ADSL double trouble
26/11/04 -
Telefonia & C.
- Roma - ADSL senza linea
voce, doppie ADSL: nuove possibilità
che si sono aperte in questi mesi
agli utenti italiani. È nato,
infatti, un sottobosco di
offerte ADSL basate su doppini che i
provider dovranno cablare presso
l'utente. "Lo facciamo da
questo mese, sulla scorta di altri
provider", spiega a Punto
Informatico Gaetano Piazza,
direttore commerciale del provider
siciliano
SìADSL.
Tra gli altri provider che offrono
questa possibilità ci sono
Active Network,
Cheapnet,
Ngi
e
Tin.it.
Si apre un nuovo scenario di libertà
per l'utente, quindi. Libertà di
avere l'ADSL anche se non si
può o non si vuole avere una linea
del telefono: "La maggior
parte delle richieste è da parte di
studenti che vivono in affitto in
case dove non è prevista la
possibilità di avere una linea
telefonica personale. O da parte di
giovani che sono appena andati a
vivere da soli e si arrangiano con
il cellulare, non volendo pagare il
canone della linea voce".
Oppure la libertà di avere l'ADSL di
un altro provider anche dopo avere
affidato la linea telefonica a Wind
o a Fastweb. O la libertà di avere
una seconda ADSL nello stesso
momento. È utile a chi vuole
cambiare senza traumi il proprio
operatore: "Prima di
disdire la vecchia ADSL, se ne può
richiedere una nuova su doppino
aggiuntivo. Ci sarà magari un mese
in cui si pagherà doppio canone, ma
almeno non si avranno blackout della
ADSL, che, tra disattivazione e
nuova attivazione, possono durare
anche parecchie settimane", dice
Luca Spada, amministratore delegato
di Ngi.
"Sono due le tipologie di utenti che
ci richiedono la doppia ADSL",
aggiunge Piazza. "Le aziende che
vogliono avere un'ADSL di backup e
che fino a ieri erano costrette ad
attivarla su una seconda linea
telefonica e a pagare così doppio
canone a Telecom. O gli utenti che
hanno la propria linea bloccata
dall'ADSL di un provider con cui non
vogliono più avere a che fare". È,
quest'ultimo, un caso tutt'altro
che raro, come ben mostrano
le
innumerevoli
segnalazioni pubblicate da Punto
Informatico
e i
newsgroup
dedicati
alle connessioni italiane. C'è
l'esempio di chi ha chiesto disdetta
ma l'ha avuta solo a metà: l'account
non funziona più ma la portante
resta bloccata dal vecchio provider,
per errori tecnici o per noie
amministrative. E quindi su quella
linea non è possibile al momento
attivare altre ADSL. Oppure, c'è chi
si ritrova con un'ADSL senza canone,
magari attivata da qualche altro
membro della famiglia, contattato
dalle solerti signorine del
telemarketing. E scopre poi, a
proprie spese, che questo tipo di
ADSL va bene solo a chi fa non più
di mezz'ora di connessione al
giorno. Vorrebbe quindi passare a
un'ADSL flat-rate.
Ma l'ADSL senza canone, come di
norma, ha un contratto
annuale; su quella linea
l'utente non può attivare l'ADSL di
un altro operatore ma, al momento,
soltanto chiedere al proprio un
cambio profilo (da "a consumo" a "flat-rate").
Il che, tra l'altro, comporta un
blackout della connessione per
qualche giorno o settimana. "È così
che, con Alice Free, Telecom è
riuscita a bloccare il mercato ADSL
italiano". È infatti l'offerta Alice
più popolare; "ma gli utenti che su
due piedi l'hanno attivata, pensando
di non avere niente da perdere, sono
poi rimasti in seno a Telecom,
legati da un contratto annuale.
Anche se poi sono voluti passare a
una formula flat-rate", dice Piazza.
"Ma ora hanno la possibilità di
cambiare subito provider. E noi di
raggiungere una nuova fetta di
pubblico". Va detto,
tuttavia, che in parte i giochi sono
ormai fatti nel mondo dell'ADSL
italiana: resta più comodo chiedere
un passaggio da Free a Flat, al
proprio operatore, che attivare una
nuova ADSL su doppino aggiuntivo;
anche perché pochi sanno di
questa possibilità. Chi
vuole avvalersene deve pagare
inoltre costi extra di attivazione.
Telecom, infatti, non la fa pagare
nei casi normali, in questo periodo;
"ma ce l'addebita quando l'ADSL è
svincolata da una linea voce. Noi
quindi riversiamo parte di questo
costo sugli utenti, chiedendo loro
72 euro Iva inclusa", spiega a Punto
Informatico Paolo Fusi,
amministratore delegato di Active
Network. Il prezzo è di 120 euro con
SìADSL e con Cheapnet; 154 euro con
Tin. Fa eccezione Ngi: "Aanche se
paghiamo l'attivazione a Telecom,
per gli utenti la facciamo gratis",
conferma un portavoce del provider.
Nonostante i
costi extra, l'iniziativa sembra
essere stata accolta con entusiasmo
dagli utenti: "attiviamo così 20-30
utenti al giorno", ha detto a Punto
Informatico Marco Bondelli,
presidente del consiglio di
amministrazione di Cheapnet. "Cento
utenti alla settimana", dice Piazza.
"Per noi sono 30 al giorno. Una
buona fetta delle attivazioni
totali: il 40 per cento", dice Fusi.
Per qualche Isp, sono insomma
offerte tutt'altro che di nicchia.
Con il loro arrivo, è come un tappo
che è volato via e che teneva
bloccato un certo numero di utenti,
ora più liberi di scegliere.
Ma che è successo, dietro le quinte
del mercato? Telecom sulla carta era
tenuta già da quattro anni a dare ai
provider la possibilità di offrire
l'ADSL svincolata da linea voce,
come descritto nella Delibera del
Garante numero
217/00/CONS.
E Tin.it lo permetteva già dal 2003,
"forse in virtù della sua vicinanza
a Telecom Italia", come dicono, con
quasi le stesse parole, Bondelli e
Piazza. "Ma soltanto da un paio di
mesi per gli altri provider è stato
possibile richiedere con facilità l'ADSL
senza linea voce o una doppia ADSL",
dice Piazza.
Cos'è cambiato? "Prima era una
procedura molto complessa, che
tendeva a fallire. Bisognava fare
una richiesta speciale, via fax… Ora
invece gli operatori possono gestire
queste offerte tramite la normale
interfaccia wholesale (per
l'acquisto all'ingrosso da Telecom,
ndr)". Sollecitati da questa
maggiore semplicità, quindi, alcuni
operatori che non avevano la fortuna
di chiamarsi Tin.it (costola di
Telecom Italia), si sono lanciati in
questi mesi nell'arena dell'ADSL
senza voce. Un servizio che in
teoria, sulla carta delle delibere
del Garante, era già possibile da
quattro anni; nei fatti, un sogno
proibito di molti utenti.
Alessandro
Longo
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