ALLEANZA POPOLARE UDEUR
6^ FESTA NAZIONALE
Telese Terme (BN) - 30 agosto - 5 settembre 2004
"RITORNO ALLA POLITICA" LA TERZA REPUBBLICA?
Venerdì 3 settembre 2004
Ore 19,00 Dott. Giulio ANSELMI -
Editorialista del quotidiano
"LA REPUBBLICA"
INTERVISTA l'On. Romano PRODI
Presiede: On. Mino MARTINAZZOLI - Presidente
AP-UDEUR
Televideo RAI 03/09 20:10
Prodi: primarie utili e importantissime "Le
primarie sono uno strumento utile e
importantissimo e io sono pronto per
affrontarle". Lo ha detto Romano Prodi, alla
festa di Ap-Udeur a Telese. Le primarie,
aggiunge Prodi,non servono solo "per la scelta
della leadership, ma anche per preparare un
programma di governo comune e condiviso,e che
duri". Per ritrovare una coesione forte". "Io
non chiedo elezioni anticipate -ha detto- Forse
le chiederà il Paese, perché c'è una situazione
di sfascio".
Da
Libero.it - 03/09/2004 20:21
ELEZIONI: PRODI, NO AL VOTO ANTICIPATO
Telese, 3 set. - (Adnkronos) - Romano Prodi dice
no alle elezioni anticipate, ribadendo la
necessita' di primarie per ''ripristinare un
dibattito, una passione politica che sembrano
affievolite per arrivare ad una leadership
chiara e una programma comune'' del
centrosinistra. Dal palco della festa dell'Uedur
a Telese, il presidente della Commissione Ue
sottolinea: ''questo Paese ha bisogno di
interventi profondi. Dobbiamo presentare un
programma preciso con le priorita' che riguardi
cinque anni. Stiamo perdendo terreno rispetto
agli altri paesi europei''.
Da
Libero.it - 03/09/2004 19:57
ULIVO: PRODI RILANCIA, PRIMARIE PER LA GENTE
Telese Terme, 3 set. - (Adnkronos) - ''Io ho
scelto le primarie come strumento di una scelta
chiara di leadership e anche per trovare un
programma di governo comune e condiviso da
tutti. Sono prontissimo a farle, non come
discorso personale ma come un diritto dei
cittadini ad avere chiaro il quadro politico nel
quale dovranno votare''. Dal palco della festa
dell'Udeur, a Telese, Romano Prodi rilancia con
forza le primarie nell'Ulivo. politica -
Adnkronos
Il
Mattino - Sabato 4 Settembre 2004
I
NODI DELLA POLITICA
DALL'INVIATO PIETRO PERONE
Telese. Ha provato a mettere fine a quelli che
lui stesso definisce «brontolii e girotondi»
dell’Ulivo, il Romano Prodi arrivato per la
prima volta alla festa dell’Ap-Udeur. Esordio
difficile, ma ripagato dagli applausi, dalla
cordialità con Clemente Mastella. Sull’uscio
delle Terme il presidente della Commissione Ue
aveva incrociato Walter Veltroni, il sindaco di
Roma ed ex vicepremier ai tempi di Palazzo Chigi,
che nel pomeriggio si era intrattetuto a
discutere di federalismo.
Abbracci e baci nel tentativo di fugare i
sospetti di delegittimazione della leadership.
Alla platea Prodi aveva confermato con forza che
il centrosinistra ha bisogno di elezioni
primarie, «strumento importantissimo» per dare
più forza al candidato, ma anche per scrivere
«un programma condiviso» senza preoccuparsi di
quale legge varata dal centrodestra in questi
anni varrà la pena salvare in caso di vittoria:
«La ritengo una discussione inutile», aveva
avvertito il Professore riferendosi a Francesco
Rutelli, artefice del dubbio.
Primarie, dunque, e nessuna rischiesta invece di
elezioni anticipate, e qui ce l’avuta con
Massimo D’Alema: «Dobbiamo essere pronti ma è un
errore invocarle, semmai dovrebbe chiederle il
Paese che sta andando alla sfascio». Intanto, si
lavori a costruire la rete dei rapporti
politici. Anche con Antonio Bassolino: gli ha
già telefonato per proporgli il ticket? «Mica
telefono solo a Bassolino, ho comminciato a
tessere una serie di rapporti perché se si vuole
veramente arrivare a una grande squadra bisogna
allargare i discorsi e i rapporti», la risposta.
