Forum
Ambientalista Sannio
Via Annunziata 127- 82100 Benevento
Comunicato stampa del 29 gennaio 2005
Mentre è ancora in corso la protesta delle
popolazioni della Valle Caudina contro la mega
discarica, scadono i termini per l’opposizione
al progetto per un pericolosissimo Impianto di
trattamento di rifiuti speciali e tossico-
nocivi a Ponte Valentino nel Comune di
Benevento.
Con una piccola inserzione a
pagamento pubblicata il 31 dicembre su un
quotidiano nazionale tra le notizie relative al
terremoto in Asia, la Società IMEC srl di Roma,
ha annunciato la costruzione nel territorio del
Comune di Benevento di un “Impianto
polifunzionale per il trattamento e il recupero
di rifiuti pericolosi”, classificato come “impianto
di eliminazione dei reflui tossici e nocivi
mediante trattamento chimico”.
La
società romana ha già ottenuto dal Consorzio
ASI, l’assegnazione di un lotto di 16.000 metri
quadrati nella zona industriale di ponte
Valentino dove costruire un impianto che secondo
il progetto, dovrebbe trattare ogni giorno 400
metri cubi di liquami tossici e nocivi e 750
tonnellate annue di rifiuti secchi speciali sia
organici che inorganici derivanti in gran parte
da lavorazioni industriali.
Il
SIA cioè lo Studio di Impatto Ambientale
prodotto dalla IMEC e inviato alla Provincia e
al Comune di Benevento, contiene indicazioni
molto generiche sulla destinazione finale dei
reflui e dei rifiuti solidi derivanti dal
trattamento dopo una serie di reazioni chimiche
a freddo con ulteriori emissioni di esalazioni
in atmosfera.
Contro la realizzazione dell’Impianto si schiera
il Forum Ambientalista del Sannio che oggi,
entro la scadenza dei 30 giorni dalla
pubblicazione dell’avviso, ha chiesto con una
raccomandata inviata alla Regione Campania e ai
Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, di
non autorizzare la costruzione dello
stabilimento che risulta estremamente pericoloso
anche in relazione al sito prescelto.
Nel documento il Forum Ambientalista segnala
che “l’area individuata per la costruzione
dell’Impianto confina con il fiume Calore in una
zona a rischio di inondazione, è altamente
sismica e confina con una enorme discarica che
non è stata bonificata nè posta in sicurezza con
tutti i pericoli conseguenti anche per la
possibile fuoriuscita di biogas dal sottosuolo
durante gli scavi per la costruzione dello
stabilimento.
Il
Forum Ambientalista segnala anche che “nella
area di intervento sono già allocati diversi
stabilimenti per produzioni alimentari
assolutamente incompatibili con la presenza di
un “Impianto per trattamenti di Rifiuti Tossici
e Nocivi mediante trattamento chimico” anche per
i danni che lo stesso potrebbe procurare nel
caso di guasto o cattivo funzionamento. Inoltre-
scrivono gli ambientalisti- “la notevole umidità
dell’area dovuta anche alla particolare
conformazione del territorio circostante
favorisce la permanenza degli inquinanti
prodotti dalle esalazioni chimiche con
inevitabili gravi danni per la salute della
popolazione”.
Il
Forum Ambientalista contesta infine lo Studio di
Impatto Ambientale presentato dalla IMEC srl,
la quale sostiene che l’impianto serve per
smaltire i rifiuti tossici e nocivi prodotti
nella provincia di Benevento,“minimizzando
quindi i percorsi degli automezzi con
conseguente minor rischio ambientale e minor
inquinamento”.
Gli ambientalisti sostengono invece nel
Sannio non si producono affatto i 400 metri cubi
al giorno di reflui e le 750 tonnellate annue di
rifiuti solidi tossici e nocivi (Rifiuti da
produzione di pitture, vernici, smalti vetrari,
siggillanti ed inchiostri; Rifiuti dalla
industria fotografica; Rifiuti di lavorazione e
trattamento superficiali di metalli o contenenti
metalli; Olii esausti; Rifiuti da ricerca medica
e veterinaria; Rifiuti della produzione
conciaria e tessile, produzione di carta, polpa
e cartone, raffinazione del Petrolio; ecc.)
Il
trasporto di tali rifiuti da altre province
comporterà un notevole aumento del traffico
derivante dalla circolazione di mezzi pesanti e
causerà un enorme inquinamento per lo
sversamento accidentale ed incontrollato di
reflui. Infine, ricorda il Forum Ambientalista-
in provincia di Benevento non vi sono discariche
idonee per lo smaltimento dei rifiuti derivanti
dalle lavorazioni previste nell’Impianto che
subiranno pertanto un ulteriore trasporto con
altri inevitabili impatti negativi
sull’ambiente.
Ora tocca alla Provincia e al Comune
pronunciarsi- ha dichiarato Gabriele Corona,
coordinatore del Forum Ambientalista- e il
Consorzio ASI deve spiegare come mai ha
assegnato già il lotto di terreno nonostante la
pericolosità accertata e dichiarata
dell’Impianto.
Il
coordinatore provinciale
Gabriele Corona
Forum
Ambientalista Sannio
Via Annunziata 127- 82100 Benevento
Benevento, 29 gennaio 2005
Raccomandata A.R.
