17 gennaio 2005
Parco del Taburno, troppi interessi
da Il Mattino - 16 gennaio 2005

 

 

«Parco, troppi interessi»

In questa operazione non vi è nulla di politico. Interessa solo la gestione del Patto del Taburno, «che ha suscitato e suscita appetiti enormi». Furiosa la reazione dell'Udeur che, con il segretario provinciale Errico, ha diffuso un comunicato «Contro ogni alibi e falsità», parlando persino di «lingue biforcute».

Questo il testo integrale: «La vicenda della Comunità montana del Taburno ha fatto gettare la maschera a chi immagina a parole, nei colloqui avuti, di costruire un percorso di coalizione e nei fatti determina aggregazioni variopinte messe insieme solo contro l’Udeur. Il fortore è solo un alibi per chi, avendo lingue biforcute, immagina di trattare su tavoli diversi situazioni non politiche ma di gestione. Già il 27 dicembre il presidente di quella comunità, appartenente alla Margherita, è stato invitato con nota scritta, da noi Popolari Udeur, unitamente ai rappresentanti provinciali della Margherita e dei Ds, a convocare l’assemblea per rideterminare l’assetto di quella giunta. Se questo non è avvenuto - dice Errico - certamente non è ascrivibile ai Popolari Udeur che, ribadiamo, non esprimono il presidente di quella comunità. È evidentemente non è il problema politico che interessa ma solo ed esclusivamente la gestione come quella del patto territoriale del Taburno che ha suscitato e suscita appetiti enormi. ecco perché, a nostro giudizio, nessun accordo sottoscritto di ripartizione delle comunità montane della provincia di benevento può valere.

Noi come Popolari Udeur siamo interessati al governo delle comunità per creare presupposti di sviluppo concreto. Se questo dà fastidio, lo si dica in modo tale da prendere atto che la coalizione non esiste più così come l’esempio del Taburno allo stato dimostra. Ad ogni buon fine i Popolari Udeur ribadiscono la propria disponibilità concreta non solo sulla comunità del fortore ma su tutto l’ambito provinciale a ricercare ogni utile percorso per creare condizioni politiche condivise».

Di disponibilità a ricercare una soluzione che sani la ferita parla anche lo Sdi: «Mi preme precisare - dice Bello - che i mastelliani hanno avuto alla Comunità Montana del Taburno una gestione quasi ventennale. Nella stessa giunta uscente contavano il presidente e ben 5 assessori, mentre noi non figuravamo nell'esecutivo. Così come è altrettanto evidente che lo strappo lo hanno voluto loro. Abbiamo chiesto un rinvio e ci siamo trovati al cospetto di un presidente designato. Ad ogni modo, lo Sdi lavorerà per verificare la praticabilità di coinvolgimento dell'intero centrosinistra, sempre che vi sia un azzeramento nelle altre comunità montane e si definiscano le questioni di tutti gli enti sovracomunali».

L'Udeur, intanto, deve registrare l'abbandono del consigliere comunale di Arpaia, Antonio Laudando, che risulta aver apposto la firma in calce ad entrambi i documenti: «Io non ho mai apposto la firma sul documento dell'Udeur, ma firmai solo l'incarico perché Umberto Principe portasse avanti le trattative. L'unica firma è quella che sostiene Mortaruolo presidente». Laudando è letteralmente imbufalito contro l'Udeur: «Non hanno avuto alcun rispetto, pensi, sono assessore uscente, non sono stato neppure interpellato se inbtendevo restare in giunta. Ho tentato di contattare Principe l'altra sera, mi ha risposto che mi avrebbe ritelefonato dopo due minuti, lo sto ancora aspettando. Eppure, per sostenere l'Udeur ho litigato con D'Ambrosio, privando forse il mio paese di un consigliere provinciale. No, non hanno riconoscenza, meglio andar via». g.d.b.


Taburno, Gad in frantumi: l’Udeur è fuori

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GIANNI DE BLASIO

Rincorso a livello nazionale, estromesso nel Sannio: a distanza di un anno, poco più, nel centrosinistra provinciale si consuma un altro strappo, l'Udeur da una parte, tutti gli altri su un versante diverso, anzi, contrapposto. Alle 13 di ieri, al protocollo della Comunità Montana del Taburno risultavano acquisiti due documenti programmatici ed altrettante ipotesi di giunta: una con Mimì Mortaruolo, esponente della Margherita, alla presidenza, forte di 40 firme di consiglieri (la maggioranza scatta a 36); un'altra ipotesi di esecutivo propone al vertice Umberto Principe ed è supportata complessivamente da 26 sottoscrittori.

Il primo schieramento annovera Margherita, Ds, Sdi e 7 rappresentanti della Cdl, il secondo quasi esclusivamente consiglieri del Campanile e qualche autonomo (ad esempio, il sindaco di Moiano Pietro Palma, anche se l'udeurrino Forgione lo considera di Forza Italia). Entrambe monche le due giunte, quella di Mortaruolo schiera 8 assessori sui 10 eleggibili, quella di Principe di posti liberi ne ha 3. In sostanza, è una sorta di replay di quanto accaduto alla Provincia il 19 dicembre del 2003, quando i mastelliani votarono le nomine assieme al centrodestra, e tutto il resto del centrosinistra, compresi i partiti non rappresentati in consiglio, decisero di mettere fuori l'Udeur chiedendo a Nardone di revocare i tre assessori Udeur.

Ma, come si è giunti a tale lacerazione, dopo che soli pochi giorni addietro, Mastella aveva deciso di rientrare nella Gad? Pomo della discordia la Comunità Montana del Fortore. Da un anno - lo prevede, peraltro, il documento che chiudeva la crisi alla Rocca - il centrosinistra ha sul tavolo il problema del riassetto delle comunità montane e degli altri enti sovracomunali.

«Nel Fortore abbiamo registrato solo belle parole, assicurazioni tante, ma fatti zero. Come ds - spiega il segretario Insogna - siamo fuori dalla giunta ma nulla è accaduto. Non credo di chiedere la luna, vorrei solo che Mastella si comportasse nel Sannio, dove è forza egemone, nello stesso modo che egli pretende a livello nazionale dove giustamente ha posto delle questioni politiche delle quali i partiti maggiori si sono fatti carico. Il primo strappo, quindi, lo fece l'Udeur nel Fortore e, poi, anche quando, a fronte di una riflessione più approfondita sul Taburno, la risposta è stata la designazione di un loro candidato alla presidenza. Non ci è rimasto altro da fare che andare avanti così».

Insogna, comunque, ritiene che, sino a mercoledì quando si dovrà eleggere la nuova giunta, le cose potrebbero anche aggiustarsi: «In presenza di segnali concreti, di un azzeramento nella comunità montana del Fortore, potrebbe anche riavviarsi una ricomposizione del centrosinistra nell'ente del Taburno».

 

    

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