26 agosto 2004
Originale idea di un ragioniere di Caiazzo
Giuseppe Sangiovanni

 

 

“Cabalizzati” quasi tutti i seimila concittadini

TUTTA CAIAZZO NELLA SUA SMORFIA

Tra i personaggi finiti nella cabala di Antonio Musco, spiccano: il vescovo, il sindaco, il farmacista- vip che avrebbero procurato diverse vincite, diventate milionarie con i numeri giocati corrispondenti a personaggi meno noti.

 

Antonio Musco, l'autore della smorfia Caiatina

 

Caiazzo (Caserta) - Lo sterminato esercito di appassionati del gioco del lotto, quando ha l’esigenza di tradurre in numeri, sogni e fatti accaduti nella propria città, fa riferimento alle varie smorfie in commercio, che sono, però, a carattere generale. La Smorfia napoletana, manuale conosciutissimo dagli addetti ai lavori, è senza dubbio “la Bibbia” per giocatori incalliti, innamorati di numeri che vanno da uno a 90. Tra le tante in circolazione, da qualche tempo ce n’è un’altra, molto originale, di dimensioni ridotte, ideata e compilata da Antonio Musco, ragioniere di 50 anni, nativo di Caiazzo, piccolo e suggestivo paesino collinare, situato a pochi km dalla famosa Reggia di Luigi Vanvitelli.

 

Il Sindaco di Caiazzo Stefano Giaquinto

 

Catapultato per vicende aziendali, anzitempo nel pianeta dei pensionati, essendo un tipo dinamico, Musco ha continuato a “fare i conti”, con i numeri, di cui è innamorato: la passione per la Cabala e il Lotto hanno fatto il resto, e così, è nata la “Piccola Smorfia Caiatina”. Manuale che contiene numeri, associati a persone più o meno note del paese: commercianti, autorità, professionisti e artigiani, che hanno, secondo i bene informati, fatto vincere cospicue vincite agli scommettitori. Una scivolata, che corrisponde al 16, nella bottega di Saverio (2), il barbiere, che corrisponde al 18- l’azzeccatissimo terno, che avrebbe procurato la vincita record.

 

Il vescovo della diocesi Alife-Caiazzo, Pietro Farina

 

CABALA PERSONALIZZATA Tutto il paese, finito nella caratteristica Smorfia: nomi e cognomi di persone comuni, vielle, vicoli, strade, piazze, titolari ed insegne di esercizi commerciali, autorità cittadine- tutti nella cabala-calderone di Musco: calzolaio, tabaccaio, macellaio, poi il sindaco, il farmacista e persino il vescovo, apparso divertito per l’inclusione nella consultatissima smorfia- che “veste” con numeri città e cittadini, “tradotti” in cifre, in caso di sogni, piccoli e grandi incidenti avvenuti nel comprensorio.

 

 

“Questa semplice edizione - nota Antonio Musco- oltre ad integrare le varie smorfie in commercio, vuole rispondere all’esigenza di quanti intendono avvalersi di uno strumento di consultazione più vicino al sogno o alla realtà che il giocatore, abitudinario o saltuario, si è trovato a vivere nel luogo in cui risiede o si trova- essa contiene numeri associati a nomi comuni di persone, professioni, mestieri, alla struttura commerciale e viaria della città. Il calcolo per trovare il numero corrispondente ad una data parola: nome proprio, nome generico, ed altro-è stato effettuato, secondo antiche regole della Cabala, che assegna un numero ad ogni lettera”-tiene a precisare il ragioniere caiatino.

 

 

LA CARTOLIBRERIA, IL PARRUCCHIERE E IL GRADO DI SISMICITA’ DI CAIAZZO

Sfogliando il manuale tra i “vip”, ci si può imbattere nel dottor Enzo De Lucia, della farmacia “Eredi De Lucia”- che tradotto in cifre, corrisponde ai numeri 8, 13 e 33; andando più avanti si nota Stefano Giaquinto, primo cittadino di Caiazzo-associato ai numeri 30, 38 e 73; per arrivare all’amatissimo vescovo- mons.Pietro Farina (30, 33 e 60).

 

 

Non mancano la cartolibreria di Angela Mirto e Luigi Di Nardo(74, 76 e 43); Tonino il parrucchiere(77 e 44); il grado di sismicità del comprensorio (2), la superficie in Kmq. (37), gli sportelli bancari (2), la via del cimitero(86), i vigili urbani(58), il patrono di Caiazzo(61), il nome della città(45)- e poi parrucchieri, oreficerie, bar, ristoranti, pizzerie, pescherie, e così via. “C’è di tutto- conclude Musco- una Smorfia personalizzata, per la città- dedicata a quanti fanno del gioco del lotto, un piacevole passatempo e non uno strumento per dissipare il proprio patrimonio”. Una città trasformata in numeri. Non si sa di preciso, quando l’uomo abbia cominciato ad usarli, ma tutta la nostra vita è piena di numeri e senza di essi, non avremmo potuto essere quelli che siamo!

 

 

 

 

 

    

Altri interventi sullo stesso tema


Per intervenire: invia@vivitelese.it