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27
aprile 2005 |
Scuola, rivolta contro i test del ministero |
da
Repubblica.it |
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26.04.2005 |
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da
www.repubblica.it
Da Genova a Milano, da Bologna a Napoli
viene boicottato il sistema di
valutazione "Invalsi" voluto dalla
Moratti
Fondi a chi ha gli allievi più
bravi: no delle famiglie, arrivano gli
ispettori
La protesta nelle medie e nelle
elementari
Il "virus" della disobbedienza ai test
si diffonde in tutta Italia. Sul sistema
di valutazione del sistema scolastico,
introdotto dal ministro Moratti, da
Genova a Napoli, da Bologna a Milano
parte il rifiuto delle schede
prestampate e spedite a tutti i
direttori scolastici e ai presidi. I
genitori, ritenendo discriminatori i
test, scrivono "diffide", proibendo ai
capi di istituto di distribuire i
questionari ai figli. Gli insegnanti
sono divisi: una parte recepisce i
suggerimenti delle famiglie, un'altra
obbedisce alle direttive del ministero,
che ha ordinato ai direttori scolastici
regionali di inviare gli ispettori nelle
scuole, perché "facciano rispettare la
legge". |
Il decreto di istituzione dei test,
approvato lo scorso ottobre, obbliga i
direttori scolastici e i presidi a farli
svolgere in seconda e quarta elementare
e in prima media; lasciandoli
facoltativi nelle superiori. Il ministro
dell'Istruzione presenta le prove come
metodi scientifici, attraverso i quali
stabilire i livelli di apprendimento
degli studenti e le metodologie
utilizzate dai docenti. Di fatto, le
schede, consegnate dagli insegnanti agli
alunni, che dovranno rispondere alle
domande, serviranno per valutare scuole
e docenti, destinando fondi di
incentivazione alle scuole e al
personale.
Il termine per effettuare le prove era
stato fissato al 9 aprile, è slittato
ulteriormente perché pochissimi presidi
sono riusciti a farli entro quella data.
Tanto che l'Ufficio Scolastico
Provinciale (l'ex Provveditorato) di
Milano ha ordinato il recupero nelle
classi dove durante le prove si sono
registrate assenze di alunni superiori
al 90%.
La protesta monta in tutta la Penisola,
guidata anche su internet dal
Coordinamento Nazionale per la Difesa
del Tempo Pieno. La Flc-Cgil, seppure
non contraria alla valutazione, chiede
però garanzie al ministro "su come si
colloca il sistema Invalsi, di cui non
si conosce il fine e l'uso".
"Denunciamo l'assenza di democrazia con
cui vengono prese le decisioni -
dichiara Emanuela Massa, presidente del
consiglio dell'Istituto Comprensivo del
Centro Storico di Genova - la vergognosa
pratica di mettere i bambini al centro
di scelte importanti". I genitori,
rappresentanti di classe della media
Garaventa, denunciano che "le maestre
hanno effettuato le prove sotto la
sorveglianza degli ispettori
ministeriali".
A Napoli diversi istituti, con
insegnanti e interi collegi dei docenti,
si sono schierati contro "un sistema che
vuol misurare conoscenze e capacità
apponendo crocette, escludendo la
possibilità di riflettere". Le famiglie
del Circolo Didattico di Bagnoli,
riunite in assemblea, hanno detto no
alla partecipazione dei loro bambini ad
una prova "che umilia le intelligenze".
A Bologna, il Centro Studi per la Scuola
Pubblica invita al boicottaggio. Alla "Soliero"
di Modena, il collegio docenti si è
rifiutato di deliberare, e Michele
Bonicelli, insegnante, non ha nessuna
intenzione di "somministrare i
questionari agli alunni". Lo stesso
hanno fatto i docenti della scuola
elementare a tempo pieno di Cernusco sul
Naviglio.
Giuseppe Filetto |
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Altri interventi sullo stesso tema |
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Per intervenire:
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