Rifondazione Comunista di San Giorgio del Sannio
UN’AMMINISTRAZIONE CHE NON FA SERVIZI, QUESTO IL
VERO BILANCIO
L’Amministrazione comunale di San Giorgio del
Sannio va millantando l’ottimo risultato
conseguito a proposito del bilancio inerente
all’anno 2003, la cui approvazione del
consuntivo risale allo scorso giugno. Noi
l’abbiamo analizzato in modo che i cittadini
sappiano quali siano le scelte della nostra
amministrazione comunale.
Dunque, se confrontiamo bilancio preventivo e
bilancio consuntivo del 2003 scopriamo diverse
ombre delle quali l’amministrazione dovrebbe dar
conto a tutti i cittadini, garantendo un diritto
di cittadinanza basilare, il diritto
all’informazione. Infatti dall’analisi del
bilancio è evidente un macroscopico scostamento
tra quanto programmato e quanto accertato. Erano
stati previsti ben 29.359.748,84 euro e ne sono
stati accertati 7.766.029,92, ossia vi è stato
uno scostamento di ben 21.593.719,92 euro (oltre
40 miliardi delle vecchie lire!).
L’amministrazione deve rendere conto di diverse
ombre e deve argomentare di uno scostamento a
dir poco anomalo. Stiamo parlando di uno
scostamento che non si può attribuire
semplicemente ai tagli del governo. Proviamo ad
argomentare questa tesi.
Il
titolo 1 del bilancio, riguardante i tributi,
presenta una previsione di 2.916.000 euro circa
ed un impegno di una cifra simile, mentre il
titolo 2, inerente ai trasferimento dallo Stato,
dalla Regione, e da altri enti, presenta una
previsione di circa 1.760.000 euro ed un
accertamento di 940.000 euro, ossia uno
scostamento di 136.000 euro. Ebbene, questi
136.000 euro (-13% rispetto a quanto previsto)
sono da addebitare alle politiche del governo
Berlusconi che sta tagliando i servizi pubblici,
facendo una vera e propria “macelleria sociale”,
il punto è che però vi sono scostamenti ben più
alti che dipendono in una buona misura
dall’amministrazione comunale. Infatti il titolo
3 del bilancio, relativo alle entrate
extratributarie, presenta uno scostamento di
oltre il 25% rispetto a quanto previsto (erano
stati previsti 430.000 euro, ne sono stati
accertati 308.000, quindi lo scostamento è stato
di 122.000 euro). In poche parole lo scostamento
sulle entrate extratributarie è stato di oltre
il doppio rispetto al taglio del governo. Perché
le previsioni sono state così gonfiate?
L’amministrazione è incapace di fare, dopo tre
anni, una previsione che rispecchi la realtà? La
sensazione è che si gonfino le previsioni per
giustificare poi i tagli su alcuni settori pur
di battere cassa e millantare poi l’avanzo. Se
non è così, l’amministrazione renda conto. Ma le
cose sono ancora più grottesche se analizziamo
gli altri titoli del bilancio. Ad esempio, per
quanto riguarda il titolo 4, ossia le entrate da
investimenti provenienti da alienazione di beni,
trasferimento di capitali e riscossione di
crediti, si presenta uno scostamento di
21.024.060,58 euro! Per quanto riguarda questa
voce del bilancio (titolo 4) siamo dinanzi o ad
un’amministrazione che è incapace di programmare
perché ha previsto delle entrare pari a
24.498.141,28 euro (oltre 48 miliardi di vecchie
lire), oppure se la previsione è plausibile
allora Nardone e soci sono stati incapaci di
ottenere questi soldi, racimolando solo il
misero 14%, cosa che tra l’altro rivelerebbe la
mancata accettazione di diverse richieste di
finanziamento e quindi anche una scarsa capacità
nella presentazione di progetti.
Va
aggiunto che nel bilancio di previsione del 2003
rispetto agli anni precedenti vi è una
diminuzione dell’ammontare di euro proveniente
dall’ICI, come mai si è prevista questa
diminuzione?
Ancora, l’amministrazione ha circa 4,4 milioni
di euro di debiti e 5 milioni di euro di
crediti. Molti crediti risalgono però agli anni
1997-1998, sono dunque ancora esigibili?
Comunque, l’amministrazione deve rispondere a
queste domande e chiarire il bilancio alla
cittadinanza intera. Entrando nel merito sul
tanto decantato avanzo, infatti i 110.000 euro
di avanzo (entrate pari 7.666.028,92 euro ed
uscite pari a 7.656.022,92 euro) rivelano una
politica di questa amministrazione davvero
conservatrice e che va contro i bisogni della
cittadinanza. Da una parte ci si lamenta,
giustamente, dei tagli della destra al governo,
dall’altra, però, non si impegnano quelle poche
risorse a disposizione. Infatti il bilancio del
2003 è stato rivolto a soddisfare pienamente
settori come viabilità, sport, mentre per lo
sviluppo economico sono stati spesi solo 5.000
euro, col taglio di ben 15.000 euro previsti per
l’artigianato.
