|
|
|
16
agosto 2004 |
Puglianello, quadro storico - coretnografico |
Giovanni Forgione |
|
E'
il titolo del nuovo lavoro del preside Reodolfo
Antonio Mongillo.
Il
libro, che non è in vendita, può essere
richiesto direttamente all'autore
(numongil@tin.it)
dietro la corresponsione di un contributo
volontario.
Il
testo raccoglie usanze e costumi della
Puglianello dei secoli passati. La ricerca
scientifica fatta dall'autore su documenti
storici elencati nella bibliografia, riguarda
esclusivamente Puglianello ma, non si fa affatto
fatica nell'accostare le consuetudini descritte
a quelle di altri comuni della valle telesina.
Nell'opera di 150 pagine è possibile leggere
questi argomenti:
-
Fonetica e dialetto puglianellese
-
Storia di Puglianello
-
La trasformazione agraria nel meridione
-
Scheda Socio-economica
-
Malattie e Personale sanitario
-
Alimenti. usi e consuetudini
-
Locazione immobili e compravendita di fondi
rustici
-
Prodotti zootecnici e agricoli
-
Mestieri scomparsi
-
Gravidanza e nascita
-
Ninne nanne e filastrocche
-
Giochi infantili
-
Corteggiamento e Matrimonio
-
Indovinelli e proverbi
-
Feste, Pellegrinaggi, Devozioni
|
Reodolfo
Antonio Mongillo |
|
PUGLIANELLO |
quadro storico -
coretnografico |
|
2004
|
Le emozioni provate nel leggere il libro mi
hanno riportato indietro nel tempo, alla mia
infanzia, (anni '60) quando genitori e nonni
erano soliti raccontarmi "storielle" che
avevano una funzione ricreativa ma che
nascondevano un profondo messaggio
educativo.
Ho sorriso diverse volte, leggendo i
paragrafi del libro. Traspare nelle persone
delle precedenti generazioni una ingenuità,
una predisposizione alla suggestione, una
purezza d'animo oggi impensabile.
Si legge nell'Introduzione curata dallo
stesso autore:
|
Un dì dovevasi fare una riflessione
sulle egregie cose che poteva
presentare il villaggio di
Puglianello, trascurato dalla
storiografia, i cui pochi documenti
si estraevano dalle polverose carte
degli Archivi di Stato di Napoli e
di Benevento, dall'archivio
vescovile e dall'archivio
parrocchiale.
Ma purtroppo ne erano sempre pochi
ed intanto gli anni trascorrevano
nella spasmodica attesa di ritrovare
qualche documento. Si son trovate
poche cose, come si diceva, ma
sufficienti per stilare una breve
storia di Puglianello, angariata da
pestilenze, carestie, terremoti e
saccheggi di baroni avidi tenenti
quasi l'intero territorio.
I villici e contadini poveri e
sempre costretti a sottostare alle
angherie del potere come si
esprimevano? Usavano vincere le
proprie paure, le proprie
costrizioni, formulando canti,
motti, invettive, proverbi e modi di
dire.
Questa raccolta è frutto di una
lunga ricerca fra la mia gente di
Puglianello, fra gli anziani di
Faicchio e fra i centenari di San
Salvatore Telesino e si propone
innanzitutto di evitare la perdita
della saggezza popolare, che nel
corso dei tanti secoli si è
tramandata oralmente di generazione
in generazione.
"Ogni proverbio, ogni locuzione è,
infatti, una scaglia di un
patrimonio di umanità che va
ripescato ed affidato come un
testimone ai nostri figli. Ogni
frase è il condensato di una lunga
esperienza del vivere, è un tassello
della filosofia elaborata dalla
civiltà contadina e di questa ci
trasmette i valori.
Ci sono proverbi che consigliano un
comportamento; altri racchiudono un
monito o una morale; molti fissano
certe caratteristiche climatiche;
parecchi riguardano i rapporti
sociali, familiari e fra i sessi;
alcuni stabiliscono dei paragoni con
gli animali.
Insomma, è possibile comprendere
attraverso queste espressioni
idiomatiche le piccole e le grandi
verità, alle quali la gente del
passato era ancorata. Ogni detto,
inoltre, è come un sasso lanciato
nello stagno della memoria e genera
in ognuno di noi una serie di
cerchi, sui quali appaiono ricordi
d'infanzia, situazioni, personaggi,
luoghi con un farsi e disfarsi di
immagini e di sentimenti rimasi per
molto tempo ignorati"
|
|
|
I
detti popolari racchiudono in poche parole una
serie interminabile di casi, come un grafico di
una statistica. Si può non essere d'accordo ma
quella è la realtà.
I
nostri comportamenti, invece, sono determinati
dalle informazioni che abbiamo accumulato
nell'esperienza personale. Se un proverbio non
si adatta al nostro pensiero, è ovvio che non
abbiamo vissuto gli stessi episodi che hanno
generato la frase "famosa".
