Fonte: sport.libero.it/olimpiadi2004
21 agosto 2004 - 10:05
Il diverso sapore del bronzo
La mattinata regala due terzi posti al
canottaggio azzurro, ma se il risultato
del 'quattro senza' rappresenta una
bella sorpresa, quello del 'doppio'
delude. Resta negativo il bilancio del
remo italiano in questi Giochi.
ATENE (Gre) - C'è un canottiere inglese
con le spalle ampie come un armadio che
piange senza sapersi contenere, proprio
lì, sul podio, in diretta tv. E c'è un
canottiere italiano che va a consolarlo.
Non dovrebbe essere difficile: l'inglese
ha appena vinto l'oro olimpico nel
'quattro senza', l'italiano porta al
collo la medaglia di bronzo.
Scene da un'Olimpiade, scene da un
sabato mattina che regala al remo
italiano due medaglie del metallo meno
pregiato e dal sapore differente. Il
bronzo del quartetto formato da
Raffaello Leonardo, Luca
Agamennoni, Dario Dentale e Lorenzo
Porzio era infatti inatteso e
rappresenta la piccola consolazione di
una spedizione tricolore deludente nel
canottaggio (vedi il crollo di Luini e
dell'infortunato Pettinari). L'altro
terzo posto della giornata, quello di
Alessio Sartori e Rossano Galtarossa, è
invece decisamente meno di quanto ci si
attendesse.
Torniamo all'inglese in lacrime e
all'avversario che lo consola, epilogo
di una finale vinta dall'imbarcazione di
Sua Maestà, per la gioia di un drappello
di entusiasti tifosi inglesi. E per la
delusione dei canadesi, che devono
accontentarsi dell'argento. Figuratevi
gli australiani, cui finisce una
medaglia di legno difficile da digerire.
Gli "aussie", indicati fra i favoriti,
non potevano immaginare di finire dietro
ai quattro azzurri, una barca nata
appena un mese e mezzo fa, pilotata dal
31enne capovoga napoletano Leonardo,
brava a mettersi subito in gioco per una
medaglia, mordendo l'acqua, tenendo il
ritmo dei migliori, cambiando marcia al
momento giusto.
"L'accelerazione finale è una nostra
prerogativa", spiega Leonardo, "ma
abbiamo fatto bene anche in partenza: ci
eravamo del resto alenati su questo
aspetto, per capire dove perdevamo.
Questa medaglia rappresenta un grande
risultato, siamo insieme da pochissimo
tempo".
Con lui, Agamennoni, perito in tornitura
meccanica, livornese classe 1980,
Dentale, campano di Castellamare, 203
centimetri di altezza, 22 anni a ottobre
e Porzio, classe 1981, romano - per la
gioia di Giampiero Galeazzi - atteso,
fra una settimana, da un esame di
pianoforte al Conservatorio, "così, da
lunedì, mi attacco alla tastiera per
affrontare ques'altra prova", confida ai
microfoni Rai, mentre "Bisteccone" parla
degli allenamenti sul Tevere, di
concerti in parrocchia, del Circolo
Aniene, ma anche questo è il colore del
canottaggio all'italiana.
Il colore più opaco è quello del bronzo
di Alessio Sartori e di Rossano
Galtarossa (nella foto). Il laziale e il
veneto del 'due di coppia' inseguivano
l'oro per bissare il successo del 2000,
quando furono primi nel 'quattro di
coppia' a Sydney. Sartori ha avuto
recenti problemi fisici che apparivano
risolti ma la finale ha visto i due
azzurri a lungo in testa, attaccati
prima dagli sloveni con i cognomi che li
fanno sembrare una coppia di poliziotti
da telefilm, Cop e Spik, poi dai
francesi Vieilledent e Hardy, alla fine
vincitori con Slovenia argento e noi sul
gradino più basso. I due esperti
italiani, quest'anno padroni della Coppa
del Mondo, rientrano così nel bilancio
sotto le attese di una disciplina più
quotata nelle previsioni della vigilia e
per la quale sono ora in vista polemiche
e processi. Due giorni fa, Giuseppe La
Mura, direttore tecnico della nazionale
italiana, difendeva il suo lavoro.
Appuntamento al dopo-Atene. Domani
mattina, intanto, c'è ancora il 'quattro
senza pesi leggeri' con Amitrano,
Mascarenhas, Amarante e Bertini. |
Fonte: Il Mattino - 22 agosto 2004
UN NAPOLETANO E UNO STABIESE SUL PODIO
E Raffaello urlava a Dentale «Odio gli
inglesi, battiamoli»
DALL’INVIATO
Atene. Raffaello Leonardo, 31 anni,
napoletano di Fuorigrotta, quattro
Olimpiadi compresa Atene, una sola
medaglia, conquistata ieri. Dario
Dentale, 22 anni, di Castellammare di
Stabia, esordiente ai Giochi, ha deciso
di salire in barca perché era rimasto
folgorato dagli Abbagnale. Lorenzo
Porzio, 23 anni, romano, voga con forza
ma quando siede al pianoforte le sue
mani diventano piume.
Con il bronzo ancora al collo pensava
già a rientrare in Italia: al
conservatorio di Santa Cecilia
l’aspettano per un esame importante e
nella chiesa del suo quartiere l’organo
resta muto quando lui è fuori a
gareggiare. Luca Agamennoni, livornese,
24 anni. Il suo cognome, qui in Grecia
l’ha reso un personaggio, lui invece con
la mitologia non ha molto a che fare:
gli piacciono le moto, è perito
meccanico. Storie diverse, giovane e
fresca quella di Dentale. Più di due
metri d’altezza per il ragazzone
stabiese che è dell’Irno Salerno: «Non
riesco a crederci - dice emozionato -
pensavo che la finale fosse la mia
medaglia. Invece è successo qualcosa di
incredibile». Le stesse parole di
Raffaello Leonardo («Nonostante questo
nome e cognome non sono un artista, al
massimo disegno qualcosa»), anche se le
motivazioni sono diverse.
Il capovoga del «quattro senza»
medagliato è arrivato ad Atene per caso:
«Nel 2000, dopo la delusione di Sydney,
avevo deciso di lasciare tutto». Faceva
parte dell’otto che perse il podio al
fotofinish per otto centesimi. Gli anni
pesavano sulle spalle e le soddisfazioni
non arrivavano. Tre edizioni dei Giochi,
zero medaglie. Ma il dt La Mura lo
convinse a restare in barca, magari al
comando di un gruppo di ragazzini
terribili: «Sapevo che erano fortissimi
- dice Leonardo - così quando mi sono
reso conto che potevamo piazzarci li ho
incitati». E s’è visto: ai mille metri
Raffaello ha urlato qualcosa e tutti
hanno raddoppiato il ritmo.
Ma cos’ha detto ai compagni di barca?
«Che quelli lì davanti non li
sopportavo, che volevo vincere qualcosa
pure io e che la forza dovevano farsela
uscire per forza». In realtà le
dichiarazioni originali sarebbero più
colorite... Però l’incitamento è
servito: «Ora ho questa medaglia tra le
mani. Una gioia doppia. Non era previsto
questo podio, ce lo siamo presi lottando
e soffrendo, siamo davvero grandi».
|