25 ottobre 2004
Cerreto, una proposta ... indecente
Lorenzo Morone

 

 

La chiusura della Scuola Elementare di Cerreto Sannita:

UNA PROPOSTA…INDECENTE.

 

Anche le disgrazie sono come le medaglie: hanno sempre due facce. E’ morto il re. Viva il re! Capita così che da un evento tragico come il terremoto del 5.6.1688 che distrugge una città e fa morire metà della popolazione residente, un Conte illuminato come Marzio Carafa ed un Vescovo attento alle sorti della sede della Cattedra Vescovile come Mons. De Bellis traggano lo spunto per far rinascere una Cerreto più bella e più sicura di prima.

 

Ognuno aveva i suoi motivi: economici e di immagine il VII Duca di Maddaloni (Cerreto era …”totius superioris status Metropolis” nonché sede della remunerativa, per i Carafa, industria dei panni lana), religiosi per il Vescovo di Rodi Garganico, che si trovava a guidare una Diocesi che da nemmeno cento anni si era definitivamente trasferita nella ricca ed amena Cerreto da Telese, diventata invivibile dopo il terremoto del 1349 a causa delle asfissianti mofete prodotte dalle acque sulfuree sgorgate dal Monte Pugliano.

 

Però le due grandi menti seppero coniugare i diversi interessi per un progetto unico, per quei tempi rivoluzionario. Saper guidare una comunità non è gestire l’ordinario, è anche saper cogliere l’attimo fuggente per delle scelte coraggiose che poi passeranno alla storia. Che c’entra tutto questo con la scuola elementare, la cui chiusura dopo un abbandono precipitoso ha sollevato tante polemiche? Semplice.

 

Io non starò qui a dilungarmi sul perché di una chiusura avvenuta quattro giorni dopo aver saputo del pericolo incombente, né starò a chiedermi e chiederVi come mai, mentre erano in corso le analisi, che di norma si prescrivono a chi sta già male, sia stato redatto un certificato di “sana e robusta costituzione” che ha consentito l’apertura della scuola senza aspettare l’esito delle analisi stesse. Altri se ne sono occupati. Io voglio inserire il discorso sulla possibilità di trasformare l’evento dannoso in una occasione per riparare uno dei tanti torti subiti dalla nostra Cerreto. Proprio come avvenne nel 1688.

 

Quando negli anni 60 si costruì la scuola elementare, si scelse, giustamente, una zona centrale. Peccato però che questa scelta comportò l’abbattimento della Chiesa di San Nicola e la chiusura del fondo prospettico visibile dai due vicoli che si aprivano ai lati della Chiesa. Via Nicotera perse così lo scenografico sfondo della Chiesa e dello splendido paesaggio dei monti del Matese. Ora c’è la necessità di riparare ed adeguare una struttura in cemento armato costruita quando le norme tecniche erano profondamente diverse ed al terremoto non ci si pensava molto. Adeguare la struttura alle norme sismiche che le consentano di resistere ad un terremoto catastrofico quale potrebbe (e ci auguriamo di no) avvenire a Cerreto, sarà sicuramente estremamente oneroso e costituirà in ogni caso una toppa messa ad un edificio che comunque avverte il peso degli anni.

 

In gioco è, non dimentichiamolo, la sicurezza dei nostri bambini. Proposta. Perché non approfittare della “disgrazia” e del “Patto di quartiere” per spendere diversamente i soldi realizzando una struttura moderna, accogliente, architettonicamente stimolante, che elimini la parte prospettante su Piazza Mazzacane e che consenta a Via Nicotera di ridiventare il cuore pulsante di Cerreto ridandole quel magnifico sfondo che sono i Monti matesini? Meglio ancora sarebbe recuperare solo la parte inferiore della scuola per destinarla ad uffici che richiedono un contatto immediato con il pubblico (ufficio postale, per eliminare un altro sconcio,- Polizia Urbana– etc.) e realizzare il polo scolastico dell’infanzia ampliando la Scuola Media: avremmo risparmio di gestione e funzionalità. Marzio Carafa chiamò un tecnico all’avanguardia, G.B.Manna, per far progettare Cerreto. Ed il risultato si vede.

 

Oggi si potrebbe fare altrettanto, con una scelta non banale e superando le logiche partitiche e…relazionali. Ve lo immaginate come sarebbe bello passeggiare per una ripavimentata Cantiniera (non oso auspicare una sua pedonalizzazione, per migliorare l’ambiente ed il commercio, sarebbe veramente troppo!) e trovare alla sua estremità non la barriera visiva della Scuola, ma una piazza-giardino ove riposare e ammirare la splendida Valle del Titerno, potendo usufruire poi degli uffici lì dislocati? Non è utopia. E’ solo questione di scelta perché, come disse Nicolò Tommaseo:”Nelle cose del mondo, non è il sapere, ma il volere che può”.

 

N.B. L’indecenza della proposta non sta tanto nel fatto che viene da un Consigliere di opposizione, stanco di assistere solo alle sedute del Tribunale dell’Inquisizione…pardon, del Consiglio Comunale, quanto dall’assurda idea che qualcuno la possa accettare. O tempora, o mores!

 

Arch. Lorenzo Morone Capogruppo “BLOCCO PER CERRETO”

 

 

 

    

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