2 novembre 2004
San Giorgio, PRC critica il bilancio
Fiorenzo Parziale

 

 

Rifondazione Comunista di San Giorgio del Sannio

UN’AMMINISTRAZIONE CHE NON FA SERVIZI, QUESTO IL VERO BILANCIO

L’Amministrazione comunale di San Giorgio del Sannio va millantando l’ottimo risultato conseguito a proposito del bilancio inerente all’anno 2003, la cui approvazione del consuntivo risale allo scorso giugno. Noi l’abbiamo analizzato in modo che i cittadini sappiano quali siano le scelte della nostra amministrazione comunale.

Dunque, se confrontiamo bilancio preventivo e bilancio consuntivo del 2003 scopriamo diverse ombre delle quali l’amministrazione dovrebbe dar conto a tutti i cittadini, garantendo un diritto di cittadinanza basilare, il diritto all’informazione. Infatti dall’analisi del bilancio è evidente un macroscopico scostamento tra quanto programmato e quanto accertato. Erano stati previsti ben 29.359.748,84 euro e ne sono stati accertati 7.766.029,92, ossia vi è stato uno scostamento di ben 21.593.719,92 euro (oltre 40 miliardi delle vecchie lire!). L’amministrazione deve rendere conto di diverse ombre e deve argomentare di uno scostamento a dir poco anomalo. Stiamo parlando di uno scostamento che non si può attribuire semplicemente ai tagli del governo. Proviamo ad argomentare questa tesi.

Il titolo 1 del bilancio, riguardante i tributi, presenta una previsione di 2.916.000 euro circa ed un impegno di una cifra simile, mentre il titolo 2, inerente ai trasferimento dallo Stato, dalla Regione, e da altri enti, presenta una previsione di circa 1.760.000 euro ed un accertamento di 940.000 euro, ossia uno scostamento di 136.000 euro. Ebbene, questi 136.000 euro (-13% rispetto a quanto previsto) sono da addebitare alle politiche del governo Berlusconi che sta tagliando i servizi pubblici, facendo una vera e propria “macelleria sociale”, il punto è che però vi sono scostamenti ben più alti che dipendono in una buona misura dall’amministrazione comunale. Infatti il titolo 3 del bilancio, relativo alle entrate extratributarie, presenta uno scostamento di oltre il 25% rispetto a quanto previsto (erano stati previsti 430.000 euro, ne sono stati accertati 308.000, quindi lo scostamento è stato di 122.000 euro). In poche parole lo scostamento sulle entrate extratributarie è stato di oltre il doppio rispetto al taglio del governo. Perché le previsioni sono state così gonfiate? L’amministrazione è incapace di fare, dopo tre anni, una previsione che rispecchi la realtà? La sensazione è che si gonfino le previsioni per giustificare poi i tagli su alcuni settori pur di battere cassa e millantare poi l’avanzo. Se non è così, l’amministrazione renda conto. Ma le cose sono ancora più grottesche se analizziamo gli altri titoli del bilancio. Ad esempio, per quanto riguarda il titolo 4, ossia le entrate da investimenti provenienti da alienazione di beni, trasferimento di capitali e riscossione di crediti, si presenta uno scostamento di 21.024.060,58 euro! Per quanto riguarda questa voce del bilancio (titolo 4) siamo dinanzi o ad un’amministrazione che è incapace di programmare perché ha previsto delle entrare pari a 24.498.141,28 euro (oltre 48 miliardi di vecchie lire), oppure se la previsione è plausibile allora Nardone e soci sono stati incapaci di ottenere questi soldi, racimolando solo il misero 14%, cosa che tra l’altro rivelerebbe la mancata accettazione di diverse richieste di finanziamento e quindi anche una scarsa capacità nella presentazione di progetti.

Va aggiunto che nel bilancio di previsione del 2003 rispetto agli anni precedenti vi è una diminuzione dell’ammontare di euro proveniente dall’ICI, come mai si è prevista questa diminuzione?

Ancora, l’amministrazione ha circa 4,4 milioni di euro di debiti e 5 milioni di euro di crediti. Molti crediti risalgono però agli anni 1997-1998, sono dunque ancora esigibili?

Comunque, l’amministrazione deve rispondere a queste domande e chiarire il bilancio alla cittadinanza intera. Entrando nel merito sul tanto decantato avanzo, infatti i 110.000 euro di avanzo (entrate pari 7.666.028,92 euro ed uscite pari a 7.656.022,92 euro) rivelano una politica di questa amministrazione davvero conservatrice e che va contro i bisogni della cittadinanza. Da una parte ci si lamenta, giustamente, dei tagli della destra al governo, dall’altra, però, non si impegnano quelle poche risorse a disposizione. Infatti il bilancio del 2003 è stato rivolto a soddisfare pienamente settori come viabilità, sport, mentre per lo sviluppo economico sono stati spesi solo 5.000 euro, col taglio di ben 15.000 euro previsti per l’artigianato.

