22 maggio 2005
Cerro, risposte di Capasso insoddisfacenti
Gruppo Consiliare "Insieme per Telese"

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

La zona del Cerro all’interno del parco termale continua a versare in uno stato di abbandono e degrado. Le risposte del sindaco sono insoddisfacenti.

 

Da alcuni anni una delle più suggestive aree del parco delle terme di Telese è completamente abbandonata. Si tratta della vasta zona che va dalla incompleta piscina olimpionica, interessa la sorgente e il canale del Cerro, ingloba l’omonima pista-teatro e infine giunge  ai resti della storica piscina Santa Lucia.

 

Nelle scorse settimane il nostro gruppo consiliare ha presentato al dr. Gennaro Capasso, sindaco di Telese e presidente del Consorzio Idrotermale, nonché al sindaco di S. Salvatore Telesino, un’interrogazione scritta al fine di sensibilizzarli sul problema evidenziato e per chiedere che l’area venga ripristinata e restituita ai cittadini e ai turisti in tutta la sua bellezza.

 

Con nota del 9 maggio 2005, il sindaco Capasso, dopo aver fatto un elenco di interventi rientranti nella filiera termale, che sono previsti nel parco, precisa che “è stata colta l’opportunità di candidare un ulteriore progetto sul bando di concorso di premialità, teso  a completare la riqualificazione e valorizzazione del suddetto settore del parco termale. In particolare l’intervento riguarda la ristrutturazione e l’adeguamento funzionale dell’esistente teatro all’aperto del Cerro, la sistemazione dell’omonimo Canale, la riqualificazione e la messa in sicurezza delle aree circostanti. Dagli accertamenti tecnici effettuati nei mesi scorsi è emerso che la sola messa in sicurezza dell’area, condizione indispensabile per il suo utilizzo, richiede investimenti non disponibili in tempi brevi, anche in considerazione del fatto che il settore del parco in questione sarà interessato nel breve periodo da diversi cantieri con le cui lavorazioni è oneroso coniugare la passeggiata dei visitatori”.

 

Il sindaco di Telese, sostanzialmente, dice due cose. La prima è che mancano le risorse per far fronte ad un problema serio, annoso e noto (sappiamo che le prime segnalazioni ufficiali sono almeno dell’otto settembre 2004). La seconda è che si attende l’avvio dei lavori relativi alla filiera termale, che imporrà la chiusura al pubblico dell’intera area.

 

Chiariamo allora due punti. Innanzitutto, la chiusura della zona – che attualmente è talmente disastrata da presentare diverse situazioni di pericolo per la sicurezza delle persone – non significa riqualificazione della stessa. Infatti questo obiettivo non è stato ritenuto prioritario dalla precedente amministrazione (il cui sindaco è attualmente assessore ai lavori pubblici nella giunta Capasso), al punto che un progetto di recupero è stato presentato soltanto col bando di premialità dei fondi POR.

In secondo luogo, anche sui progetti approvati e ormai quasi cantierabili è sospesa la mannaia del 10% dell’importo complessivo (circa 3.775.000 euro) che è a carico del Consorzio Idrotermale, e cioè dei due comuni che lo compongono, Telese e S. Salvatore. Per Telese, poi, il problema è ancora più drammatico, poiché l’ente deve trovare anche il 10% per cofinanziare altri quattro progetti, anch’essi in fase esecutiva. Sottolineiamo che attualmente il comune non è più in grado di ricorrere a prestiti bancari.

 

Riteniamo giusto informare i cittadini che nelle ultime due riunioni del consiglio di amministrazione del consorzio idrotermale i rappresentanti del gruppo “Insieme per Telese” avevano lamentato, anche per iscritto, la miope scelta di restituire all’azienda subconcessionaria, addirittura per i prossimi 15 anni, il 30% del canone semestrale che essa versa per la gestione delle terme. Il contratto di subconcessione, infatti, permette al consorzio di poter restituire una parte del canone (il 30% è appunto il massimo) all’impresa gerente per facilitare opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. Perché quella opzione? Perché la stessa azienda – che sceglie in proprio progettisti e impresa costruttrice – ha presentato autonomamente un ulteriore progetto di ristrutturazione, riguardante il padiglione dei bagni caldi. Naturalmente la maggioranza del consiglio di amministrazione ha pensato fosse giusto aiutarla a pagare il costo dei lavori. Sin dal principio ci è sembrato curioso che un progetto del genere, “cofinanziato” dalla restituzione del 30% del canone, non fosse stato presentato nell’ambito del PIT filiera termale come gli altri, e come gli altri fosse soggetto a tutti i meccanismi di controllo previsti per i lavori pubblici.

 

Oggi, di fronte alle difficoltà economiche ormai certificate, è evidente che avevamo visto giusto anche in quella occasione, poiché se quella quota fosse ancora nelle disponibilità del consorzio le difficoltà sarebbero minori.

 

Il sindaco Capasso, prima di rispondere, avrebbe fatto bene a leggere il contratto che disciplina i rapporti con l’impresa privata che ha in gestione le terme. Si sarebbe accorto che qualche “piccolo” obbligo di manutenzione e di tenuta in sicurezza del parco spetta, in primis, alla suddetta impresa; la quale invece, con la compiacenza delle amministrazioni interessate, continua a fare “orecchie da mercante” e a utilizzare il teatro del Cerro come fosse un deposito di attrezzi e materiale da risulta.

 

Telese Terme, 21 maggio 2005

 


 


 

Foto di Sandro Forlani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

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