29 agosto 2004
Anche a ViviTelese una medaglia Olimpica
Giuseppe Grimaldi

 

 

Gradita visita a Telese Terme di Raffaello Leonardo, dopo le fatiche delle Olimpiadi. Due chiacchiere al bar, qualche foto e l'aver toccato la medaglia di Atene rappresenta per gli amici di ViviTelese un ricco bottino "olimpico".

 

Raffaello che è originario della Valle Telesina si è trattenuto per qualche minuto con gli amici al Bar Paiolo. Per vedere le foto di questo servizio ad una risoluzione maggiore vi invito a visitare la pagina di CliccaClic.

 

La medaglia di Bronzo di Raffaello Leonardo conquistata ad Atene

 

Fonte: sport.libero.it/olimpiadi2004

21 agosto 2004 - 10:05

Il diverso sapore del bronzo

La mattinata regala due terzi posti al canottaggio azzurro, ma se il risultato del 'quattro senza' rappresenta una bella sorpresa, quello del 'doppio' delude. Resta negativo il bilancio del remo italiano in questi Giochi.

ATENE (Gre) - C'è un canottiere inglese con le spalle ampie come un armadio che piange senza sapersi contenere, proprio lì, sul podio, in diretta tv. E c'è un canottiere italiano che va a consolarlo. Non dovrebbe essere difficile: l'inglese ha appena vinto l'oro olimpico nel 'quattro senza', l'italiano porta al collo la medaglia di bronzo.

Scene da un'Olimpiade, scene da un sabato mattina che regala al remo italiano due medaglie del metallo meno pregiato e dal sapore differente. Il bronzo del quartetto formato da Raffaello Leonardo, Luca Agamennoni, Dario Dentale e Lorenzo Porzio era infatti inatteso e rappresenta la piccola consolazione di una spedizione tricolore deludente nel canottaggio (vedi il crollo di Luini e dell'infortunato Pettinari). L'altro terzo posto della giornata, quello di Alessio Sartori e Rossano Galtarossa, è invece decisamente meno di quanto ci si attendesse.

Torniamo all'inglese in lacrime e all'avversario che lo consola, epilogo di una finale vinta dall'imbarcazione di Sua Maestà, per la gioia di un drappello di entusiasti tifosi inglesi. E per la delusione dei canadesi, che devono accontentarsi dell'argento. Figuratevi gli australiani, cui finisce una medaglia di legno difficile da digerire. Gli "aussie", indicati fra i favoriti, non potevano immaginare di finire dietro ai quattro azzurri, una barca nata appena un mese e mezzo fa, pilotata dal 31enne capovoga napoletano Leonardo, brava a mettersi subito in gioco per una medaglia, mordendo l'acqua, tenendo il ritmo dei migliori, cambiando marcia al momento giusto.

"L'accelerazione finale è una nostra prerogativa", spiega Leonardo, "ma abbiamo fatto bene anche in partenza: ci eravamo del resto alenati su questo aspetto, per capire dove perdevamo. Questa medaglia rappresenta un grande risultato, siamo insieme da pochissimo tempo".

Con lui, Agamennoni, perito in tornitura meccanica, livornese classe 1980, Dentale, campano di Castellamare, 203 centimetri di altezza, 22 anni a ottobre e Porzio, classe 1981, romano - per la gioia di Giampiero Galeazzi - atteso, fra una settimana, da un esame di pianoforte al Conservatorio, "così, da lunedì, mi attacco alla tastiera per affrontare ques'altra prova", confida ai microfoni Rai, mentre "Bisteccone" parla degli allenamenti sul Tevere, di concerti in parrocchia, del Circolo Aniene, ma anche questo è il colore del canottaggio all'italiana.

