Fino a 5mila abitanti Amministrazioni escluse
dal rispetto della norma. Cerreto, Faicchio e
Vitulano tra queste
(rvt)
Tutti i Comuni dai 3000 ai 5000 abitanti esclusi
dal patto di stabilità. Lo ha deciso la
Commissione Affari Costituzionali del Senato a
proposito del decreto per gli enti locali.
Rientrano in questo dispositivo le unioni di
Comuni, non le Comunità Montane che restano così
ancora all’interno del Patto di Stabilità. Ma l’Uncem
- Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
conta di inserire anche questi enti al momento
del passaggio in Aula del provvedimento. Alla
luce dei dati forniti dall’ultimo censimento,
sono diciassette i Comuni dell’intero Sannio che
beneficeranno, una volta approvata, della
novità. Questi si aggiungono ai cinquantadue al
di sotto dei tremila abitanti già esenti dal
rispetto del patto. Per nove resta l’obbligo
dell’osservanza.
Airola, Apice, Guardia Sanframondi, Montesarchio,
San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio del Sannio,
Sant’Agata de’ Goti, Benevento, Telese Terme, le
città del Sannio che dovranno continuare a
rispettarlo. Per il sindaco di Vitulano, Tonino
De Maria, vice presidente dell’Uncem «si è
ottenuta una maggiore libertà. Ora è possibile
un’attività amministrativa senza freni. E’ ovvio
che ccorre salvaguardare l’accortezza nella
gestione del danaro pubblico - afferma - ma
ritengo che la rimozione del vincolo del patto
di stabilità, consentirà ai Comuni di perseguire
con maggiore velocità lo sviluppo integrato».
De
Maria ritiene incomprensibile la scelta di non
applicare il provvedimento alle Comunità
Montane. «Continueremo a batterci- dichiara il
vice presidente dell’Uncem - perchè vengano
cancellate norme così restrittive e
penalizzanti». Un secondo emendamento approvato
dalla commissione riguarda l’esclusione dal
patto di stabilità interno delle spese per
funzioni trasferite o delegate dalle Regioni
agli enti locali a partire dal 1 gennaio 2004.
|