Se c’è invece qualcosa da fare subito «è
scegliere i 15 candidati alle regionali, perché
la gente vuole chiarezza.
Dobbiamo andare insieme, lista unitaria e
alleanze forti», aveva spiegato, guardando all’Ap
Udeur di Mastella. Con lui vi siete capiti? «Mi
è nata una nipotina da nove giorni e non l’ho
vista ancora. Ho visto prima lui...». Con lui la
cena nella saletta privata del Grand Hotel delle
Terme: mozzarella di bufala e prosciutto,
spaghetti al pomodoro, carne alla brace,
insalata e frutta prima di raggiungere Napoli da
dove all’alba volerà per Bruxelles. Nel
dibattito pubblico Mino Martinazzoli, presidente
di Ap-Udeur, lo aveva invitato a non «affermare
con i pugni la leadership» chiedendogli se la
voglia di primarie non nasconda la volontà di
creare di fatto un «surrogato» dei partiti,
quelli che appunto rivendicano il diritto a
designare il condottiero.
«Vedremo», aveva detto il Professore, forse
avvertendo il pericolo di finire come quel
capitano che dopo avere fatto sette prigionieri
non era in grado di arrivare all’accampamento.
Prima che cominciasse l'intervista pubblica
condotta da Giulio Anselmi, Mastella aveva
provveduto a fissare i paletti: «Siamo una forza
piccola ma determinante. Tocca a te mescolare le
forze dell’Ulivo, ma fin da ora ti avverto che
non sono Bertinotti che lavora per reinventare
il comunismo». Un rude benvenuto davanti a una
platea per nulla ostile, anzi disponibile a
essere convinta. E il Professore ci aveva
provato con le armi a lui congeniali: più idee e
meno polemiche «perché dobbiamo rivoltare
l’Italia come un calzino, visto che stiamo
perdendo in competività con l’Europa e il resto
del mondo».
E
poi l’unità del Paese, «da Nord a Sud, ma
dobbiamo anche dire cosa vogliamo fare del
nostro Mezzogiorno». Il pubblico aveva
apprezzato la simpatia del Professore, che dopo
una ventina di minuti si era tolto la giacca
mostrandosi in maniche di camicia per giunta
bagnato dal sudore. Non sarà stata un’immagine
in stile lifting e bandana, ha ricordato quella
del ciclista che parte per una lunga pedalata
incurante di mostrare i segni della fatica.
Il
Sannio Quotidiano - 04-09-2004
«Prodi è il nostro candidato»
Arriva il ‘numero uno’ della Commissione Europea
e il leader del Campanile scioglie le riserve .
Il
Professore: «Subito la scelta dei 15 presidenti
per le elezioni regionali»
da
Telese Terme Luigi Barone
Clemente Mastella incorona Romano Prodi. “Per
noi è lui il candidato del centrosinistra alle
prossime politiche, non c’è bisogno di primarie,
la scelta è fatta”, ha chiarito il leader del
Campanile. Che ha atteso, assieme ad una
pattuglia di parlamentari udeurrini, il
presidente della commissione Europea
all’ingresso delle Terme di Telese. Una vera e
propria ovazione ha accolto il Professore. Un
veloce abbraccio con Mastella, un altro con il
sindaco di Roma, Veltroni, e poi di corsa sul
Palco delle Terme.
“Noi quando scegliamo, lo facciamo con lealtà.
Non vogliamo medaglie o riconoscimento,
invochiamo soltanto rispetto”, ha commentato il
leader dell’Udeur. Dopo aver parlato del
terrorismo, “un evento tragico degli ultimi
tempi”, e condannato, “l’intollerabile atto di
barbarie verificatosi in Ossezia”, Prodi ha
subito rilanciato la necessità, per il
centrosinistra, di tenere le primarie. “Sono uno
strumento utile e importantissimo ed io sono
pronto per affrontarle”, ha spiegato l’ex
presidente del Consiglio. Che, in seguito, ha
aggiunto: “Le primarie non servono solo per la
scelta della leadership, ma anche per preparare
un programma comune, per ritrovare una coesione
forte.