Il
settore sociale è stato quello più martoriato,
infatti ha avuto un taglio di ben 130.000 euro:
già nel bilancio di previsione si era deciso di
investire solo il misero 1,5% del bilancio per
l’assistenza, poi al consuntivo, i soldi erogati
sono stati del 30% in meno rispetto al previsto
(296.000 euro circa su 432.000 previsti). Quando
si tratta di ingegnarsi per chiedere
finanziamenti per le opere pubbliche
l’amministrazione è solerte, mentre quando si
tratta di fare sevizi sociali alla cittadinanza,
allora ci si disinteressa e si taglia.
Quest’anno, per fare un esempio, su 1571 anziani
meno di 30 hanno avuto l’assistenza domiciliare,
e solo qualche anno fa questo servizio
riguardava circa 70 anziani (quindi sono stati
privati del servizio oltre 40 anziani). Guarda
caso si taglia nel settore sociale, ossia in
quel settore di competenza dell’assessore
Barricella, che ha un conflitto di interesse
inaccettabile, essendo titolare di una casa di
riposo, ossia di una struttura che privatamente
offre un servizio proprio a quel target, gli
anziani, che l’amministrazione dovrebbe tutelare
con le proprie politiche sociali.
L’amministrazione renda conto anche di questo.
Il
Partito della Rifondazione Comunista ed il
Partito dei Verdi si oppongono a questo bilancio
e più in generale ad un’amministrazione che in
questi anni, in modo arrogante, sta
esternalizzano qualsiasi spazio e servizio
pubblico pur di ottenere delle entrate
immediate.
Così invece di investire e puntare sui servizi
sociali, l’amministrazione ha a sua volta
adottato una politica restrittiva, in modo da
attribuire al sindaco la “medaglietta di colui
che fa ottenere l’avanzo di bilancio”. Allora,
cari cittadini, sappiate che solo il 3,8% del
bilancio è stato investito nelle politiche
sociali, in un paese, tra l’altro, in cui non vi
sono parchi pubblici reali dove i bambini
possano giocare, dove non vi è alcuno spazio di
aggregazione sociale per le associazioni. Se a
questo aggiungiamo che ancora non parte il
servizio di assistenza domiciliare integrato per
anziani, allora capiamo meglio quale sia la
volontà politica di questa amministrazione.
Quest’amministrazione, poi, ha investito solo il
ridicolo 0,06% per lo sviluppo locale, e sapete
in cosa? per l’organizzazione di inutili eventi
nell’area fiera, in cui si fanno chiacchiere ma
non si mira al vero sviluppo. Questo è
secondario, tanto per l’amministrazione attuale
quanto per quelle precedenti, perché poco
interessa ai nostri amministratori sapere che la
disoccupazione giovanile a San Giorgio è
elevata, e per lo più si lavora a nero, con un
sottosalario di circa 400 euro al mese. Dinanzi
ad una macelleria sociale tale, in cui pochi si
arricchiscono, favoriti da un’economia
iperliberista, e tanti soffrono, artigiani,
impiegati, piccoli commercianti, e soprattutto
operai, con un aumento dello sfruttamento sui
luoghi di lavoro, l’amministrazione si
“gigioneggia” col suo avanzo di bilancio.
Il
partito della Rifondazione Comunista ed il
Partito dei Verdi denunciano questa situazione,
sottolineando che vi è la totale assenza di una
politica di programmazione e di sviluppo locale
mirante a migliorare i servizi ed a favorire,
per quanto di propria competenza, tanto
l’economia locale (strozzata dalla grande
distribuzione dell’ipermercato) quanto una piena
e buona occupazione. L’amministrazione affermerà
che i soldi sono pochi, dati i tagli del
governo, ma noi a maggior ragione non capiamo
perché dinanzi a questi tagli si sia investito
solo il 3,8% del bilancio nei servizi sociali;
ed ancora più singolare è che ci si orienti ad
ottenere l’avanzo piuttosto che spendere bene
quel poco che si ha (è come se una famiglia
povera pensasse a risparmiare, privandosi così
di beni necessari e peggiorando, dunque, la sua
già precaria condizione…).
L’amministrazione comunale, è ovvio, da sola non
può farcela, però nessuna iniziativa orientata
allo sviluppo locale e all’erogazione di servizi
sociali efficaci è stata fatta, anzi si mira a
privilegiare i centri di potere locale e a
produrre, tra tante chiacchiere, quel
sottosviluppo su cui lorsignori traggono la
propria esistenza (e stipendi). La sfera
pubblica, a nostro avviso, dovrebbe costituire
quell’arena in cui la politica deve lottare per
la soluzione dei problemi collettivi. Questo è
il bilancio della nostra amministrazione che
deve ora rendicontare in modo trasparente il
bilancio. Sappiano i cittadini, sappiano.
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