Se
tra l'indifferenza generale dovesse passare
l'idea che un bene comune può essere
privatizzato
……allora sì che saremmo alla catastrofe del
pianeta. Alla degenerazione morale. Sono le
parole di Alex Zanotelli, nella lettera aperta
“State con l'acqua o con i ladri d'acqua?”
indirizzata a società civile, partiti politici,
istituzioni, associazioni, cittadini
comuni,pubblicata da Liberazione un mese fa.
Il
bene comune di cui si parla è l’acqua e Alex
Zanotelli è ispiratore della Rete Lilliput ,
gruppo di coordinamento nazionale formato dalle
principali Associazioni e Campagne nazionali di
stampo sociale che hanno lo scopo principale di
far interagire e collaborare le miriadi di
esperienze locali che nel nostro Paese cercano
di lottare contro le disuguaglianze nel Mondo.
Nel giugno 2003 Zanotelli scriveva già, in vista
del vertice WTO di Cancun, al presidente della
Commissione europea Romano Prodi segnalandogli
la sua preoccupazione per quella che si
confermava una politica della Commissione
fondata sulla liberalizzazione,
deregolamentazione e privatizzazione dei servizi
dell'acqua, totalmente opposta all'idea di un
necessario "servizio pubblico europeo"
dell'acqua. In effetti nel documento “Strategia
per il mercato interno - Priorità per il periodo
2003-2006” del maggio 2003, la Commissione
formulava proposte che palesavano una totale
sudditanza a una scelta ideologica tesa a
privilegiare le politiche della concorrenza e
del libero mercato, affermando, ad esempio, che
il settore idrico è un settore in cui potrebbero
essere necessarie «nuove proposte», per ampliare
quelle opportunità di mercato il cui potenziale
è al momento limitato da numerosi enti
(erogatori locali).
Oggi si conclude a Firenze il Forum dei
movimenti e delle reti toscane che, tra l’altro,
ha presentato una proposta di legge popolare per
la ripubblicizzazione del servizio idrico
integrato della Regione Toscana e lanciato una
campagna di raccolta firme in tutta la regione
attraverso la costituzione del Comitato
Promotore della legge d'iniziativa popolare.
“L'acqua è una risorsa primaria essenziale alla
vita. La disponibilità e l'accesso universale
all'acqua sono obiettivi da perseguire in quanto
garanzia di un diritto inalienabile” recita
l’art.1 della proposta di legge.
E
sulla gestione di questa risorsa primaria
essenziale, in luglio scorso, il Tavolo
Livornese contro le privatizzazioni aveva
presentato un Dossier che, analizzando ,
attraverso i bilanci, i 5 anni di gestione in
regime di Spa di ASA, l'azienda livornese che
gestisce il servizio idrico integrato, aveva
messo in evidenza la inadeguatezza di una tale
modalità di gestione, considerato che sperperi e
scarsa trasparenza avevano contrassegnato le
attività dell’azienda.
Nel libro “Le guerre dell’acqua”, Vandana Shiva,
tra i massimi esperti di ecologia sociale,
avverte: “Le argomentazioni a favore della
privatizzazione si basano per lo più sulle
scadenti prestazioni delle strutture del settore
pubblico. I dipendenti statali sono visti come
personale in eccesso, responsabile della bassa
produttività delle aziende idriche pubbliche. Il
fatto che i risultati insoddisfacenti del
settore pubblico siano dovuti in larga misura
all’inaffidabilità delle strutture non viene
preso quasi mai in considerazione.
Nella pratica, niente indica che le aziende
private siano più affidabili. Anzi, di solito è
vero il contrario. Non solo la privatizzazione
non ha alle spalle un curriculum di successi, ma
anzi ha una lunga storia di rischi e fallimenti.
Le aziende private molto spesso violano gli
standard operativi e praticano politiche dei
prezzi ingiustificate…. Quando entrano in scena
i giganti (ndr: le francesi Vivendi Environment
e Suez Lyonnaise des Eaux), i prezzi dell’acqua
lievitano.
