e la fortuna lo seguiterà a fargli buon viso come gli auguriamo, non io ma i miei posteri vedranno ricostruita sulle ricche sorgenti delle acque minerali di Telese quanto minutamente descritto da Vitrurio e da Plinio della sontuosità, del lusso e della comodità e magnificenza delle antiche Terme Romane di Tito, di Caracalla e Costantino Ecc.

 

Dal fin qui detta appare che se la gloria e grandezza della più volte desolata Telese finirono per la malvagità degli uomini restarono sepolte sotto quella terra bagnata alle lacrime e dal sangue dei suoi cittadini, e restandone alla storia il solo nome e le loro calamità patite, la provvidenza anche nella terra teneva già preesistente il mezzo di farne risorgere imperituro il suo nome come già si è detto, cioè le sue acque

minerali!

 

 


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it