27 ottobre 2004
Muore per un diritto di passaggio negato
Giuseppe Sangiovanni

 

 

L’ENNESIMA LITE PER FUTILI MOTIVI TRA DUE FRATELLI DI 73 E 78 ANNI FINITA IN TRAGEDIA

Alla vittima, il fratello maggiore ostruiva il passaggio, impedendo l’accesso con il trattore nel viale comune

MUORE PER UN DIRITTO DI PASSAGGIO NEGATO

Dall’accesa discussione verbale, i due anziani contadini sono passati alle mani. La tragica fatalità, dopo uno spintone che ha fatto perdere l’equilibrio alla vittima, deceduta sul colpo, dopo aver battuto la testa sull’aia davanti alla sua abitazione.

Alessio Cuccaro 73 anni

Liberi (Caserta) -Un pomeriggio scandito dai soliti ritmi, trasformato in un pomeriggio di morte, verosimilmente non provocata con dolo da Alfonso Cuccaro, germano 78enne di Alessio, che di anni ne aveva settantatrè. Due pensionati stimati e benvoluti dall’intera comunità, entrambi amati dalle rispettive famiglie, con una sola fissa: esercitare e negare un diritto di passaggio. Futili motivi, che hanno dato vita al dramma. Mai nessuno avrebbe pensato, che l’ennesimo diverbio si sarebbe trasformato in tragedia, con la morte di Alessio, che intendeva esercitare quel diritto di passaggio, stabilito anni fa, dopo avere ereditato con il fratello la proprietà dai genitori. Un diritto sacrosanto per la vittima, invece inesistente per Alfonso, che si opponeva con fermezza, “presidiando” spesso quel viale, giudicato privato, di sua proprietà, invalicabile. Il litigio, l’ennesimo tra i due, dura parecchi minuti: scoppia sull’aia, davanti alla masseria della vittima, in località Cerreta, sita nel cuore di monti lussureggianti, un paradiso di verde incontaminato, tutelato dalla Comunità Montana del Montemaggiore.

L'Inizio del viale conteso tra i due fratelli

PASSAGGIO OSTRUITO

Alessio deve raggiungere con il trattore un fondo agricolo distante da casa, un colpo d’occhio e si rende conto che il passaggio che dall’aia mena sul viale è ostruito dall’Apecar del fratello Alfonso. Inizia la discussione, Alessio si lamenta del passaggio ancora una volta trovato sbarrato, chiuso regolarmente, ribatte l’altro.Una parola tira l’altra, qualche minuto di silenzio, con i due apparentemente in tregua, una calma apparente, anticamera al triste epilogo. Scocca di nuovo la scintilla tra i due, frasi ingiuriose ed epiteti scambiati a tutto spiano, prologo a qualche spintone. Una scena vista tante altre volte, ma questa volta il finale è drammatico. L’ultima strattonata, risulta fatale al povero Alessio, che perdendo l’equilibrio cade all’indietro, battendo la testa sull’aia di cemento, proprio davanti casa sua.

Il fratello Alfonso, gira e se ne va- forse non immaginando la gravità della situazione- scoperta dalla signora Maddalena, moglie della vittima, che con il genero ed altri familiari, nell’attesa del 118, tenta di rianimare il marito, pensando ad uno svenimento. Ma il medico, arrivato con l’ambulanza, non può far altro che constatare il decesso, che finisce all’attenzione dei carabinieri della stazione di Formicola, recatisi a casa del settantottenne, ignaro e incredulo di quanto accaduto al fratello Alessio. L’uomo portato in caserma, interrogato a lungo, dal pm di turno della Procura di Santa Maria Capua Vetere, accusato di omicidio preterintenzionale e richiuso per qualche giorno nel carcere sammaritano, per poi ottenere, data l’età e considerato che non voleva uccidere il fratello, gli arresti domiciliari.

Il trattore di Alessio Cuccaro

PICCOLO SPINTONE

“ I nostri rapporti non erano buoni, litigavamo spesso. Non l’ho colpito con violenza, gli ho dato un piccolo spintone, per evitare un calcio: mai e poi mai volevo accadesse l’irreparabile, sicuramente non volevo ucciderlo, era in piedi, quando me ne sono andato, mi sento con la coscienza a posto, non l’ho ucciso io”- ha detto in caserma tra le lacrime ai carabinieri il presunto fratricida, completamente disperato. “Due brave persone, che diventavano irascibili solo per quella questione che si trascinava da tempo, e che non riusciva a trovare una soluzione definitiva volta: è stata solo una tragica fatalità, costata cara al povero Alessio. Nessuno dei due era intenzionato a fare del male fisico all’altro – dichiara Lorenzo Applauso, giornalista del luogo.

La masseria con l'aia di Alessio Cuccaro

“Non era la prima che i due litigavano-raccontano due anziani del paese- era già successo altre volte-non riuscivano proprio ad andare d’accordo, mai avremmo immaginato che ci sarebbe scappato il morto. Una tragedia grande, che ci ha colpito profondamente- una morte tragica, fatale, inaspettata, una morte assurda, che segnerà la vita della nostra comunità. E’ stato un caso, un caso maledetto, nessuno voleva fare male all’altro … Non doveva succedere ... non doveva succedere”-ripetono allontanandosi. Due profonde ferite alla testa, repertate dall’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale San Sebastiano di Caserta, risultate fatali alla vittima, impattata con la testa sul cemento dell’aia, confinante con il viale maledetto, conteso dai due fratelli.Una storia finita nel modo peggiore, che ha sconvolto le mille anime residenti nel comune di Liberi.Una vicenda triste e dolorosa, che resterà sempre nei ricordi della gente: la storia di un fratello che involontariamente, ha ucciso l’altro, sull’aia di casa sua.

Giuseppe Sangiovanni


 

Malata l’informazione all’ombra della Reggia

VIVI DATI PER MORTI

Informazione a Caserta, una vera catastrofe. Nel grande calderone della malainformazione all’ombra della Reggia, c’è posto per tutti. Dal “Times” cittadino agli altri nati meno una dozzina di anni fa. Tutti, nessuno escluso. Siamo alle solite. Il mancato riscontro della notizia. Ancora una volta, toccato con mano dallo scrivente, che inviato da un giornale nazionale a Liberi, per la nota tragedia sopra descritta, si è reso conto di cosa sono stati capaci di inventarsi i giornali locali, sulla triste vicenda che ha colpito il paesino del Montemaggiore.

Notizie, che non corrispondono al vero, con contenut altamente dannos ai fini sociali. Una lunghissima serie d’inesattezze- come il luogo del tragico episodio- “avvenuto”, per i malinformati, nella falegnameria della vittima, che avrebbe battuto la testa su di un inesistente muretto di recinzione. Niente di più falso. Un colpo da ko, per il vero proprietario della falegnameria(parente stretto della vittima), “dato per morto”, con tutta la sua attività commerciale: che nel dolore, sta cercando affannosamente rettifiche per quanto scelleratamente pubblicato- per evitare un tracollo dell’attività. Il tutto a tutela dell’immagine lavorativa del laboratorio di falegnameria, che rimarrà aperto, e continuerà regolarmente la sua opera. Siamo alla frutta. Il pianeta comunicazione casertano può provocare questo ed altri pateracchi! Naturalmente con il riscontro optional prezioso.

Giuseppe Sangiovanni

 

    

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