Il
consigliere di minoranza del “Blocco per
Cerreto” Franco Gismondi ha presentato due
interrogazioni durante l’ultimo Consiglio
Comunale del 29 dicembre 2004, richiedendo per
entrambe risposta scritta, nei termini di legge
e regolamento, e risposta in aula consiliare.
Nella prima interrogazione, Gismondi porta
nuovamente all’attenzione un grave problema:
viene impedito alla minoranza consiliare di
accedere al Protocollo per visionare gli atti.
“Tale richiesta – precisa Gismondi – era
supportata da un parere della Commissione per
l’Accesso ai Documenti Amministrativi, della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, del
10/12/2002 la cui massima recita: “è
legittima la richiesta formulata da un
consigliere comunale di prendere visione
periodicamente del protocollo generale del
Comune, in quanto rientrante nelle facoltà di
esercizio del proprio munus …” e da una
sentenza n. 163 del 1/3/2004 TAR
Lombardia-Brescia secondo cui “sussiste il
diritto di un consigliere comunale di accedere
al protocollo generale del Comune per lo
svolgimento del suo mandato”.
Inoltre – sottolinea Gismondi – “esistono
ulteriori sentenze del TAR a supporto del
diritto di visionare il protocollo generale del
Comune da parte dei consiglieri comunali (TAR
Lombardia, Milano, sez. I, 26/5/2004 n. 1762) e
dal giorno della presentazione della richiesta
scritta a tutt’oggi, lo scrivente non ha
ricevuto alcuna risposta”. Gismondi ha già
sporto denuncia-querela per questa palese e
continuata violazioni dei diritti dei
consiglieri comunali, presso il Commissariato di
P.S. di Telese Terme in data 28 ottobre 2004.
Il
consigliere di minoranza del Blocco chiede se il
sindaco ha intenzione di attuare le disposizioni
del comma 2 dell’art. 43 d.lgs.267/2000 secondo
cui “i consiglieri comunali e provinciali
hanno diritto di ottenere dagli uffici,
rispettivamente, del comune e della provincia,
nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti,
tutte le notizie e le informazioni in loro
possesso, utili all’espletamento del proprio
mandato. Essi sono tenuti al segreto nei casi
specificamente determinati dalla legge”,
anche per non esporre l’Ente alle spese legali
di un contenzioso che lo vedrebbe sicuramente
soccombente, vista la giurisprudenza
consolidata. Infine chiede quali provvedimenti
si intendono prendere nei confronti di chi
impedisce ai consiglieri di minoranza di
svolgere la loro funzione istituzionale di
vigilanza e controllo sulle azioni
amministrative.
Per quanto concerne la seconda interrogazione,
l’esponente del Blocco afferma che “prima del
1999 si sentiva parlare di taglio di alberi ed
asportazione della legna dai terreni di
proprietà comunale. In particolare in località
Acqua Sparsa i boschi erano regolarmente
soggetti a taglio abusivo, senza alcuna
autorizzazione e senza alcun beneficio per il
Comune. Il fenomeno, interrotto con
l’amministrazione Gagliardi, sembra essere
ripreso, dal momento che circolano voci secondo
cui, nella stessa località Acqua Sparsa,
alcuni personaggi avrebbero addirittura
istituito una sorta di cantiere boschivo
finalizzato al taglio di alberi ed
all’asportazione di interi carrelli di legna da
ardere.
Certamente nessuno ha autorizzato il taglio, o
almeno si spera che nessuno lo abbia
autorizzato, dal momento che non risulta agli
atti del Comune nessun documento in tal senso; e
forse la notizia è anche priva di fondamento.
Del resto i beni demaniali sono di proprietà
pubblica per cui non si può disporne a proprio
piacimento per favorire eventualmente questo o
quel sostenitore”. Dopo aver reso noto queste
notizie, a tutela del patrimonio pubblico e del
prestigio dell’Amministrazione Comunale in
carica, Gismondi chiede al sindaco Barbieri di
verificare la fondatezza della notizia e,
qualora si dimostrasse veritiera, di procedere
con tutti i mezzi a disposizione per individuare
e chiedere la punizione dei responsabili dei
furti e di vigilare che il patrimonio pubblico
non sia esposto ad ulteriori furti.
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