Io
sono pronto a questo, ma non è un discorso
personale”. Per Prodi, dunque, le primarie nella
coalizione rappresentano “uno strumento
utilissimo, importante, perché i cittadini hanno
il diritto di capire chi è il leader e qual è il
programma”. Successivamente, il Professore ha
ammesso che “la coalizione parte con differenze
forti, bisogna che si rafforzi con un programma
comune creato al di fuori delle camere chiuse,
con un confronto aperto. Nel ’96 abbiamo vinto
perché tanta gente spontaneamente si è convinta
che c’era un programma e un obiettivo comune.
Le
primarie sono uno strumento utile e importante
per creare coesione”. Proposta che non ha
convinto il presidente dell’Udeur, Mino
Martinazzoli. “Non abbiamo alcun problema a fare
le primarie, ma vorremmo capire il senso di tale
richiesta. Probabilmente Prodi cerca una
legittimazione che vada oltre l’investitura dei
partiti”. Archiviata la questione primarie ed
ascoltato l’intervento dell’ultimo segretario
della Democrazia Cristiana, Prodi ha ‘bocciato’
l’operato dell’esecutivo Berlusconi. “L’Italia –
ha affermato – è in una situazione di
stagnazione. La colpa è della Cina e dell’India
o del nostro Paese? Io non voglio entrare nel
merito, non voglio fare accuse a questo o a quel
governo. Noi dobbiamo completamente rivoltare il
Paese come un calzino.
E
soprattutto – ha rimarcato Prodi – dobbiamo
puntare sulle giovani generazioni. In Italia si
sprecano i giovani dai 25 ai 33 anni. Questo
Paese ha bisogno di interventi profondi, per cui
è indispensabile presentare un programma preciso
con le priorità dei cinque anni di governo”.
Anche la riforma delle pensioni varata dal
centrodestra, “nella quale ci sono incongruenze
allucinanti”, è stata bersagliata dall’ex
premier: “Per evitare impopolarità si fa un
sistema che scatta dopo la legislatura. La
riforma delle pensioni non si fa con gli strappi
fino al 2008, con il risultato che la gente oggi
scappa in pensione”. Ha chiamato in causa, il
professore, anche la riforma Dini approvata
durante il governo di centrosinistra: “Noi
abbiamo fatto molti passi in avanti.
Certo, adesso bisogna adeguarsi ai cambiamenti
perché viviamo di più per nostra fortuna. Io ho
parlato anche con Bertinotti e siamo d’accordo
sulla necessità che si distingua tra i lavori
faticosi e quelli non faticosi”. Poi, il
presidente uscente della commissione Europea ha
detto ‘no’ alle elezioni anticipate: “Non le
chiedo, anche se forse le chiede il Paese”. In
seguito, ha spiegato: “E’ stato dato un mandato
di legislatura ed è giusto che tale termine sia
rispettato”. Pure il federalismo è finito nel
mirino del Professore: “L’attuazione dello
stesso ha un costo troppo elevato per le
Regioni. Deve dare ad esse un potere coerente
alle proprie potenzialità, altrimenti va a
finire che le regioni ricche fanno i cavoli
propri e le povere si arrangiano”.
L’ultima battuta, Prodi, l’ha riservata alle
prossime elezioni regionali: “E’ urgente che
vengano indicati i 15 candidati dell’Ulivo alla
presidenza delle regioni. Gli elettori non hanno
semplicemente il diritto di sapere quali sono,
ma hanno bisogno del tempo necessario per
imparare a conoscerli”.
Il
Mattino - Sabato 4 Settembre 2004
Black-out e pioggia
Prima un improvviso black out che ha interrotto
l'intervento. Poi la pioggia. Per Romano Prodi a
Telese è stata una serata difficile da gestire.
L'energia saltata gli ha consentito solo di
completare l'ultima risposta e al momento delle
prime gocce ha scherzato: «Quando si comincia a
parlare di Berlusconi, viene a piovere...».
