COMUNICATO STAMPA
La zona del Cerro
all’interno del parco termale continua a versare
in uno stato di abbandono e degrado. Le risposte
del sindaco sono insoddisfacenti.
Da alcuni anni
una delle più suggestive aree del
parco delle terme di Telese è completamente
abbandonata. Si tratta della vasta zona che va
dalla incompleta piscina olimpionica, interessa
la sorgente e il canale del Cerro, ingloba
l’omonima pista-teatro e infine giunge ai resti
della storica piscina Santa Lucia.
Nelle scorse
settimane il nostro gruppo consiliare ha
presentato al dr. Gennaro Capasso, sindaco di
Telese e presidente del Consorzio Idrotermale,
nonché al sindaco di S. Salvatore Telesino,
un’interrogazione scritta al fine di
sensibilizzarli sul problema evidenziato e per
chiedere che l’area venga ripristinata e
restituita ai cittadini e ai turisti in tutta la
sua bellezza.
Con nota del 9 maggio 2005, il
sindaco Capasso, dopo aver fatto un elenco di
interventi rientranti nella filiera termale, che
sono previsti nel parco, precisa che
“è stata colta l’opportunità di
candidare un ulteriore progetto sul bando di
concorso di premialità, teso a completare la
riqualificazione e valorizzazione del suddetto
settore del parco termale. In particolare
l’intervento riguarda la ristrutturazione e
l’adeguamento funzionale dell’esistente teatro
all’aperto del Cerro, la sistemazione
dell’omonimo Canale, la riqualificazione e la
messa in sicurezza delle aree circostanti. Dagli
accertamenti tecnici effettuati nei mesi scorsi
è emerso che la sola messa in sicurezza
dell’area, condizione indispensabile per il suo
utilizzo, richiede investimenti non disponibili
in tempi brevi, anche in considerazione del
fatto che il settore del parco in questione sarà
interessato nel breve periodo da diversi
cantieri con le cui lavorazioni è oneroso
coniugare la passeggiata dei visitatori”.
Il sindaco di
Telese, sostanzialmente, dice due cose. La prima
è che mancano le risorse per far fronte ad un
problema serio, annoso e noto (sappiamo che le
prime segnalazioni ufficiali sono almeno
dell’otto settembre 2004). La seconda è che si
attende l’avvio dei lavori relativi alla filiera
termale, che imporrà la chiusura al pubblico
dell’intera area.
Chiariamo allora
due punti. Innanzitutto, la chiusura della zona
– che attualmente è talmente disastrata da
presentare diverse situazioni di pericolo per la
sicurezza delle persone – non significa
riqualificazione della stessa. Infatti questo
obiettivo non è stato ritenuto prioritario dalla
precedente amministrazione (il cui sindaco è
attualmente assessore ai lavori pubblici nella
giunta Capasso), al punto che un progetto di
recupero è stato presentato soltanto col bando
di premialità dei fondi POR.
In secondo luogo, anche sui
progetti approvati e ormai quasi cantierabili è
sospesa la mannaia del 10% dell’importo
complessivo (circa 3.775.000 euro) che è a
carico del Consorzio Idrotermale, e cioè dei due
comuni che lo compongono, Telese e S. Salvatore.
Per Telese, poi, il
problema è ancora più drammatico, poiché l’ente
deve trovare anche il 10% per cofinanziare altri
quattro progetti, anch’essi in fase esecutiva.
Sottolineiamo che attualmente il comune non è
più in grado di ricorrere a prestiti bancari.
Riteniamo giusto
informare i cittadini che nelle ultime due
riunioni del consiglio di amministrazione del
consorzio idrotermale i rappresentanti del
gruppo “Insieme per Telese” avevano
lamentato, anche per iscritto, la miope
scelta di restituire all’azienda
subconcessionaria, addirittura per i prossimi 15
anni, il 30% del canone semestrale che essa
versa per la gestione delle terme. Il
contratto di subconcessione, infatti, permette
al consorzio di poter restituire una parte del
canone (il 30% è appunto il massimo) all’impresa
gerente per facilitare opere di manutenzione
ordinaria e straordinaria. Perché quella
opzione? Perché la stessa azienda – che sceglie
in proprio progettisti e impresa costruttrice –
ha presentato autonomamente un ulteriore
progetto di ristrutturazione, riguardante il
padiglione dei bagni caldi. Naturalmente la
maggioranza del consiglio di amministrazione ha
pensato fosse giusto aiutarla a pagare il costo
dei lavori. Sin dal principio ci è sembrato
curioso che un progetto del genere,
“cofinanziato” dalla restituzione del 30% del
canone, non fosse stato presentato nell’ambito
del PIT filiera termale come gli altri, e come
gli altri fosse soggetto a tutti i meccanismi di
controllo previsti per i lavori pubblici.
Oggi, di fronte
alle difficoltà economiche ormai certificate, è
evidente che avevamo visto giusto anche in
quella occasione, poiché se quella quota fosse
ancora nelle disponibilità del consorzio le
difficoltà sarebbero minori.
Il sindaco
Capasso, prima di rispondere, avrebbe fatto bene
a leggere il contratto che disciplina i rapporti
con l’impresa privata che ha in gestione le
terme. Si sarebbe accorto che qualche “piccolo”
obbligo di manutenzione e di tenuta in sicurezza
del parco spetta, in primis, alla
suddetta impresa; la quale invece, con la
compiacenza delle amministrazioni interessate,
continua a fare “orecchie da mercante” e a
utilizzare il teatro del Cerro come fosse un
deposito di attrezzi e materiale da risulta.
Telese Terme, 21
maggio 2005
Foto di Sandro Forlani
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