«Parco, troppi interessi»
In
questa operazione non vi è nulla di politico.
Interessa solo la gestione del Patto del Taburno,
«che ha suscitato e suscita appetiti enormi».
Furiosa la reazione dell'Udeur che, con il
segretario provinciale Errico, ha diffuso un
comunicato «Contro ogni alibi e falsità»,
parlando persino di «lingue biforcute».
Questo il testo integrale: «La vicenda della
Comunità montana del Taburno ha fatto gettare la
maschera a chi immagina a parole, nei colloqui
avuti, di costruire un percorso di coalizione e
nei fatti determina aggregazioni variopinte
messe insieme solo contro l’Udeur. Il fortore è
solo un alibi per chi, avendo lingue biforcute,
immagina di trattare su tavoli diversi
situazioni non politiche ma di gestione. Già il
27 dicembre il presidente di quella comunità,
appartenente alla Margherita, è stato invitato
con nota scritta, da noi Popolari Udeur,
unitamente ai rappresentanti provinciali della
Margherita e dei Ds, a convocare l’assemblea per
rideterminare l’assetto di quella giunta. Se
questo non è avvenuto - dice Errico - certamente
non è ascrivibile ai Popolari Udeur che,
ribadiamo, non esprimono il presidente di quella
comunità. È evidentemente non è il problema
politico che interessa ma solo ed esclusivamente
la gestione come quella del patto territoriale
del Taburno che ha suscitato e suscita appetiti
enormi. ecco perché, a nostro giudizio, nessun
accordo sottoscritto di ripartizione delle
comunità montane della provincia di benevento
può valere.
Noi come Popolari Udeur siamo interessati al
governo delle comunità per creare presupposti di
sviluppo concreto. Se questo dà fastidio, lo si
dica in modo tale da prendere atto che la
coalizione non esiste più così come l’esempio
del Taburno allo stato dimostra. Ad ogni buon
fine i Popolari Udeur ribadiscono la propria
disponibilità concreta non solo sulla comunità
del fortore ma su tutto l’ambito provinciale a
ricercare ogni utile percorso per creare
condizioni politiche condivise».
Di
disponibilità a ricercare una soluzione che sani
la ferita parla anche lo Sdi: «Mi preme
precisare - dice Bello - che i mastelliani hanno
avuto alla Comunità Montana del Taburno una
gestione quasi ventennale. Nella stessa giunta
uscente contavano il presidente e ben 5
assessori, mentre noi non figuravamo
nell'esecutivo. Così come è altrettanto evidente
che lo strappo lo hanno voluto loro. Abbiamo
chiesto un rinvio e ci siamo trovati al cospetto
di un presidente designato. Ad ogni modo, lo Sdi
lavorerà per verificare la praticabilità di
coinvolgimento dell'intero centrosinistra,
sempre che vi sia un azzeramento nelle altre
comunità montane e si definiscano le questioni
di tutti gli enti sovracomunali».
L'Udeur,
intanto, deve registrare l'abbandono del
consigliere comunale di Arpaia, Antonio Laudando,
che risulta aver apposto la firma in calce ad
entrambi i documenti: «Io non ho mai apposto la
firma sul documento dell'Udeur, ma firmai solo
l'incarico perché Umberto Principe portasse
avanti le trattative. L'unica firma è quella che
sostiene Mortaruolo presidente». Laudando è
letteralmente imbufalito contro l'Udeur: «Non
hanno avuto alcun rispetto, pensi, sono
assessore uscente, non sono stato neppure
interpellato se inbtendevo restare in giunta. Ho
tentato di contattare Principe l'altra sera, mi
ha risposto che mi avrebbe ritelefonato dopo due
minuti, lo sto ancora aspettando. Eppure, per
sostenere l'Udeur ho litigato con D'Ambrosio,
privando forse il mio paese di un consigliere
provinciale. No, non hanno riconoscenza, meglio
andar via». g.d.b.
Taburno, Gad in frantumi: l’Udeur è fuori
Il
parco del Taburno al centro della sfida per la
guida della Comunità montana
GIANNI DE BLASIO
Rincorso a livello nazionale, estromesso nel
Sannio: a distanza di un anno, poco più, nel
centrosinistra provinciale si consuma un altro
strappo, l'Udeur da una parte, tutti gli altri
su un versante diverso, anzi, contrapposto. Alle
13 di ieri, al protocollo della Comunità Montana
del Taburno risultavano acquisiti due documenti
programmatici ed altrettante ipotesi di giunta:
una con Mimì Mortaruolo, esponente della
Margherita, alla presidenza, forte di 40 firme
di consiglieri (la maggioranza scatta a 36);
un'altra ipotesi di esecutivo propone al vertice
Umberto Principe ed è supportata
complessivamente da 26 sottoscrittori.
Il
primo schieramento annovera Margherita, Ds, Sdi
e 7 rappresentanti della Cdl, il secondo quasi
esclusivamente consiglieri del Campanile e
qualche autonomo (ad esempio, il sindaco di
Moiano Pietro Palma, anche se l'udeurrino
Forgione lo considera di Forza Italia). Entrambe
monche le due giunte, quella di Mortaruolo
schiera 8 assessori sui 10 eleggibili, quella di
Principe di posti liberi ne ha 3. In sostanza, è
una sorta di replay di quanto accaduto alla
Provincia il 19 dicembre del 2003, quando i
mastelliani votarono le nomine assieme al
centrodestra, e tutto il resto del
centrosinistra, compresi i partiti non
rappresentati in consiglio, decisero di mettere
fuori l'Udeur chiedendo a Nardone di revocare i
tre assessori Udeur.
Ma, come si è giunti a tale lacerazione, dopo
che soli pochi giorni addietro, Mastella aveva
deciso di rientrare nella Gad? Pomo della
discordia la Comunità Montana del Fortore. Da un
anno - lo prevede, peraltro, il documento che
chiudeva la crisi alla Rocca - il centrosinistra
ha sul tavolo il problema del riassetto delle
comunità montane e degli altri enti
sovracomunali.
«Nel Fortore abbiamo registrato solo belle
parole, assicurazioni tante, ma fatti zero. Come
ds - spiega il segretario Insogna - siamo fuori
dalla giunta ma nulla è accaduto. Non credo di
chiedere la luna, vorrei solo che Mastella si
comportasse nel Sannio, dove è forza egemone,
nello stesso modo che egli pretende a livello
nazionale dove giustamente ha posto delle
questioni politiche delle quali i partiti
maggiori si sono fatti carico. Il primo strappo,
quindi, lo fece l'Udeur nel Fortore e, poi,
anche quando, a fronte di una riflessione più
approfondita sul Taburno, la risposta è stata la
designazione di un loro candidato alla
presidenza. Non ci è rimasto altro da fare che
andare avanti così».
Insogna, comunque, ritiene che, sino a mercoledì
quando si dovrà eleggere la nuova giunta, le
cose potrebbero anche aggiustarsi: «In presenza
di segnali concreti, di un azzeramento nella
comunità montana del Fortore, potrebbe anche
riavviarsi una ricomposizione del centrosinistra
nell'ente del Taburno». |