GIUSY MALGIERI
Telese Terme. «Volendo si può». Uno slogan,
quello che l'assessore regionale ai
Trasporti, Ennio Cascetta, utilizza
intervenendo all'incontro sul trasporto
pubblico locale, moderato dall'ingegnere
Pasquale Sposito, direttore Vesuviana
Mobilità. «Abbiamo dimostrato -dice
soddisfatto - che, volendo, si può far
aumentare il trasporto pubblico. In tre
anni, il trasporto nella nostra regione è
aumentato del 40%». Un dato significativo
che è il risultato di un approccio politico
alle problematiche del settore.
«Noi siamo convinti -continua infatti
l'assessore regionale- che un territorio non
può svilupparsi senza puntare sul trasporto
pubblico locale e senza comprendere che il
trasporto pubblico locale, non è solo un
problema locale, come il termine può far
sembrare, ma è una priorità nazionale». Ed
il riordino del trasporto regionale deve
passare attraverso una parola chiave:
integrazione. «Abbiamo lavorato -dice
Cascetta- integrando, mettendo insieme
infrastrutture, servizi, tariffe,
tecnologie, materiale rotabile, nuove regole
del mercato». Una strategia che viene
traslata anche a livello provinciale. «Le
province -evidenzia infatti l'assessore ai
Trasporti della provincia di Benevento,
Rosario Spatafora- si stanno attrezzando per
gestire al meglio il settore. Due, i
problemi che stiamo affrontando in provincia
di Benevento: la viabilità e la
frammentazione del servizio sul territorio,
con oltre 20 aziende che gestiscono il
settore. Entro questo mese di settembre
approveremo il piano di trasporto
provinciale ispirato ad un unico parametro:
la qualità. Abbiamo puntato, infatti, ad un
sistema di trasporto che non fa più leva
solo sulla città di Benevento ma anche sulle
realtà più dinamiche del territorio
sannita».
L'incontro di ieri ha avuto come
protagonisti anche i responsabili della
Circumvesuviana e dell'Alifana che, insieme
alla Sepsa, sono le tre aziende del
trasporto regionale. Tocca a Fernando Orico,
coordinatore generale della Circumvesuviana
snocciolare i dati di una trasformazione che
ha portato l'azienda, negli ultimi tempi, a
registrare la soddisfazione del 70/80% delle
160.000 persone trasportate quotidianamente.
«Un dato che -dice Orico- ci riempie
d'orgoglio. Abbiamo puntato molto sulla
sicurezza nel viaggio. Sui nostri mezzi è in
funzione una linea diretta con le sale
operative di Polizia e Carabinieri. Non è un
caso se in materia di trasporto pubblico
locale, la Regione Campania, in Europa,
viene citata come esempio». «La nostra sfida
-gli fa eco l'ing. Giuseppe Racioppi,
amministratore delegato della Ferrovia
Alifana- è migliorare la qualità e
l'efficienza del servizio offerto, puntando
ad un parco rotabile più moderno e
confortevole». E gli investimenti sul fronte
del trasporto pubblico regionale sono
notevoli come ricorda l'ing. Alessandro
Rizzardi, responsabile Ente Autonomo
Volturno.
Il Mattino - Giovedì 2 Settembre
2004
LE SCELTE
DELLA POLITICA
DALL'INVIATO
PIETRO PERONE
Telese. Promette di non volere litigare
Sandro Bondi, ma con Piero Fassino proprio
non ci riesce e sono scintille: lite sulle
ripetute assenze di Berlusconi alla festa
del 25 aprile, come sulle riforme, anche se
alla fine il coordinatore di Forza Italia
non esclude il «confronto in aula». È
intanto Romano Prodi il convitato di pietra
nel dialogo parallelo fra il leader dei Ds e
Clemente Mastella: Fassino conferma che sarà
il Professore il leader dell’Ulivo alle
prossime politiche e sottolinea che «la
creazione di una federazione di riformisti»
all’interno dell’Ulivo va di pari passo con
«la costruzione di un’alleanza più larga».
Ma il
segretario di Ap-Udeur pone una condizione:
«Come è avvenuto per Massimo D’Alema nel
2000 è evidente che le elezioni regionali
faranno la differenza. Ritengo improbabile
che se uno perde possa guidare ugualmente la
coalizione l’anno successivo». Discorso che
vale nei confronti di Prodi, come di
Berlusconi, mentre Mastella giudica che l’Udc
ha già posto «un’ipoteca» sull’eventuale
successione del Cavaliere nel caso perda la
tornata elettorale della prossima primavera.
Scenario che inevitabilmente fa riesplodere
sotto il cielo della festa di Telese la
voglia di Centro. Prova a incunearsi Bondi
che ripete l’appello a dare vita a una
federazione del Ppe «anche con l’Udeur e
parte della Margherita», dice, ma ritrova la
porta del Campanile quasi chiusa «perché -
avverte Mastella - l’invito che avete fatto
ai Radicali esclude di fatto un dialogo fra
noi». Distanze con Bondi, matrimonio forzato
con Fassino che conferma la raccolta di
firme per il referendum contro la legge
sulla procreazione assistita. Iniziativa che
fa sobbalzare i centristi, tanto da creare
più di un tormento a Mastella come a Rutelli
pressato da Franco Marini che l’altro giorno
ha chiesto e ottenuto che le sedi della
Margherita siano precluse alla raccolta di
firme. E Bondi coglie l’occasione per dire
che «la legge potrà essere migliorata».
Ennesimo segnale di disponibilità a fronte
di un Fassino che deve marcare stretto
Mastella su più di una questione, a
cominciare dalla politica estera. Toccherà
adesso a Romano Prodi, atteso domani alla
festa del Campanile, convincere il leader
udierrino che non ci saranno spostamenti a
sinistra e le ragioni del Centro saranno il
motore dell’Ulivo. In caso contrario, i
prossimi mesi si annunciano burrascosi,
visto che bisognerà decidere le candidature
per le regionali a cominciare dall’eventuale
successione a Bassolino.
Riuscirà il Professore a scrivere un
programma condiviso? «Se c’è la patrimoniale
che vuole Rifondazione fin da questo momento
annuncio che mi sfilo», sbotta Mastella,
tanto che Fassino sorvola su quello che il
centrosinistra dovrà dire sulla politica
economica. Non manca, il leader della
Quercia, di lanciare più di una sfida al
governo: «State per varare una legge
finanziaria di circa 27 miliardi di euro. Vi
pare almeno questo un terreno per
confrontarsi?» Non manca il ripetuto mea
culpa sulla modifica del titolo V della
Costituzione varato a fine della scorsa
legislatura per una manciata di voti che
serve a Fassino per sfidare Bondi: «Pensate
di cambiare le regole di questa Repubblica
da soli?»
Domande alle quali il
coordinatore di Forza Italia risponde però
attaccando,
tanto da provocare fischi
da parte di un pubblico poco abituato al
culto della personalità, quella nei
confronti di Berlusconi, che traspare dalle
parole di Bondi.
Clima per nulla svelenito, tanto che lo
stesso appello a una «democrazia normale»
cade nel vuoto. Altrettanto resta
inascoltato l’invito del leader Ds a «un
bipolarismo mite». E così Mastella prevede
nel giro di tre anni coalizioni diverse
dalle attuali. È il momento di posizionarsi?
A Prodi il compito di evitare defezioni in
una coalizione che i Ds immaginano «più
larga possibile» e che potrebbe invece
rischiare di restringersi.