Il settore sociale è stato quello più martoriato, infatti ha avuto un taglio di ben 130.000 euro: già nel bilancio di previsione si era deciso di investire solo il misero 1,5% del bilancio per l’assistenza, poi al consuntivo, i soldi erogati sono stati del 30% in meno rispetto al previsto (296.000 euro circa su 432.000 previsti). Quando si tratta di ingegnarsi per chiedere finanziamenti per le opere pubbliche l’amministrazione è solerte, mentre quando si tratta di fare sevizi sociali alla cittadinanza, allora ci si disinteressa e si taglia. Quest’anno, per fare un esempio, su 1571 anziani meno di 30 hanno avuto l’assistenza domiciliare, e solo qualche anno fa questo servizio riguardava circa 70 anziani (quindi sono stati privati del servizio oltre 40 anziani). Guarda caso si taglia nel settore sociale, ossia in quel settore di competenza dell’assessore Barricella, che ha un conflitto di interesse inaccettabile, essendo titolare di una casa di riposo, ossia di una struttura che privatamente offre un servizio proprio a quel target, gli anziani, che l’amministrazione dovrebbe tutelare con le proprie politiche sociali. L’amministrazione renda conto anche di questo.

Il Partito della Rifondazione Comunista ed il Partito dei Verdi si oppongono a questo bilancio e più in generale ad un’amministrazione che in questi anni, in modo arrogante, sta esternalizzano qualsiasi spazio e servizio pubblico pur di ottenere delle entrate immediate.

Così invece di investire e puntare sui servizi sociali, l’amministrazione ha a sua volta adottato una politica restrittiva, in modo da attribuire al sindaco la “medaglietta di colui che fa ottenere l’avanzo di bilancio”. Allora, cari cittadini, sappiate che solo il 3,8% del bilancio è stato investito nelle politiche sociali, in un paese, tra l’altro, in cui non vi sono parchi pubblici reali dove i bambini possano giocare, dove non vi è alcuno spazio di aggregazione sociale per le associazioni. Se a questo aggiungiamo che ancora non parte il servizio di assistenza domiciliare integrato per anziani, allora capiamo meglio quale sia la volontà politica di questa amministrazione. Quest’amministrazione, poi, ha investito solo il ridicolo 0,06% per lo sviluppo locale, e sapete in cosa? per l’organizzazione di inutili eventi nell’area fiera, in cui si fanno chiacchiere ma non si mira al vero sviluppo. Questo è secondario, tanto per l’amministrazione attuale quanto per quelle precedenti, perché poco interessa ai nostri amministratori sapere che la disoccupazione giovanile a San Giorgio è elevata, e per lo più si lavora a nero, con un sottosalario di circa 400 euro al mese. Dinanzi ad una macelleria sociale tale, in cui pochi si arricchiscono, favoriti da un’economia iperliberista, e tanti soffrono, artigiani, impiegati, piccoli commercianti, e soprattutto operai, con un aumento dello sfruttamento sui luoghi di lavoro, l’amministrazione si “gigioneggia” col suo avanzo di bilancio.

Il partito della Rifondazione Comunista ed il Partito dei Verdi denunciano questa situazione, sottolineando che vi è la totale assenza di una politica di programmazione e di sviluppo locale mirante a migliorare i servizi ed a favorire, per quanto di propria competenza, tanto l’economia locale (strozzata dalla grande distribuzione dell’ipermercato) quanto una piena e buona occupazione. L’amministrazione affermerà che i soldi sono pochi, dati i tagli del governo, ma noi a maggior ragione non capiamo perché dinanzi a questi tagli si sia investito solo il 3,8% del bilancio nei servizi sociali; ed ancora più singolare è che ci si orienti ad ottenere l’avanzo piuttosto che spendere bene quel poco che si ha (è come se una famiglia povera pensasse a risparmiare, privandosi così di beni necessari e peggiorando, dunque, la sua già precaria condizione…).

L’amministrazione comunale, è ovvio, da sola non può farcela, però nessuna iniziativa orientata allo sviluppo locale e all’erogazione di servizi sociali efficaci è stata fatta, anzi si mira a privilegiare i centri di potere locale e a produrre, tra tante chiacchiere, quel sottosviluppo su cui lorsignori traggono la propria esistenza (e stipendi). La sfera pubblica, a nostro avviso, dovrebbe costituire quell’arena in cui la politica deve lottare per la soluzione dei problemi collettivi. Questo è il bilancio della nostra amministrazione che deve ora rendicontare in modo trasparente il bilancio. Sappiano i cittadini, sappiano.

 

 

 

    

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