Il colore più opaco è quello del bronzo di Alessio Sartori e di Rossano Galtarossa (nella foto). Il laziale e il veneto del 'due di coppia' inseguivano l'oro per bissare il successo del 2000, quando furono primi nel 'quattro di coppia' a Sydney. Sartori ha avuto recenti problemi fisici che apparivano risolti ma la finale ha visto i due azzurri a lungo in testa, attaccati prima dagli sloveni con i cognomi che li fanno sembrare una coppia di poliziotti da telefilm, Cop e Spik, poi dai francesi Vieilledent e Hardy, alla fine vincitori con Slovenia argento e noi sul gradino più basso. I due esperti italiani, quest'anno padroni della Coppa del Mondo, rientrano così nel bilancio sotto le attese di una disciplina più quotata nelle previsioni della vigilia e per la quale sono ora in vista polemiche e processi. Due giorni fa, Giuseppe La Mura, direttore tecnico della nazionale italiana, difendeva il suo lavoro. Appuntamento al dopo-Atene. Domani mattina, intanto, c'è ancora il 'quattro senza pesi leggeri' con Amitrano, Mascarenhas, Amarante e Bertini.

 

 

Raffaello LEONARDO

Luogo di nascita: Napoli
Data di nascita: 1 maggio 1973
Altezza x peso: m. 1,90 x kg. 96
Specialità: 8 con senior maschile (8+SM)
Titolo di studio: liceo scientifico
Professione: agente della Polizia di Stato
Prima società: C.N. Posillipo
Attuale società: G.S. Fiamme Oro


Piazzamenti di rilievo
Giochi Olimpici: 9° 8+Senior M ('92), 6° 4-Senior M ('96)
Campionati Mondiali: 2° Junior 4+JM ('90), 2° Junior 4XJM ('91), 7° 4-Senior M ('93), 1° 4-Senior M ('94), 1° 4-Senior M ('95), 6° 8+Senior M ('99)
Partecipazione ai Giochi Olimpici: Barcellona ('92), Atlanta ('96)

 

 

Fonte: Il Mattino - 22 agosto 2004

UN NAPOLETANO E UNO STABIESE SUL PODIO

E Raffaello urlava a Dentale «Odio gli inglesi, battiamoli»

DALL’INVIATO

Atene. Raffaello Leonardo, 31 anni, napoletano di Fuorigrotta, quattro Olimpiadi compresa Atene, una sola medaglia, conquistata ieri. Dario Dentale, 22 anni, di Castellammare di Stabia, esordiente ai Giochi, ha deciso di salire in barca perché era rimasto folgorato dagli Abbagnale. Lorenzo Porzio, 23 anni, romano, voga con forza ma quando siede al pianoforte le sue mani diventano piume.

Con il bronzo ancora al collo pensava già a rientrare in Italia: al conservatorio di Santa Cecilia l’aspettano per un esame importante e nella chiesa del suo quartiere l’organo resta muto quando lui è fuori a gareggiare. Luca Agamennoni, livornese, 24 anni. Il suo cognome, qui in Grecia l’ha reso un personaggio, lui invece con la mitologia non ha molto a che fare: gli piacciono le moto, è perito meccanico. Storie diverse, giovane e fresca quella di Dentale. Più di due metri d’altezza per il ragazzone stabiese che è dell’Irno Salerno: «Non riesco a crederci - dice emozionato - pensavo che la finale fosse la mia medaglia. Invece è successo qualcosa di incredibile». Le stesse parole di Raffaello Leonardo («Nonostante questo nome e cognome non sono un artista, al massimo disegno qualcosa»), anche se le motivazioni sono diverse.

Il capovoga del «quattro senza» medagliato è arrivato ad Atene per caso: «Nel 2000, dopo la delusione di Sydney, avevo deciso di lasciare tutto». Faceva parte dell’otto che perse il podio al fotofinish per otto centesimi. Gli anni pesavano sulle spalle e le soddisfazioni non arrivavano. Tre edizioni dei Giochi, zero medaglie. Ma il dt La Mura lo convinse a restare in barca, magari al comando di un gruppo di ragazzini terribili: «Sapevo che erano fortissimi - dice Leonardo - così quando mi sono reso conto che potevamo piazzarci li ho incitati». E s’è visto: ai mille metri Raffaello ha urlato qualcosa e tutti hanno raddoppiato il ritmo.

Ma cos’ha detto ai compagni di barca? «Che quelli lì davanti non li sopportavo, che volevo vincere qualcosa pure io e che la forza dovevano farsela uscire per forza». In realtà le dichiarazioni originali sarebbero più colorite... Però l’incitamento è servito: «Ora ho questa medaglia tra le mani. Una gioia doppia. Non era previsto questo podio, ce lo siamo presi lottando e soffrendo, siamo davvero grandi».

 

 

    

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