28 marzo 2005
La quantologia del tutto
Esimio De Sprofundis

 

 

Cari "vivitelesini", vogliate accettare il mio augurio di Buona Pasqua a voi tutti e... vi auguro anche di diventare "mortitelesini" il più tardi possibile(!?!)

 

"LA QUANTOLOGIA DEL TUTTO"

by Esimio De Sprofundis

 

Si suggerisce, qui di seguito, l’iter di uno sviluppo tematico alla luce della teoria della “quantologia del tutto”. Si prenda fiato per l’iniziazione e si proceda.

 

Da più parti si avverte al giorno d’oggi negli umani, e talvolta anche nei disumani, l’esigenza dell’intervento dicente-la-sua sui temi e nei tomi del quotidiano vivere e sopravvivere, onde dare un minuscolo anche se corpuscolare contributo alla cognizion di causa, effetti ed affetti, acciocché menti profane non intendano cose che giammai si vorrebbe far intendere anche da parte di color che pur sono eruditi nello specifico, e si perdoni loro l’immodestia, peraltro motivata, giustificata e fondata su ovvi motivi di giustificazione nonché di fondatezza, come da incommensurabili lustri vanno sostenendo, e come anche oggidì essi giustamente condividono e sottoscrivono, inequivocabilmente convinti e senza tema di smentita, in virtù delle loro proprie e personali convinzioni, inculcate in reiterati e spontanei conati di pensiero che, seppur chirurgicamente realizzato su solide basi tastieriche atte a generare notevoli dimensionamenti del prodotto, come nell’attuale e presente periodo filosofico-letterario nonché epistolo-articolare, esaurisce qui, sic et simpliciter, la sua ininterrotta portata svolgimentale.

 

A questo punto è d’obbligo un momento pausico con profondità di reiterati atti respiratori e temporanea chiusura oculare sostenuta da manipolazioni palpebrali. Riprendiamo.

 

In un suo recente lavoro ispirato all’esigenza corpica scaturente dall’incommensurabilità della sostenenza, il dotto e magniloquente K.H.Tappabukis ribadisce infatti che, nell’emergenza dell’autoreferenzialità del pensiero proprio nelle altrui osservazioni financo occhichiusiche, un ruolo predominante assume l’immanenza della “quantologia del tutto”, intesa come ricerca del fine nonché dei mezzi attraverso i quali conseguire il conseguibile, pur in assenza di esso; divenendo così inevitabile, secondo il nostro, subirne attivamente le conseguenze, senza d’altronde stravolgere metafisicamente, metaforicamente, quando non anche metadentricamente, i moti sussultori e ondulatori coinvolgenti i nuclei fondanti del sapere e del volere cosmico e, quindi, della valenza etica, estetica ed estatica della cosmesi pubblicistico-pubblicitaria nella produzione editoriale, biobibliografica e bio-chimico-fisica del tale e del tal altro, escludendone a priori il senso biblico e le pulsioni pranziche, privilegiando di contro le capacità idrorepellenti della fiamma ossidrica nella rimozione, in fase onirica, della virtualità reale. Aprendo alfin sul tutto una prospettiva discettatoria, chi vuol dire la sua lo faccia testè. Oppur taccia per sempre; o quasi.

 

Dura l’ex, sed l’ex! Per dirla con il Ramazzotti… del perduto amore.

 

Esimio De Sprofundis

(pseudonimo di autore noto allo staff di ViviTelese)

 

    

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