PARLA IL PREFETTO DI
BENEVENTO
ISOLA FELICE ADDIO...
Forti i
rischi d'infiltrazione
malavitosa nell'economia locale. Ecco la
diagnosi del prefetto Mario D'Ambrosi, a un anno
dal suo insediamento.
ANTONIO
ESPOSITO
«Il primo giorno che sono venuto
qui, ho cercato di chiarire subito che io non
ero affatto convinto che Benevento era un'isola
felice. L'ho detto in maniera chiara e lo ripeto
oggi. Qui la situazione è soddisfacente sul
piano della sicurezza e dell'ordine pubblico.
Però, vi è sempre il tentativo di gruppi
criminali, presenti nelle province vicine, di
infiltrarsi nell'economia sannita, per gestire
attività commerciali ed imprenditoriali ed i
copiosi flussi in arrivo per la realizzazione di
grosse opere, come il raddoppio della
Benevento-Caianello».
Le parole del prefetto Mario D'Ambrosi, giunto
nel capoluogo sannita un anno fa, sono ferme e
decise. Il rischio di una penetrazione
camorristica nel Sannio è fortemente presente.
Segnali preoccupanti arrivano, ad esempio, da
Telese Terme, dove, stando alle indagini della
Dia e alle notizie rimbalzate sulla stampa,
avrebbe allungato i tentacoli il clan dei
Casalesi, riciclando denaro sporco nel campo
dell'edilizia e dei supermercati. Il caso è
esploso qualche mese fa ed ha acceso un vivace
dibattito nella cittadina termale.
Cosa si può fare per arginare
l'assalto
criminale sul fronte degli appalti?
Per consentire ai comuni di poter acquisire
preventivamente notizie ed informazioni sui
requisiti delle imprese che partecipano alle
gare d'appalto, stiamo definendo il 'Patto per
la Legalità'. Questo protocollo, elaborato
insieme alle associazioni di categoria, potrà
essere un utile strumento per far sì che le
aggiudicazioni ed i contratti si svolgano nel
pieno rispetto delle norme e delle regole.
Negli ultimi tempi abbiamo
assistito
ad una raffica di rapine agli uffici
postali, di attentati ai
distributori di
carburanti.
Un incendio ha devastato
l'ufficio urbanistica del comune di
Benevento. Il
fenomeno estorsivo
continua ad aumentare. La delinquenza
ha raggiunto punte eclatanti
a San
Giorgio del Sannio. Quali misure
si possono mettere in campo?
Il
Sannio ha ancora una situazione ottimale, nel
senso che ha indici di criminalità abbastanza
contenuti, ma bisogna far sì che la sicurezza
reale, ricavabile dai dati statistici, secondo
cui i reati sono al di sotto della inedia
nazionale, coincida con la sicurezza percepita,
che è quella che ciascun cittadino avverte.
Occorre un'azione di intelligence e di
prevenzione. Per individuare gli estorsori ci
vuole la collaborazione delle persone colpite.
Come pure è necessario che le imprese, anche gli
uffici, adottino i sistemi di difesa offerti
dalla tecnologia, come, per esempio, la
tele-sorveglianza. Speriamo in futuro di poter
estendere il poliziotto di quartiere, presente
per ora al centro e a Rione Ferrovia, in tutte
le zone della città.
Nel mese scorso è
stato arrestato Saverio Sparandeo, latitante da
più di due anni, considerato il capo
dell'omonimo clan. Durante l'estate, un blitz ha
portato in carcere altri sei aderenti allo
stesso sodalizio. Come si presenta ora il quadro
della criminalità locale?
I
clan che operano nel territorio sannita si
riferiscono ad una mappa ormai vecchia, che va
aggiornata, perché sicuramente c'è stata
un'evoluzione. Sostanzialmente, però, va
considerato che oggi gli schemi tradizionali, ai
quali eravamo abituati, probabilmente non sono
più uno strumento utile per leggere la presenza
o l'articolazione territoriale dei clan. Da
questo punto di vista la criminalità ha cambiato
modus operandi, per cui ci possono essere anche
dei gruppi isolati, ma, in ogni caso, si tratta,
per fortuna, ancora di elementi che si muovono
senza avere alle spalle un'organizzazione come
quelle del casertano e del napoletano.
Una delle piaghe
più allarmanti della città di Benevento è
rappresentata senza dubbio dalla diffusione
della droga. Quali iniziative sono in cantiere?
La lotta all'uso
e allo spaccio degli stupefacenti è un'altra
priorità nell'agenda delle forze di polizia.
Questo problema è una drammatica realtà e tende
ad espandersi e ad aumentare,
perché i giovani, oggi, hanno dei modelli di
vita che facilitano il consumo delle droghe, e
perché sul mercato si trovano sostanze
cosiddette leggere o chimiche che non danno
totale assuefazione e vera dipendenza, per cui
'passata la nottata' di un fine-settimana, si
ritorna alla normalità. Negli ultimi anni sono
stati arrestati sessanta spacciatori e
sequestrate anche alcune piantagioni di canapa.
Per offrire ai giovani nuove occasioni di
aggregazione e di ricreazione, abbiamo invitato
i comuni a dare massimo spazio ai cosiddetti
oratori.
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