Il
Messaggero - Sabato 4 Settembre 2004
Il
Professore insiste sulla sua proposta: «Servono
un voto sul programma e più candidati». Attacco
a Berlusconi sull’evasione fiscale
Prodi: primarie indispensabili, per un leader
vero
«Contrario a elezioni anticipate, anche se forse
le chiede il Paese». Abbraccio con Veltroni
dal nostro inviato
MARIO STANGANELLI
TELESE TERME (BENEVENTO) - Walter Veltroni ha
ritardato il suo ritorno a Roma quasi mezz’ora
per poter incontrare Romano Prodi ai cancelli
della Festa dell’Udeur, assieme al padrone di
casa Clemente Mastella che da giorni andava
dicendo di aspettare il presidente della
commissione Ue per «essere definitivamente
convinto a partecipare all’alleanza di
centrosinistra». L’abbraccio col sindaco della
Capitale non era solo di circostanza: troppe
discussioni e troppe ipotesi si erano rincorse
in questi giorni se non sulla stessa leadership
del Professore, sulla via per arrivare
all’investitura formale. E Prodi ha approfittato
della prima domanda postagli dall’intervistatore
Giulio Anselmi per contrattaccare difendendo le
sue posizioni: «Le primarie sono uno strumento
utile e importantissimo e in Italia hanno un
significato assai più ampio della scelta del
candidato, ma anche a preparare un programma
comune. Servono a creare coesione.
La
coalizione parte con differenze forti, bisogna
che si rafforzi con un programma comune creato
al di fuori delle camere chiuse con un confronto
aperto. Non insisto sulle primarie per un
discorso personale - ha aggiunto il Professore -
ma per rispondere ai diritti dei cittadini di
avere un quadro chiaro prima delle elezioni. Per
uscire dall’incertezza e preparare un programma
di governo condiviso, comune, che duri». E
chiarezzza per chiarezza, anche del cittadino
Prodi, sul surplus di legittimazione alla
leadership dato dalle primarie, il presidente
della commissione Ue l’ha detta fuori dai denti:
«Basta con la finzione di un leader formale, a
cui poi finisce come nella storiella del soldato
in guerra che comunica al suo comandante di aver
fatto sette prigionieri ma alla richiesta di
portarli indietro con lui dice che non lo
lasciano andare».
E
se non bastasse ad esser chiari, primarie - dice
Prodi - perché «almeno così finiscono i
sottintesi, i brontolii, i girotondi, le
chiacchiere segrete e le manovre fatte con le
interviste». Necessario corollario alla
possibilità di svolgere le primarie e «in un
tempo adeguatamente precedente alle elezioni»,
appare il decorso naturale della legislatura. Il
Professore dice infatti, in palese divergenza
con D’Alema, di «non chiedere elezioni
anticipate, anche se forse le chiede il Paese
perché c’è una situazione di sfascio».
Il
leader del centrosinistra, infatti, non è certo
tenero col governo in carica pur cercando di
nominarlo il meno possibile. Lo fa quando appena
pronunciato il nome di Berlusconi, cadono le
prime gocce di pioggia, con scontato corollario
sull’onestà dell’esecutivo. Il governo - dice -
«ha strizzato l’occhio agli evasori fiscali e
così, nonostante condoni su condoni le risorse
non sono arrivate. Né si possono fare promesse
su impossibili riduzioni fiscali». Quanto ai
programmi del centrosinistra per la prossima
legislatura, Prodi ne ha una lista piuttosto
lunga, tutta orientata al rilancio dello
sviluppo e a favore delle generazioni più
giovani.
E
lo sintetizza così: «L’Italia oggi è in una fase
di stagnazione. Noi dobbiamo rivoltare
completamente il Paese come un calzino», anche
se afferma di «non appassionarsi» a quanto debba
essere cancellato o conservato dell’opera di
questo governo. Intanto sembra prefiggersi di
rivoltare come un calzino gli usi della
coalizione prima delle elezioni. A cominciare
dalle primarie che si augura possano essere
«ampiamente partecipate»: «Bertinotti ha già
detto che ci sta. Poi vedremo...».
Foto di Giuseppe Grimaldi
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