Telese Terme / Dopo la querelle nata
sull’iniziativa Alfano, l’attenzione si sposta
ora su un nuovo bersaglio
De
Filippo (ex vicepresidente):
«Molti non si riconoscono in chi ancora non si
firma come direttivo»
Il
settore commercio della cittadina termale è in
gran fermento. Sul banco il rapporto tra i
rappresentanti della categoria e quelli delle
istituzioni, nonché le vicende che animano i
dialoghi tra gli stessi rappresentanti del
settore (a Telese, ricordiamo, si contano circa
400 attività). Tutto è «scoppiato» in seguito
all’incontro voluto da Marilia Alfano,
consigliere comunale con delega alle Attività
Commerciali: una convocazione a cui hanno
risposto circa una quarantina di esercenti, ma
avversata dai rappresentanti della
Confartigianato. Poi l’entrata in scena
dell’Associazione dei Commercianti, che -
intervenendo nella querelle anche per ricordare
il mancato invito al sodalizio - dichiarava:
«[...] l’associazione esiste ancora, è quanto
mai viva, è quanto mai presente sul territorio.
L’unica che volutamente l’ha dimenticata è stata
la delegata Alfano [...]». Ora la vicenda si
arricchisce di un nuovo intervento da parte di
un rappresentante del comparto commerciale. Si
tratta di Gennaro De Filippo che, fino allo
scorso aprile, è stato parte integrante proprio
dell’associazione, in seno alla quale ha
ricoperto la carica di vice presidente. Incarico
portato avanti fino alle dimissioni del 24
aprile. In quella fase con lui si dimisero altri
componenti del direttivo (alla fine se ne
contarono ben sei sul totale di undici
componenti, tra cui anche l’allora presidente
Arturo Pilla).
Ora De Filippo fa sentire nuovamente la sua voce
per riportare alla ribalta un preciso aspetto:
la «fine» dell’associazione. «All’atto delle
dimissioni - ricorda a distanza di ben sei mesi
De Filippo - chiedevamo che venisse presa in
esame la richiesta di nuove elezioni del gruppo
dirigente. Ma tutto finì nel dimenticatoio». Ed
ecco che parte una serie di osservazioni. «Il
direttivo dell’associazione, come previsto
dall’articolo 16 dello statuto, è composto da 11
membri eletti dall’assemblea.
Ebbene dopo le dimissioni non è stata mai
fissata una nuova assemblea per l’elezione dei
nuovi componenti. I successivi ingressi che si
sono registrati nel direttivo sono da ritenersi
illegittimi perché i nomi non sono fuoriusciti
da una riunione assembleare». Domenica scorsa,
come detto, la presa di posizione firmata dal
direttivo dell’associazione. Contro cui si
scaglia De Filippo che dichiara con fermezza:
«Non esiste più nessuna associazione. Ne tanto
meno un direttivo che può deliberare vista la
posizione irregolare di alcuni componenti».
De
Filippo ritorna ad analizzare tre articoli dello
statuto per rafforzare la tesi dell’inesistenza
dell’associazione: «Nell’articolo 6 si parla di
quota annuale da versare da parte dei soci. Il
mancato versamento di questo contributo prevede
l’automatica cancellazione - spiega De Gennaro -
dalla lista degli associati. Nell’articolo 7,
invece, viene previsto che il socio moroso non
abbia più i «diritti sociali» e pertanto non può
svolgere attività legate all’associazione.
L’articolo 5, poi, prevede che il socio non è
più considerato tale se moroso. Dal momento che
nessun socio ha provveduto a versare la quota
2003 e 2004 vuol dire che l’Associazione non ha
soci. E quindi...».
Lo
sguardo, poi, si rivolge alla fase attuale. «In
questo momento, purtroppo, non esiste nessuna
associazione che raggruppa i rappresentanti di
questa categoria. Gli interventi avanzati da
coloro che ancora si firmano come direttivo
dell’associazione commercianti non sono altro
che delle prese di posizione di singoli che tra
l’altro si scagliano contro quelli che loro
definiscono dissidenti. Sono molti, invece, i
commercianti che desiderano fare luce proprio su
questa vicenda perché va chiarito una volta per
tutte che la stragrande maggioranza degli
esercenti non si riconosce nell’operato di
questo gruppo».
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