25 settembre 2004
Ventimila persone flagellate dalla polvere
Giuseppe Sangiovanni

 

 

Caserta

 

Ventimila persone flagellate dalla polvere, ma nessuno pone fine al tremendo calvario
 
CAVE E CEMENTIFICI, BOMBE A OROLOGERIA: RIVOLTA DIETRO L’ANGOLO
 

Disastro ambientale inarrestabile. Sotto accusa gli organi preposti al controllo, da 40 anni beati spettatori dell’odissea vissuta dai residenti, preoccupati per l’incremento di patologie riguardanti la pelle, occhi e polmoni

 

di Giuseppe Sangiovanni

 

Condannati all’inferno della polvere. Un vero calvario, per un mega quartiere di Caserta, una città nella città, circa 20 mila persone, che non sanno più a chi rivolgersi. Sotto accusa, cave, cementifici e bisonti della strada, che costringono da 40 anni, gli abitanti della zona, a vivere in condizioni disumane- inseguiti da un “killer” quasi invisibile: la polvere, che s’infila da ogni parte, nonostante i doppi infissi perennemente chiusi.

Comitati di protesta, spuntati negli anni come funghi, associazioni ambientaliste, denunce, ricorsi, manifestazioni, blocchi stradali.

Nulla, una battaglia strenua servita finora a nulla.

Un disastro ambientale, di grandi proporzioni: salute e integrità dell’ambiente, minati dalle polveri micidiali.

 

Il cementificio della discordia nella città

 

“Una tragedia vivere da queste parti- sottolinea Carlo Corbo, 62 anni, presidente del comitato di quartiere, ancora una volta, sceso in piazza con i residenti, per protestare- oltre agli effetti dell’inquinamento ambientale, dobbiamo fare i conti con l’inquinamento acustico, causato dai macchinari obsoleti di uno dei due cementifici, dalle mine che brillano a ritmo ossessivo, e dalla carovana interminabile di camion che trasportano cemento e pietrisco estratto dalle cave, che fanno tremare le nostre case- già dalle quattro del mattino balliamo nei nostri letti.

Le abbiamo tentate tutte, non è intervenuto nessuno. Le denunce presentate finora, non sono servite a nulla- non resistiamo più in questo inferno, siamo esasperati, non escludiamo iniziative clamorose nei prossimi giorni”.

 

Carlo Corbo, 62 anni presidente del comitato di quartiere

 

 

BOMBA A OROLOGERIA

Una bomba a orologeria quindi pronta ad esplodere da un momento all’altro.

In realtà, affermare che questa gente vive in un girone dantesco, è usare un eufemismo: case circondate da sette cave e due cementifici, che provocano disagi e danni inquietanti ai residenti, non proprio quattro gatti, ma circa ventimila persone, condannati dalla e alla polvere- che potrebbe essere responsabile dell’incremento di patologie riguardanti la pelle, gli occhi e polmoni.

 

Il registratore di cassa coperto dalla polvere, nel negozio di Raffaele Corbo

 

 

 

Correlazione certa per molti residenti, che lanciano un inquietante grido d’allarme- in merito ai decessi per tumore, con la terrificante media di uno su due nuclei familiari. Dati che andrebbero verificati e monitorati dagli organi territoriali che si occupano di prevenzione.

Da anni le associazioni ambientaliste con gli abitanti del posto aspettano inutilmente un deciso intervento degli organi preposti(Asl, Arpac, Comune, Provincia, Regione, Genio Civile, Forestale, Polizia, Carabinieri, Magistratura ); chiedono il monitoraggio delle micidiali polveri, che provocano danni alla salute e all’ambiente.

 

Polvere e fumo che si sprigionano dal cementificio

 

 “Che fine hanno fatto le macchinette promesse dal comune”- tuona Pasquale Costagliola, presidente di Terra Nostra- “per le rilevazioni dell’aria, dopo la fuga ignominiosa dell’ARPAC(Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania)- che ha clamorosamente abbandonato il campo. Inapplicate le più elementari norme sulla tutela ambientale e della salute pubblica.

 

Pasquale Costagliola, presidente di Terra Nostra

 

Veleni quotidianamente assorbiti attraverso la respirazione, la pelle e gli occhi- continua Costagliola- polveri che potrebbero provocare nell’uomo, granulomi silicotici ai polmoni, macrofagi, pneumoconiosi e fibrosi”.

Una condizione d’insostenibile impatto ambientale, che causa emissioni gassose, di polvere e di rumore, con le colline che continuano inesorabilmente a sparire sotto gli occhi di controllori, “miopi e sordi”.

 

Una delle cave, sullo sfondo Caserta

 

DEBOLI CON I FORTI

Organi di vigilanza accusati di essere forti con i deboli e deboli con i forti.

“Piccoli artigiani che continuano a sparire- sottolinea Raffaele Corbo, 53 anni, proprietario di un accorsato negozio di articoli da regalo, sommerso però dalla polvere- a chiudere bottega dopo la visita dei “controllori”, che paradossalmente detronizzano il carrozziere beccato senza mascherina, e ignorano i signori delle cave e cementifici, autentiche fabbriche di polvere e di disagio.

 

E’ un disastro”- dice passando le dita sul registratore di cassa- “due ore fa ho fatto l’ultima passata con lo straccio, difficile spiegarlo ai sempre più rari clienti, che non sanno del dramma da noi vissuto.

Non sappiamo più cosa fare per liberarci da questo mostro invisibile. Liberateci da quest’inferno!”

 

Raffaele Corbo, 53 anni davanti al suo negozio indica il gradino di granito

reso irriconoscibile dalla massa di polvere

 

 

In realtà, tutto ruota intorno al piano cave, fermo negli uffici regionali- che consente di sfornare come margherite proroghe delle concessioni per le estrazioni.

 

Nel 2006, la scadenza delle concessioni regionali, ma i residenti non vogliono più avere a che fare con il nemico invisibile, che “presidia” migliaia di appartamenti, svalutati dall’onnipresente optional.

 

Cave e cementifici, che potrebbero immediatamente essere chiusi, in un baleno, con un semplice atto: per l’alto inquinamento atmosferico, acustico, ambientale e per la pubblica incolumità, visibile ad occhio nudo, senza l’ausilio di tecnici o sofisticate centraline di monitoraggio.

 

“Ci vuole solo un atto di coraggio- conclude il presidente del Comitato Corbo- per porre fine a questo scempio, commesso con la complicità di tutti gli enti preposti al controllo, alla tutela e salvaguardia dell’ambiente e della salute, seriamente compromessa per l’escalation di malattie dell’apparato cardio-respiratorio e polmonare”.

 

Attività estrattive, che tra l’altro mettono in pericolo la costruzione del policlinico universitario, che dovrebbe sorgere nella stessa zona.

 

    

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