Cari "vivitelesini", vogliate accettare il mio
augurio di Buona Pasqua a voi tutti e... vi
auguro anche di diventare "mortitelesini" il più
tardi possibile(!?!)
"LA QUANTOLOGIA DEL TUTTO"
by
Esimio De Sprofundis
Si
suggerisce, qui di seguito, l’iter di uno
sviluppo tematico alla luce della teoria della
“quantologia del tutto”. Si prenda fiato per
l’iniziazione e si proceda.
Da
più parti si avverte al giorno d’oggi negli
umani, e talvolta anche nei disumani, l’esigenza
dell’intervento dicente-la-sua sui temi e nei
tomi del quotidiano vivere e sopravvivere, onde
dare un minuscolo anche se corpuscolare
contributo alla cognizion di causa, effetti ed
affetti, acciocché menti profane non intendano
cose che giammai si vorrebbe far intendere anche
da parte di color che pur sono eruditi nello
specifico, e si perdoni loro l’immodestia,
peraltro motivata, giustificata e fondata su
ovvi motivi di giustificazione nonché di
fondatezza, come da incommensurabili lustri
vanno sostenendo, e come anche oggidì essi
giustamente condividono e sottoscrivono,
inequivocabilmente convinti e senza tema di
smentita, in virtù delle loro proprie e
personali convinzioni, inculcate in reiterati e
spontanei conati di pensiero che, seppur
chirurgicamente realizzato su solide basi
tastieriche atte a generare notevoli
dimensionamenti del prodotto, come nell’attuale
e presente periodo filosofico-letterario nonché
epistolo-articolare, esaurisce qui, sic et
simpliciter, la sua ininterrotta portata
svolgimentale.
A
questo punto è d’obbligo un momento pausico con
profondità di reiterati atti respiratori e
temporanea chiusura oculare sostenuta da
manipolazioni palpebrali. Riprendiamo.
In
un suo recente lavoro ispirato all’esigenza
corpica scaturente dall’incommensurabilità della
sostenenza, il dotto e magniloquente
K.H.Tappabukis ribadisce infatti che,
nell’emergenza dell’autoreferenzialità del
pensiero proprio nelle altrui osservazioni
financo occhichiusiche, un ruolo predominante
assume l’immanenza della “quantologia del
tutto”, intesa come ricerca del fine nonché dei
mezzi attraverso i quali conseguire il
conseguibile, pur in assenza di esso; divenendo
così inevitabile, secondo il nostro, subirne
attivamente le conseguenze, senza d’altronde
stravolgere metafisicamente, metaforicamente,
quando non anche metadentricamente, i moti
sussultori e ondulatori coinvolgenti i nuclei
fondanti del sapere e del volere cosmico e,
quindi, della valenza etica, estetica ed
estatica della cosmesi
pubblicistico-pubblicitaria nella produzione
editoriale, biobibliografica e
bio-chimico-fisica del tale e del tal altro,
escludendone a priori il senso biblico e le
pulsioni pranziche, privilegiando di contro le
capacità idrorepellenti della fiamma ossidrica
nella rimozione, in fase onirica, della
virtualità reale. Aprendo alfin sul tutto una
prospettiva discettatoria, chi vuol dire la sua
lo faccia testè. Oppur taccia per sempre; o
quasi.
Dura l’ex, sed l’ex! Per dirla con il Ramazzotti…
del perduto amore.
Esimio De Sprofundis
(pseudonimo di autore noto allo staff di
ViviTelese) |