Possiamo comunque farne tesoro per riflettere un
po' e per salire un nuovo gradino al palazzo
della facoltà universitaria più interessante e
difficile: "Saper Vivere". |
Coretnografia
Da
una veloce ricerca su internet sul termine "coretnografia"
nessuna delle più autorevoli enciclopedie
on-line produce un risultato. Ho pensato quindi
di ricercare la parola Etnografia, perché è
probabile che a questa allocuzione sia stato
aggiunto il prefisso cor-
Questo il risultato:
|
Etnografia (da
www.sapere.it)
sf. [sec. XIX; etno-+-grafia]. Branca
dell'etnologia che raccoglie dati
culturali dei vari popoli e gruppi
etnici, li correla fra loro, li descrive
e ne dà una forma logica. L'idea che l'etnografìa
fosse una scienza semplicemente
descrittiva è stata smentita via via che
si è sviluppata la disciplina
antropologica e si sono intensificate le
ricerche sul campo e i contatti degli
studiosi con le popolazioni che
intendevano studiare.
In particolare, negli Stati Uniti a
partire dagli anni Settanta, alcuni
studiosi hanno iniziato a riflettere
sulle loro esperienze di ricerca sul
terreno, mettendo in evidenza alcuni
aspetti della disciplina etnografica che
contrastavano in modo notevole con una
idea di etnografìa marginale e
ausiliaria rispetto ai grandi compiti di
sintesi teorica dell'antropologia. Il
punto di partenza per quella che sarebbe
divenuta una serrata revisione critica
delle procedure alla base della
costruzione del sapere antropologico a
cominciare proprio dalla sua fase
iniziale, fu la pubblicazione dei diari
di campo dell'etnografo-antropologo
Bronislaw Malinowski.
Nei diari appariva una diversa immagine
dell'etnografo e, di conseguenza, dello
studio etnografico, certamente molto più
complessa di quanto non trasparisse dai
manuali e dalle concezioni accademiche e
ufficiali della disciplina. L'etnografo,
immerso in una situazione che gli era
estranea e poco familiare, era alle
prese con notevoli difficoltà nel
tentativo di capire gli uomini con i
quali era a contatto, difficoltà che si
traducevano a livello teorico in
problemi di comprensione,
interpretazione, descrizione e
spiegazione.
Di conseguenza, l'etnografìa ha
acquisito un rilievo epistemologico
sempre maggiore nel quadro delle
operazioni conoscitive dell'antropologia
culturale, finendo per essere
considerata un aspetto cruciale di una
ricerca di antropologia.
|
|
Per togliermi il dubbio, in modo definitivo,
chiedo spiegazioni al preside Reodolfo Antonio Mongillo,
autore del libro pubblicato in agosto 2004 di
cui si parla in questo intervento.
Allo studioso, raggiunto da una mia intervista
via e-mail ho chiesto, oltre al significato
della parola "coretnografia", le motivazioni che
lo hanno spinto a produrre questo nuovo lavoro.
Questo il suo intervento:
|
ti voglio ringraziare, innanzitutto,
per le belle parole che hai scritto
sul mio testo.
L'etimologia del termine "coretnografia"
è la seguente: cor(o)+etnografia =
passione accorata per la danza
accompagnata dal canto e dalla musica
eseguita (la danza) anche
collettivamente, che viene ripresa dalla
etnografia, branca dell'antropologia
culturale che si occupa dello studio
descrittivo delle culture, nella
fattispecie della cultura puglianellese.
Il motivo principale che mi ha spinto a
scrivere il testo è riportato nella mia
presentazione: trasferire ai più
giovani le tradizioni, gli usi, le
costumanze del mio popolo, della mia
gente, affinché essi non dimentichino
giammai le loro radici.
Il secondo motivo, che si legge un po'
in tutto il testo, è l'acquisizione
dello stato di indigenza, dei sacrifici
che hanno fatto i nostri contadini, la
"schiavitù" delle donne e dei figli
delle epoche passate.
Riflessioni che i giovani dovrebbero
fare per acquisire il senso del
sacrificio e la voglia di migliorare
positivamente l'essenza della loro vita;
insomma, essi dovrebbero fare una
comparazione tra i due stili di vita per
arrivare ad una conclusione: la vita per
quanto sia dura è degna di essere
vissuta sviluppando veri valori
sempiterni.
Si può continuare la discussione magari
aprendo sul sito un focus group.
Reodolfo Antonio Mongillo
|
Ringrazio per la disponibilità il preside
Mongillo e prendo al balzo l'idea di una
raccolta di testimonianze sulle tradizioni dei
comuni nella valle telesina. Invito perciò il
preside a coordinare per ViviTelese in futuro,
con metodologia, l'archivio dei contributi
provenienti dai lettori dei comuni della valle
telesina. |
|
|
|
|
Per intervenire:
invia@vivitelese.it
|
|
|
|