......................................... |
MINISTERO DELL’AMBIENTE
Dipartimento Valutazione Impatto
Ambientale
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 ROMA
MINISTERO BENI CULTURALI E AMBIENTALI
Direzione Generale per i Beni
Architettonici e il Paesaggio
Servizio VI
Via di San Michele, 22
00153 ROMA
REGIONE CAMPANIA
Ufficio VIA
Via De Gasperi, 55
80100 NAPOLI
ARPAC DI BENEVENTO
Via S. Pasquale, 34
82100 BENEVENTO
COMUNE DI BENEVENTO
Assessorato all’Ambiente
Palazzo Impregilo
BENEVENTO
PROVINCIA DI BENEVENTO
Assessorato all’ambiente
Rocca dei Rettori
BENEVENTO
|
Oggetto: Impianto polifunzionale per il
trattamento dei rifiuti pericolosi in Benevento,
località Ponte Valentino.
La
scrivente associazione ambientalista esprime
netta contrarietà ed opposizione al progetto per
la “Costruzione di una Piattaforma
Polifunzionale Di Trattamento e Recupero dei
Rifiuti Pericolosi” che la Società IMEC
Tecnologie Ecologiche Srl, con sede in Roma,
intende realizzare in località Ponte Valentino
nel Comune di Benevento, per i motivi appresso
indicati:
-
L’area individuata per la costruzione
dell’Impianto si estende per circa 16.000 metri
quadrati e confina con una enorme discarica che
non è stata bonificata né posta in sicurezza con
tutti i pericoli conseguenti anche per la
possibile fuoriuscita di biogas dal sottosuolo
durante gli scavi per la costruzione dello
stabilimento.
-
L’area di intervento confina con il fiume Calore
in una zona a rischio di inondazione e per
questo dovrebbe rimanere sgombra da
infrastrutture.
-
L’area per il parcheggio e la movimentazione
delle cisterne contenenti i reflui tossici e
nocivi nonché le cisterne e le vasche di
stoccaggio dei rifiuti da trattare ricade
nell’area dei 150 metri dal fiume;
-
La
zona nella quale ricade il sito di realizzazione
è altamente sismica. Essendo noto che i terreni
alluvionali amplificano gli effetti delle onde
sismiche sulle costruzioni, l’impianto, in
concomitanza con un evento di notevole
intensità, verrebbe ad essere notevolmente
sollecitato e il suo danneggiamento
provocherebbe, un notevole danno all’ecosistema
fluviale per la fuoriuscita dei liquami e dei
fanghi.
-
Il
sito destinato all’impianto ricade nell’area
interessata dalla falda sub alvea sfruttata ad
uso potabile e agricolo. Ciò potrebbe provocare
turbamento sia del regime delle acque sub
superficiali e sotterranee ovvero la rottura
dell’equilibrio derivante dall’intrusione di
acque inquinate. Oltre che la costruzione e
gestione dell’impianto, deve essere valutato
l’inquinamento conseguente anche dalla
possibilità di tracimazione delle vasche
dell’impianto o l’eventuale fuoriuscita dalle
pareti interrate di liquami, solo in parte
depurati, che provocherebbero l’inquinamento
della falda con gravi rischi igienico sanitari.
-
Nella area di intervento sono già allocati
diversi stabilimenti per produzioni alimentari
assolutamente incompatibili con la presenza di
un “Impianto per trattamenti di Rifiuti Tossici
e Nocivi mediante trattamento chimico” anche per
i danni che lo stesso potrebbe procurare nel
caso di guasto o cattivo funzionamento.
-
La
notevole umidità dell’area dovuta anche alla
particolare conformazione del territorio
circostante favorisce la permanenza degli
inquinanti prodotti dalle esalazioni chimiche
con inevitabili gravi danni per la salute della
popolazione;
-
I
territori agricoli posti a poca distanza
dall’area scelta per la localizzazione
dell’Impianto sono interessati alla produzione
di prodotti tipici di qualità che certamente
potrebbero subire danni notevoli per le
esalazioni chimiche.
-
Non
è vero, come dichiarato nel SIA ( Studio di
Impatto Ambientale ) presentato dalla IMEC srl,
che “l’impianto risponde ai requisiti della
gestione integrata dei rifiuti, così come
previsto dal D.Lgs 22/97, la quale vuole tra
l’altro ridurre la movimentazione ed il
trasporto dei rifiuti al di fuori degli Ambiti
Territoriali Ottimali”. Infatti nella Provincia
di Benevento non si producono affatto i 400
metri cubi al giorno di reflui e le 750
tonnellate annue di rifiuti solidi tossici e
nocivi (Rifiuti da produzione di pitture,
vernici, smalti vetrari, siggillanti ed
inchiostri; Rifiuti dalla industria fotografica;
Rifiuti di lavorazione e trattamento
superficiali di metalli o contenenti metalli;
Olii esausti; Rifiuti da ricerca medica e
veterinaria; Rifiuti della produzione conciaria
e tessile, produzione di carta, polpa e cartone,
raffinazione del Petrolio; ecc.) Il trasporto di
tali rifiuti da altre province comporterà un
notevole aumento del traffico derivante dalla
circolazione di mezzi pesanti e causerà un
enorme inquinamento per lo sversamento
accidentale incontrollato di rifiuti,
soprattutto reflui, durante il trasporto.
-
In
provincia di Benevento non vi sono discariche
idonee per lo smaltimento dei rifiuti derivanti
dalle lavorazioni previste nell’Impianto che
subiranno un ulteriore trasporto con altri
inevitabili impatti negativi sull’ambiente.
Per tutti i motivi esposti la scrivente
associazione ambientalista chiede che sia
valutata negativamente la proposta della IMEC
srl e che la stessa società non sia autorizzata
alla Costruzione dell’Impianto di cui
all’oggetto in Contrada Ponte Valentino del
Comune di Benevento e in nessun in alcun altro
luogo della provincia di Benevento.
Il
coordinatore provinciale
Gabriele Corona |