13/01/05 -
News
- Los Gatos (USA) -
Mancano all'appello ancora molti
dettagli tecnici ma la società
californiana di tecnologie di
tracking
BayTSP
ha annunciato in questi giorni la
nascita di quello che qualcuno ha
già definito "il killer del
Mulo", incarnazione informatica
dei sogni proibiti di certe
multinazionali dell'intrattenimento.
FirstSource
viene descritto dall'azienda come il
primo software capace di offrire un
sistema automatico di
rintracciamento e
individuazione del primo utente che
pone in condivisione file sulle reti
di eDonkey o tramite BitTorrent.
Se verrà confermata sul campo,
questa capacità da sola potrebbe
rivelarsi di estremo interesse per
l'industria dei contenuti, cinema e
musica in testa, da lungo tempo
impegnata nel
dare la caccia
agli utenti dei sistemi di sharing.
Ma non è tutto qui. Stando a BayTSP,
infatti, "identificare i primi ad
aver condiviso materiali illegali
permette alle imprese di
rintracciare tutti i successivi
utenti che hanno scaricato
o hanno condiviso un determinato
file".
La softwarehouse, che da molto
collabora
con le major per tenere gli utenti
P2P
sotto
controllo,
sostiene che i primi test svolti con
FirstSource indicano come sia
possibile rintracciare anche
molte migliaia di copie di un film,
ad esempio, arrivando al primo file
posto in condivisione e
successivamente scaricato e
condiviso dagli altri utenti.
Come noto, seppure in modo diverso i
software
eDonkey
e i
client
BitTorrent
consentono agli utenti di
"agganciarsi" ad uno o a molti altri
utenti che dispongono di un download
o di parte di download di un file:
ciò significa che, non appena il
download comincia, gli stessi utenti
diventano a loro volta condivisori
e, attraverso di loro, altri possono
scaricare quello stesso file. In
questo modo la velocità di
diffusione di un file e quella di
scaricamento tendono ad aumentare
progressivamente.
"Copie pirata di software e film
appaiono spesso online a poche ore
dal rilascio ufficiale - ha
dichiarato il CEO dell'azienda, Mark
Ishikawa - Identificare e
intraprendere un'azione contro i
primi condivisori può rallentare in
modo significativo la distribuzione
di proprietà intellettuali gestite
illegalmente e potrebbe anche
indurre gli utenti a pensarci due
volte prima di farlo".
BayTSP, da parte sua, non ha dubbi
sulle potenzialità del proprio
software e spiega che esso, sulle
reti di peering, dapprima va a
caccia di file i cui nomi siano
simili o uguali a quelli dei
contenuti che i propri clienti
intendono "difendere" e poi "inizia
un download per confermare che il
file è effettivamente quello che
sembra. Una volta validato il
contenuto, il sistema
cattura l'IP e le altre informazioni
che identificano gli utenti
che stanno scaricando e condividendo
il materiale pirata". L'azienda
sottolinea inoltre che il proprio
sistema "registra quali porzioni di
file ogni utente condivide" e che
"questi dati sono archiviati in un
database delle violazioni, come
prova nel caso in cui il cliente
decida di attivare una denuncia
contro i condivisori di file".
Per i clienti di BayTSP il
monitoraggio del tutto dovrebbe
essere assai comodo. L'azienda
sostiene infatti che è possibile
accedere ai dati di monitoraggio da
una interfaccia web e si
possono far partire avvisi di
diffida rivolti agli utenti
anche mentre stanno scaricando,
sebbene sia poco chiaro come questi
avvisi vengano indirizzati.
Poiché le normative anti-pirateria
tendono a colpire più duramente chi
condivide rispetto a chi si limita a
scaricare, è probabile che il primo
condivisore di un file illegale che
venisse diffuso e scaricato da
migliaia di utenti potrebbe trovarsi
in guai seri. Rimane da vedere,
però, se FirstSource funziona
davvero e quanto occorrerà agli
sviluppatori P2P per boicottare le
sue capacità.
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