I
calzaturieri campani al Micam per battere la
concorrenza cinese
Come al
Mifur la regione punta su qualità e
ricerca, ma Pisano delegato per il
Mezzogiorno dei calzaturieri di
Confindustra avverte: “Abbiamo bisogno di
interventi governativi”
Milano,
19 marzo 2005 - Forte la rappresentanza
delle aziende campane al Micam Shoevent,
iniziato questa mattina a Milano e che si
concluderà il 22 marzo. Sono centoventi le
imprese campane che partecipano alla più
importante fiera del settore a livello
europeo, in un momento in cui la concorrenza
asiatica è sempre più imponente.
India e
Cina per il quarto anno consecutivo erodono
quote di mercato ai calzaturieri italiani
che nei primi undici mesi del 2004 hanno
visto una significativa riduzione delle
esportazioni che sono diminuite del 7,3% in
quantità e del 3,4% in valore.
In
Campania si registra una delle situazioni
più delicate: nei primi nove mesi del 2004,
le esportazioni sono diminuite del 15%
(attestandosi a quota 132,5 milioni di
euro), mentre le importazioni sono cresciute
del 55% (raggiungendo i 58 milioni di euro),
come emerge dall’analisi diffusa Centro
Studi del Comitato Promotore
della costituenda Banca di Credito
Cooperativo Pmi Città di Napoli.
“La
partecipazione di centoventi aziende
calzaturiere -
dichiara Pasquale Pisano, delegato
Anci (Associazione Nazionale Calzaturifici
Italiani di Confindustria)
- è la dimostrazione della grande tenacia
con la quale stiamo tentando di resistere
sul mercato in un momento in cui il dumping
asiatico e la scadenza dell’accordo
Multifibre hanno fortemente danneggiato il
settore ed segnali di crisi iniziano a
manifestarsi in quasi in tutte le aziende”.
“Va bene
credere nella creatività e nella qualità del
Made in Italy – continua Pisano - ma
abbiamo bisogno di condizioni di reciprocità
sul fronte del commercio internazionale.
Basti
pensare che sui nostri prodotti diretti in
Cina gravano tassi doganali che variano dal
27 al 30% mentre le imprese cinesi riescono
ad esportare con tassi che variano dal 6
all’8% ricorrendo a sistemi al limite della
legalità. È una gara ineguale.
Se a
questo aggiungiamo gli scarsi controlli alla
dogana capiamo il perché di tante aziende in
cassa integrazione. Il ministro del Welfare
Maroni sarà al Micam e ci auguriamo di poter
discutere del problema e di arrivare insieme
a soluzioni concrete. È arrivato il momento
che anche l’Italia e l’Europa pongano dei
paletti.”
Per
sostenere il settore, la Regione Campania,
presente alla manifestazione con uno stand
istituzionale, ha stanziato 241 milioni di
euro per i progetti integrati dei sette
distretti industriali, di cui 77 milioni di
euro solo per i distretti industriali di
Solofra e di Grumo Nevano/Aversa,
caratterizzati principalmente da aziende
attive nella lavorazione di pellami e nella
produzione di calzature. I progetti sono
rivolti a realizzare, ampliare e migliorare
le infrastrutture a supporto dello sviluppo
industriale puntando sulla riqualificazione
del territorio, su attività di formazione,
azioni di marketing e di promozione sui
mercati stranieri.
“La
nostra presenza al Mifur, al Micam e alle
più importanti fiere internazionali, è
decisiva per far crescere l’economia della
Regione.
- spiega
l’assessore regionale alle Attività
Produttive, Gianfranco Alois -
Spesso registriamo una competizione sleale
da parte dei concorrenti di paesi emergenti,
che trovano mille maniere per aggirare le
norme in vigore e superare le barriere
doganali. Ma se si punta a segmenti alti di
mercato e alla penetrazione di quelli
internazionali il made in Italy dà il meglio
di sé, e non teme la concorrenza di
nessuno”.
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