COMUNICATO STAMPA 25 Giugno 2005
La
recente proposta del consigliere Iossa di
introdurre un ticket di uno o due euro sulle
prescrizioni farmaceutiche indubbiamente ha
avuto il pregio di mettere all’attenzione la
questione Sanità e soprattutto la questione
economica in cui versa la Sanità. In questo
campo vi è la necessità di procedere ad un
discorso complessivo volto alla
razionalizzazione delle spese sanitarie che non
riguarda solo ed esclusivamente quella
farmaceutica ma tutto il complesso sanitario a
cominciare da quella ospedaliera che costituisce
indubbiamente un gravame serio che deve essere
legata ad una reale appropriatezza così come va
effettuata una rivisitazione per quanto
possibile sulle forniture con l’eventuale
istituzione di un centro unico di spesa che
possa rappresentare un utile meccanismo di
controllo attraverso il contenimento dei prezzi.
Non ritengo che l’introduzione del ticket
farmaceutico possa costituire uno strumento
capace di determinare un serio arretramento
delle spese sanitarie. Una simulazione condotta
ad esempio su una A.S.L. di 300.000 abitanti
potrebbe portare con un ticket di un
euro/ricetta ad un introito di 2.500.000 di euro
rispetto ad un fabbisogno reale di 340.000.000
di euro corrispondente a circa uno 0.5 %. Per
non parlare poi della sperequazione tra i
cittadini con un risentimento per le fasce
socialmente più deboli per le quali quel ticket
potrebbe rappresentare una sera limitazione alle
cure. (Secondo i dati del CEIS la percentuale
delle famiglie che cadono sotto la soglia della
povertà a causa delle spese sanitarie è in
Campania del 3,39% superata soltanto dalla
Sicilia con il 4,10%).
Il
discorso del deficit sanitario, quello reale e
quello sommerso, richiede un approccio
multifattoriale mettendo mano ad una
rivisitazione completa della rete ospedaliera
pubblica e privata attraverso l’approvazione del
Piano Ospedaliero Regionale che oggi è in
Commissione e attraverso il contenimento della
spesa soprattutto dei beni sanitari che ha
subito nell’ultimo quinquennio una
triplicazione. Va indubbiamente tentato di
rivedere il riparto del Fondo Sanitario
Nazionale e di quello Regionale rispetto alle
Aziende Ospedaliere ed alle A.S.L. Il nodo del
deficit sanitario, in conclusione, va affrontato
con serietà ed immediatezza senza strumentalità
ma con la convinzione che è in gioco il futuro
stesso della Sanità in Campania.
Benevento, lì 25/06/2005
Dr. Fernando Errico
Consigliere Regionale della Campania
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