28 dicembre 2004
Cedo il mio corpo alla scienza
Giuseppe Sangiovanni

 

 

Un 60enne casertano desidera cedere il proprio corpo agli scienziati

Lo “spettacolo” potrebbe essere ripreso dall’emittente londinese Channel 4 Television

Ha lavorato per vent’anni sulle navi di Achille Lauro. “Confezionava” il giornale di bordo

Girato il mondo in lungo ed in largo: al suo attivo tre giri del mondo.

 

“MI VEDRETE DA MORTO IN UN REALITY SHOW SULLA DECOMPOSIZIONE”

 

L’originale e bizzarra idea di Franco Magliulo, registrata in un regolare testamento.

Presidente tuttofare di una piccola società calcistica, sponsorizzata da una ditta di onoranze funebri, estraeva ogni domenica un premio speciale per i suoi tifosi: una bara- per ironia della sorte “usata” dopo poco tempo dallo sfortunato vincitore.

 

 

 

San Felice a Cancello(Caserta)- Di reality show il piccolo schermo ne offre continuamente: irradiati da isole più o meno sperdute, fattorie, appartamenti con o senza agi. Prossimamente potrebbe essere prodotto un reality show sulla decomposizione del corpo umano.

La singolare idea è di Franco Magliulo, 60 anni, splendida famiglia la sua, composta da quattro figli: Maximiliano, Patrick Jordan, Cristhian, Rhoswstha e tre nipotini- depositario di un originale testamento. Lui non vuole, alla fine dei suoi giorni- riposare al cimitero, ne far disperdere le ceneri in mare: desidera “semplicemente” donare il proprio corpo agli scienziati, per “farsi monitorare” nel processo di decomposizione, il tutto immortalato dalle telecamere di Channel 4 Television, emittente londinese- già negli anni scorsi interessatasi a Magliulo(per altra idea bizzarra).

La pianificazione del reality, da parte della tv inglese, seppur accompagnata da inevitabili polemiche- sarebbe a buon punto.

Che Magliulo s un personaggio non comune- è fuor di dubbio. A partire dalla data stabilita per l’intervista: il giorno di Natale- poi slittata di ventiquattro ore.

 

FIUME IN PIENA

Una buona intervista, dipende dall’intervistato- diceva un principe della comunicazione. Prima di arrivare in questo paesone di 18mila abitanti, con alto tasso di disoccupazione e criminalità, sono tante le domande che frullano nella mente del cronista. Domande mai fatte. Difficile “interrogare”

il nostro- il tempo di presentarsi e via come un razzo, a raccontarci la sua avventurosa esistenza.

Impossibile interrompere il flusso di parole, un fiume in piena – che rispecchia il suo temperamento. Parlare di persona vulcanica è usare sottile eufemismo.

Un terzo della sua vita passata in mare, sulle navi di Achille Lauro- girato il mondo in lungo e in largo(giro del mondo per ben tre volte).

 

 

“Curavo il giornale di bordo sottolinea Magliulo- prima con navi che trasportavano emigranti, poi con quelle da crociera: otto anni con il passaporto italiano, e dieci con il libretto di navigazione- tiene a precisare.

 

Nel suo Dna il calcio. Artefice da allenatore di quattro storiche promozioni, con quattro squadre diverse: Marcianise, Acerra, Casalnuovo e San Felice a Cancello.

Attualmente, presidente tuttofare della Stella Azzurra del suo paese, squadra che milita nel campionato di Prima Categoria- già alla ribalta delle cronache internazionali, per un curioso abbinamento pubblicitario.

 

 

BARA SORTEGGIATA TRA I TIFOSI

 Lo sponsor, fino a due anni fa, era una ditta di onoranze funebri- e ogni domenica la dirigenza sorteggiava una bara da regalare ai tifosi(una fu subito utilizzata dallo sfortunato vincitore).

Con la società, portata avanti a sue spese, partecipa inoltre, a campionati per Giovanissimi regionali; Giovani provinciali(ora primi in classifica); Esordienti e Pulcini.

Tra le prodezze di Magliulo spicca un calendario di bare, dove posano nudi alcuni giocatori della Stellazzurra, o la bara-ciondolo, gadget portafortuna distribuito a tifosi e gente comune.

 

 

“Le invento tutte per non far morire il calcio a San Felice, la nostra realtà non è delle più facili- mancano luoghi e strutture di aggregazione-cerco di stimolare ed invogliare i miei concittadini a partecipare: togliendo allo stesso tempo, dalle insidie della strada, circa sessanta tra ragazzi e bambini- e questo mi gratifica.

“Nella vita ne ho viste di tutti i colori. L’idea di donare il mio corpo, nasce dopo aver assistito circa dieci anni fa, in America a qualcosa di analogo. E’ il mio ultimo gioco. Mettere a disposizione il mio corpo di un gruppo di scienziati- che dovrebbe seguire costantemente l’evoluzione nel processo di decomposizione del mio  cadavere. Spero con questo di dare un contributo utile alla scienza, per scoprire nuove cose.

 

 

Magliulo non ama finire al cimitero, non chiede di essere trainato da otto cavalli. Vuole “solo” essere analizzato e pure guardato dall’occhio catodico, e magari da qualche milione di telespettori. “Chissà che dal mio Dna possa uscire qualcosa da buono, utile alle generazioni future!- conclude Magliulo.

 

    

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