A
Sibic Bay, nelle Filippine, Biwater ha aumentato
le tariffe idriche del 400%. In Francia le
bollette sono cresciute del 150% ma la qualità
dell’acqua è peggiorata; un rapporto del governo
francese rivela che più di 5,2 milioni di
persone ricevono “acqua batteriologicamente
inaccettabile”. In Inghilterra le tariffe sono
salite del 450%…La sospensione delle forniture è
cresciuta del 50%. Intanto, i casi di
dissenteria sono sestupiclati e la British
Medical Association denuncia gli effetti
negativi della privatizzazione dell’acqua sulla
salute”.
Sempre nello stesso testo, Vandana Shiva mette
in evidenza come, paradossalmente, le
partnership tra pubblico e privato di norma
implicano che fondi pubblici vengano messi a
disposizione per la privatizzazione di beni
pubblici. Recentemente il Presidente di Honduras
Ricardo Maduro si è incontrato a Roma con il
capo del governo Berlusconi e con i dirigenti
della Segreteria Ministeriale della Cooperazione
Italiana per concordare la partecipazione del
capitale italiano al progetto Bahia de Tela che
fa parte delle politiche di privatizzazione
delle risorse naturali da parte del governo
honduregno, dell’acqua innanzitutto, con
l’intervento dello stesso Comune di Roma,
attraverso la propria controllata ACEA S.p.A. e
di terre e boschi con progetti finanziati dalla
Banca Interamericana di Sviluppo (nell'ambito
del Plan Puebla Panamá), dalla Banca Mondiale,
dalla Banca Centroamericano di Integrazione
Economica, etc. (.......).
Questi cenni ad un panorama internazionale di
forzate e agguerrite manovre di multinazionali
affamate di profitti nell’accaparramento della
risorsa acqua sono utili, secondo chi scrive, a
inquadrare la questione “furto del bene comune
acqua” cui riferisce padre Zanotelli . Il 23
novembre scorso, una piccola battaglia delle
“guerre dell’acqua” accennate sopra si
consumava, con scarso clamore degli organi
d’informazione locali, durante l’assemblea del
Consorzio dei 136 comuni dell'Ato 2
Napoli-Volturno (comprendente tutta la provincia
di Caserta e parte di quella di Napoli): veniva
deliberato per una gestione mista del servizio
idrico integrato,ovvero del 60% pubblico e del
40% gestito da privati.
La
mobilitazione contro la privatizzazione, di cui
si è scritto anche nel numero precedente della
nostra rivista, ha visto il Nodo di Napoli della
Rete Lilliput promuovere nel corso dell’ultimo
incontro pubblico a Napoli del 7 gennaio la
costituzione di un Comitato civico per la difesa
dell'acqua, per difendere la cultura della
gestione in house del servizio idrico integrato,
promuovere la riconvocazione dell’assemblea del
consorzio A.T.O. 2 in tempo utile (prima
dell'apertura delle "buste" della gara di
appalto sulla privatizzazione, prevista per il 7
febbraio) per ridiscutere la delibera del 23
novembre 2004; di aderire e/o promuovere
eventuali ricorsi nelle sedi opportune.
A
tutt’oggi, Salvatore Carnevale, referente del
Nodo, lamenta di essere ancora in attesa delle
posizioni reali rispetto alla condivisione della
proposta di riconvocazione da parte delle
istituzioni nonché dei partiti della Gad, ai
quali è stata indirizzata una lettera aperta da
associazioni e movimenti tra cui Riccardo
Petrella (Segretario del Comitato Internazionale
per il Contratto Mondiale sull'acqua), Emilio
Molinari e Rosario Lembo (Vicepresidente e
Segretario -Comitato Italiano Contratto Mondiale
dell'acqua),Alex Zanotelli (Comboniano - Rete di
Lilliput), Raffaella Bolini ( Arci Nazionale),
Giorgio Riolo ( Presidente Associazione Punto
Rosso), Marco Bersani ( Attac Italia),Maurizio
Gabbiotti (Legambiente) (si può leggerla
all’indirizzo
http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=697).
In questi giorni a Caserta alcune associazioni
hanno aperto un “cantiere” sul tema “Acqua:
merce o bene comune?” in previsione di un
dibattito pubblico da presentare prossimamente
alla cittadinanza.
Per saperne di più:
www.leggepopolareacqua.it
www.contrattoacqua.it
http://www.geocities.com/livornosocialforum/
http://www.italia.attac.org/spip/rubrique.php3?id_rubrique=7 |